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 USA - USA - Legalizzazione marijuana. La California dice no
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Notizia 
3 novembre 2010 8:58
 
 La California ha bocciato il referendum per la legalizzazione della marijuana. Solo il 44% dei votanti si e' espresso a favore per rendere legale il possesso di 28 grammi e la coltivazione ai maggiori di 21 anni. 
I due candidati a governatore, il democratico Jerry Brown e il repubblicano Meg Whitman, non si erano espressi a favore del referendum. Cosi' come i giornali piu' importanti come il Los Angeles Times, che ha sostenuto che qualunque legalizzazione sarebbe stata pericolosa.
La marijuana e' legale per uso terapeutico in California (come in altri 13 Stati Usa) solo con l'autorizzazione di un medico. Gia' nel 1972 la legalizzazione fu respinta da un voto popolare (66,5% contro 33,5%).

"Il voto in California, dove il 43% dei votanti si e' espresso favorevolmente alla legalizzazione della marijuana nonostante la contrarieta' espressa dal Presidente Obama, oltre che dal Governatore uscente ed entrambi i nuovi candidati, e' il primo passo per il superamento del proibizionismo sulle droghe". Lo dichiara Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani.
"I corvi alla Giovanardi non hanno nulla da esultare perche' dal voto californiano, dove nel 1972 i favorevoli ad analoga proposta erano stati solamente il 33%, nascera' una battaglia verso un consenso nazionale, come gia' accaduto con le nozze tra persone dello stesso sesso - prosegue Staderini - Il fallimento del proibizionismo sulle droghe e' oramai una evidenza internazionale, con i suoi immensi costi civili, economici, e sociali, una forma di repressione sociale di massa che garantisce fiumi di denaro a terrorismo e narcomafie".
"Solo in Italia sono oltre 11 i miliardi di euro assicurati alla criminalita' dalla droga proibita - conclude - mentre quattro milioni sono i consumatori trasformati in criminali e 28mila i detenuti per violazione della legge sugli stupefacenti. Noi Radicali ci faremo ancora una volta carico di informare l'opinione pubblica dei costi del proibizionismo e dell'urgenza di superare la guerra alla droga con politiche di regolamentazione e riduzione del danno".

"Gli americani sono stati razionali ed equilibrati nel rifiutare la legalizzazione di una delle sostanze purtroppo piú consumate e sottovalutate al mondo e per questo con un alto potenziale di pericolosità soprattutto per i giovani, sia per l'effetto nocivo in sè che per quello incentivante verso l'uso di altre droghe": cosi' il Dipartimento politiche antidroga (Dpa) commenta il no della California alla legalizzazione della cannabis.
Questo viene provato, secondo il Dipartimento, anche dal fatto che i policonsumatori di eroina, cocaina, amfetamine usano molto frequentemente anche la cannabis, "con effetti devastanti sulla salute che possono arrivare in alcuni casi anche alla morte, come purtroppo testimoniato dalla cronaca".
"Contrariamente a quanto si pensa - spiega il Dpa in una nota - la cannabis è in grado di creare uno stato di dipendenza, che si manifesta soprattutto con sintomi psichici quali un forte e costante desiderio di assumere la sostanza, scatenando crisi di demotivazione, una forte irritabilità e un aumento dell'aggressività, oltre che disfunzioni nella capacità di giudizio. Il consumo di questa sostanza ha inoltre effetti molto gravi in età adolescenziale: studi recenti confermano che l'uso di cannabis altera la capacità dei neuroni di svilupparsi in maniera appropriata, con il risultato che il cervello di un adulto che da adolescente ha consumato cannabis risulta piú vulnerabile ed esposto all'insorgere di disturbi mentali come la schizofrenia. Anche gli effetti sulla memoria e sulle cellule nervose regolanti la motivazione sono fortissimi: il Thc infatti colpisce le cellule nervose in quella parte del cervello dove risiede la memoria, impedendo ai consumatori di ricordare avvenimenti recenti e rendendo difficoltoso l'apprendimento, accelerando in caso di consumo cronico la degenerazione e l'invecchiamento di queste cellule nervose".
Dal un punto di vista della salute fisica, ricorda il Dpa, è stato dimostrato che la cannabis inibisce le cellule immunitarie deputate alla difesa dalle infezioni e dai tumori. I consumatori quindi - si sottolinea - sono piú esposti a sviluppare infezioni polmonari, cancro e infarto del miocardio. Infine sono stati documentati danni importanti sullo sviluppo del feto da madri fumatrici di cannabis, anche se assunta per un breve periodo.
