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 ITALIA - ITALIA - Liberta' d'espressione. Tutti contro assessore leccese omofobo
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8 gennaio 2012 16:00
 
Una "signorina", alle prese con "turbe psichiche". Il doppio insulto, veicolato da facebook, ha un destinatario - il governatore della Puglia, Nichi Vendola - e una firma, quella dell'assessore pdl al Traffico e alla mobilita' di Lecce, Giuseppe Ripa. Che ora si trova al centro di una furiosa polemica, non circoscritta al solo web, di cui da' conto la stampa locale.
Tutto ha inizio giovedi' quando il sindaco del capoluogo salentino, Paolo Perrone, mette sulla bacheca del social network un lapidario commento sulla sanita' pugliese: "e' al tracollo perche' la politica regionale e' fatta di interventi col contagocce". I commenti, piu' o meno equamente divisi tra pro e contro, non si fanno attendere ma tra i tanti si distingue per poca eleganza quello di Ripa: "Sono ormai 7 anni che governate - dice rivolto ai competitor del centrosinistra - e le liste di attesa, tanto attaccate dal Sig. o Sig.ina Vendola non solo non sono diminuite, ma sono ormai divenute annuali".
Il sindaco non si fa pregare per prendere le distanze ("Mi piace fare politica gareggiando con gli avversari sui temi e sui contenuti, non sulle preferenze sessuali di questo o di quello, che sono un affare privato e dunque, come tali, da rispettare a prescindere") ma Ripa, anziche' fare marcia indietro, rincara la dose: "In natura esistono solo due tipi di generi umani: l'uomo e la donna", teorizza in punta di mouse.
"Il resto viene classificato scientificamente come 'turbe della psiche', patologia che rientra nelle competenze della scienza sanitaria in generale e della psicanalisi in particolare. Orbene, nessuno vuol dare in testa al paziente provato da tali turbe psichiche. Per carita', il mio credo religioso mi ha insegnato la tolleranza. Tutto il mio rispetto per il diverso. Ma non si puo' passare un'anormalita' per normalita' perche' di questo andazzo sta morendo la nostra societa'".
E ancora: "la scelta di essere omosessuale l'ha fatta Vendola, non io, negare il suo essere o significa negare l'evidenza dei fatti o e' lo specchio di chi, vergognandosi per tale stato estremamente scomodo, preferisce che non se ne parli. Senno' e' un atto di lesa maesta'. Io questa turba psicologica la chiamo per nome e cognome e non sono il falso ipocrita che preferisce non sapere. Pensassero alle risposte da dare ai pugliesi sul tema della sanita'".
Perrone, sollecitato da altri utenti a mandare a casa Ripa, a stretto giro di posta si dissocia pubblicamente dalle affermazioni, "inopportune e riconducibili" al suo modo di vedere le cose, "non certamente al mio governo cittadino e alla mia persona". "Mi scuso io, a tuo nome - scrive il sindaco - per quello che hai detto sul presidente Vendola, che noi contrastiamo a livello politico non condividendo le due idee, ma non certamente per le sue scelte di carattere personale. Mi scuso anche con tutti coloro che si sono sentiti offesi da queste affermazioni che, ripeto, non condivido in nessun modo".
Lodevole, ma non sufficiente per raffreddare una querelle ormai rovente.
Arcigay ritiene 'molto gravi' le affermazioni di Giuseppe Ripa. 'Nessuna giustificazione e' pensabile: chi esercita funzioni
pubbliche - afferma Paolo Patanè, Presidente nazionale di Arcigay - non puo' abusare di un ruolo, retribuito con i soldi pubblici compresi quelli di omosessuali e donne, tutti platealmente insultati dal signor Ripa, per farne una tribuna di odio e discriminazione'. 'Caro signor Ripa - esorta Patane' - se lei attacca Vendola per la sua omosessualita' dimostra di essere
totalmente sprovvisto di argomenti intellettuali, culturali e politici. Se dichiara disprezzo verso le donne utilizzando il termine 'signorina' con chiara accezione offensiva, dimostra ulteriormente di screditare la citta' di Lecce. Lei e' indegno di esserne assessore'. Arcigay chiede quindi 'con forza un gesto autorevole del sindaco Perrone; le scuse pubbliche e le
immediate dimissioni da qualunque incarico del signor Ripa'. 'Siamo certi - conclude - che Lecce meriti ben altra rappresentanza'.
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