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 ITALIA - ITALIA - Liberalizzazione vendita farmaci. Le motivazioni contro di Federfarma
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9 febbraio 2015 12:47
 
"Le misure sulle farmacie contenute nel ddl Concorrenza del ministro Guidi? Hanno senso soltanto se il Governo Renzi ha l'obiettivo di demolire il servizio farmaceutico italiano, per motivi del tutto incomprensibili, almeno in termini di tutela della salute dei cittadini. Sono invece spiegabili, quei motivi, se l'attacco alle farmacie non è altro che il modo per spalancare la distribuzione del farmaco alla voglia di business di tutti coloro - e sono molti - che da anni non chiedono altro che di fare affari con le medicine". Così Franco Caprino, presidente di Federfarma Roma, critica il disegno di legge sulla concorrenza al vaglio del Governo. Un provvedimento che, spiega, "prova per l'ennesima volta a introdurre una norma assolutamente inutile e controproducente come quella di vendere i farmaci di fascia C al di fuori del canale tradizionale delle farmacie. Non sarà un caso se, in tutti i paesi del mondo, Stati Uniti d'America compresi, i farmaci con ricetta sono venduti solo in farmacia". Eppure, aggiunge Caprino, "i legislatori dovrebbero sapere che la sostanziale rigidità della domanda di farmaci impedisce che si possano esplicare per il settore le classiche regole della concorrenza". Senza contare che "l'apertura alla grande distribuzione avrebbe come immediata conseguenza, soprattutto nei comuni medio-piccoli, quella di indebolire fino alla distruzione un servizio capillare e puntuale come quello farmaceutico, che non a caso riceve da anni il gradimento di oltre il 90% dei cittadini". Quanto invece al tentativo di "aumentare indiscriminatamente il numero di farmacie, rendendo di fatto inutili le norma sulla pianificazione territoriale degli esercizi", prosegue Caprino, "siamo alla follia, visto che circa 2.500 esercizi si apprestano ad aprire in seguito al decreto Monti, che fissa un quorum di una farmacia ogni 3.300 abitanti, anche se poi in realtà, con il calcolo dei resti dei residenti, la media effettiva si attesta a 2850 abitanti per farmacia". In Italia, quindi, tra pochi mesi avremo circa 21 mila unità, molto al di sotto della media europea. Eppure, sottolinea il presidente di Federfarma Roma, "basterebbe volgere lo sguardo oltre Palazzo Chigi per capire che la decantata Europa va in un'altra direzione. In Germania il numero delle farmacie è equivalente a quello che l'Italia sta per raggiungere nei prossimi mesi ma con un numero di abitanti decisamente superiore, ben 22 milioni in più dell'Italia, con una farmacia ogni circa 4000 abitanti. E nel Regno Unito, al quale in materia di cultura liberista non possono davvero essere impartite lezioni, sono presenti, a parità di abitanti con l'Italia, solo 12mila farmacie. Sono constatazioni, più che considerazioni, che bastano da sole a confidare nel buon senso del presidente del Consiglio. Siamo fiduciosi che il Governo non voglia veramente distruggere quel servizio farmaceutico che rappresenta un punto fermo della nostra assistenza sanitaria", conclude Caprino.
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