Studi portati avanti dallo stesso Dipartimento sui giovani consumatori di cannabis - si rende noto - hanno messo in evidenza con risonanze magnetiche come il consumo di cannabis distrugga i neuroni e riduca lo spessore della corteccia cerebrale. E un cervello malato, sotto l'influenza della cannabis, non funziona a dovere, non ricorda a sufficienza, altera la propria rapidità di analisi e di decisione.
Il "no" della California alla liberalizzazione totale della marijuana e' una "grande notizia" per il sottosegretario con delega alla lotta alla droga Carlo Giovanardi. "Ora gli antiproibizionisti di casa nostra - ha detto all'ANSA - si dovranno rendere conto di quanto la loro battaglia sia di retroguardia". "E' una notizia - aggiunge Giovanardi - che dimostra come l'Italia sia all'avanguardia nel portare avanti una politica rigorosa sulla cannabis, e che le leggende metropolitane sulla volonta' della California di liberalizzare la cannabis sono state smentite dai fatti". "E tutto cio' - conclude - grazie anche all'impegno del presidente americano Obama e del governatore californiano".
Alberto Sciolari, di Pazienti Impazienti Cannabis (PIC), ha rilasciato la seguente nota:
All' on. Gabriella Carlucci, che ci dispensa amenità quali “il voto della California dimostra che nella percezione della gente le droghe sono tutte uguali e che anche la marijuana crea dipendenza, danni fisici dimostrati scientificamente...” e “la linea dura intrapresa dal governo Berlusconi e dal sottosegretario Giovanardi e' quella piu' giusta per difendere la nostra societa' ed in particolare i nostri giovani dalla minaccia delle droghe”,
al Dpa, che per la cannabis parla di “alto potenziale di pericolosità …. sia per l'effetto nocivo in sè che per quello incentivante verso l'uso di altre droghe",
a Carlo Giovanardi, che dichiara “battaglia di retroguardia” quella degli antipro italiani, mentre a suo dire la sconfitta della Prop.19 in California dimostrerebbe “come l'Italia sia all'avanguardia (sic!) nel portare avanti una politica rigorosa sulla cannabis”, barzellette che fanno ridere ancora meno di quelle raccontate dal loro diretto superiore (e sempre meno faranno ridere se i nostri amministratori insisteranno a ricucinare in salsa farsesca il proibizionismo anti-alcolico degli Usa negli anni '20 di Al Capone, con analoga fioritura di racket criminali, propaganda a fiumi, morti violente), suggerisco la lettura della scheda qui sotto riportata, un po' più approfondita di quanto hanno appreso da chissà quali fonti hanno causato le loro rozze dichiarazioni. Pensiamo di rendere loro un servizio gradito, dopotutto sono l' informazione corretta e la conoscenza, non la manipolazione ed ottusi preconcetti impermeabili alla realtà esterna, ad essere alle basi di una democrazia compiuta, per consentire scelte consapevoli fatte da liberi cittadini.
Sul sito di NORML in questi giorni trovate anche i risultati per molti degli Stati dove si votavano misure riguardo la produzione ed il commercio della marijuana medica, compreso il Sud-Dakota, l' unico Stato dove gli elettori avessero mai respinto un' iniziativa legislativa sulla cannabis medica .
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Norml News Volume 13 Issue 43 November 04, 2010
(traduzione dall' Inglese)
California: Prop. 19 Sconfitta, misure sulla Marijuana Tax locale approvate.
Oakland, CA: gli elettori della California hanno deciso, 46 per cento a 54 per cento contro la Proposition 19, che cercava di legalizzare il possesso di un' oncia (28 grammi) e la coltivazione personale di marijuana da parte di adulti, e di consentire alle amministrazioni locali di regolamentare la propria produzione commerciale e distribuzione al dettaglio. Complessivamente, più di 3,4 milioni di californiani hanno votato per la misura.
Con il 46 per cento, la Prop. 19 ha ricevuto la maggiore percentuale di sostegno mai registrato su un impegno a livello statale per la legalizzazione della marijuana (in una decina di contee, tanto nella California occidentale che orientale, la Prop. 19 era passata, talvolta con ampio margine). Dal 33,5% contro 66,5% nel referendum del 1972, all' odierno 44% contro 56%, a conferma che ci troviamo di fronte ad un cambiamento culturale e sociale di quelli lenti e profondi, ma che nel caso della cannabis sta crescendo sempre più rapidamente in velocità ed ampiezza. Trattandosi proprio dello stato dove il consumo di marijuana è tra i più sostenuti del continente, fiore produttivo all' occhiello della più avanzata economia del pianeta, dove da anni ai malati è consentita la coltivazione in proprio o delegata a terzi, verrebbe da chiedersi come mai quasi un cittadino su due non valuti la pericolosità della pianta allo stesso modo dell' esperto in cannabis Carlo Giovanardi. Hanno forse deciso di autodistruggersi? La contrarietà della Casa Bianca, di entrambi i candidati a Governatore, dei principali media e delle Chiese di grosso calibro non ha potuto e non potrà fare alcunchè per arrestare questo processo. Tutti, negli Usa, pensano che la bolla di menzogne ed inganni pluridecennali sulla cannabis stia per scoppiare.
Commentando il risultato, il direttore di NORML Paul Armentano, ha dichiarato: "In soli pochi mesi, questa campagna ha spostato in avanti l' opinione pubblica a livello nazionale, ed ha portato alla firma di una storica legge in California, che porrà fine all'arresto e al perseguimento di decine di migliaia di minori trasgressori per marijuana. Nonostante l' esito deludente di ieri sera, abbiamo slancio e una coalizione senza precedenti di sostenitori – da personale delle forze dell' ordine ai gruppi per i diritti civili, da organizzazioni del mondo del lavoro ad avvocati, clero e professionisti della salute pubblica "
I sostenitori della misura in tutto lo Stato hanno già annunciato l'intenzione di portare avanti una iniziativa simile nel 2012.
E conclude: "Durante questa campagna, anche i nostri avversari hanno ammesso che la proibizione della marijuana presente America è un fallimento. Essi riconoscono che la questione adesso non è 'Dovrebbe la marijuana essere legalizzata e regolamentata?', ma 'In che modo dovremmo legalizzare e regolamentare la marijuana?' Legalizzare l'uso di marijuana per adulti in modo regolamentato non è più una questione di 'se'; è una questione di 'quando' ".
Nella stessa California, gli elettori in nove città hanno approvato le ordinanze comunali per imporre nuove tasse sulle vendite di marijuana medica e/o sulla sua produzione, e per le licenze di commercio. Così nella città di Albany (misura D), Berkeley (misura S), La Puente (Prop. M), Oakland (misura V), Rancho Cordova (misura O), Richmond, Sacramento (misura C) , San Jose (misura U), Stockton (Misura I). NORML California, insieme a diversi altri gruppi di riforma, si era opposta in particolare al provvedimento Rancho Cordova ritenendo i 600-900 dollari a sq, ft. (0,092 metri quadri) annuali previsti, una sanzione eccessiva per i coltivatori di cannabis medica. Per 2,3 metri quadri indoor infatti, ad un malato potranno essere richiesti 15000 dollari di tassa, I gruppi sono stati divisi anche nel sostegno a molte delle altre proposte locali.
Gli elettori di Berkeley hanno anche approvato un decreto separato (misura T) per consentire il quarto dispensario di marijuana medica in città e per ricostituire la Commissione per la Medical Marijuana della città. Gli elettori, a Morro Bay ed a Santa Barbara, hanno respinto le proposte di divieti comunali ai dispensari di marijuana medica.
In Massachussets, gli elettori in oltre 70 città hanno deciso a favore su quesiti non vincolanti sulle politiche pubbliche riguardo la tassazione dell' uso di marijuana da parte di adulti e la legalizzazione dell' uso di cannabis medica su monitoraggio del medico.
Anche in Arizona ci si è civilmente espressi nelle urne, riguardo l' Arizona Medical Marijuana Act (Proposition 203), in Sud-Dakota si è votato sul South Dakota Safe Access Act (misura 13, hanno vinto i no). In Oregon sull' Oregon Regulate Medical Marijuana Supply System Act of 2010 (misura 74) hanno vinto i no, ma come l' Arizona lo stato è spaccato praticamente a metà, ed era comunque già lecito il possesso di 24 once.(quasi 700 grammi) o la coltivazione di 28 piante da parte dei pazienti registrati.
Sempre in California, il Democratico Kamala Harris ha sconfitto di misura il Repubblicano Steven Cooley per il ruolo di Ministro della Giustizia dello Stato. Cooley era avversato da molte organizzazioni per la riforma delle leggi sulla marijuana, inclusa Americans for Safe Access, per la sua opposizione alla marijuana medica e le sue dichiarazioni che qualunque vendita al dettaglio di cannabis medica sarebbe stata considerata una violazione delle leggi dello stato.
In quale decennio stiamo ancora vivendo in Italia, su che remoto pianeta stanno portando il nostro Paese, i nostri “avanguardisti” amministratori?
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