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 ITALIA - ITALIA - 8 per mille. Corte Conti: rivedere meccanismo
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29 novembre 2014 10:05
 
I beneficiari dell'8 per mille "ricevono più dalla quota non espressa che da quella optata", un dato sul quale "non vi è un'adeguata informazione, benché coloro che non scelgono siano la maggioranza". E' il giudizio della Corte dei Conti sulla gestione di tali risorse, in una relazione in cui si sottolinea come "si possa ragionevolmente essere indotti a ritenere che solo con un'opzione esplicita i fondi vengano assegnati". Per la Corte i contributi alle confessioni sono "ingenti, tali da non avere riscontro in altre realtà europee -avendo superato ampiamente il miliardo di euro per anno". Non solo, "sono gli unici che, nell'attuale contingenza di fortissima riduzione della spesa pubblica in ogni campo, si sono notevolmente e costantemente incrementati". Nonostante ciò, la Corte rileva come "la possibilità di accesso all'8 per mille per molte confessioni è oggi esclusa per l'assenza di intese, essendosi affermato un pluralismo confessionale imperfetto". Inoltre nella relazione si segnala come manchi anche "trasparenza sulle erogazioni: sul sito web della Presidenza del Consiglio dei Ministri, infatti, non vengono riportate le attribuzioni alle confessioni, né la destinazione che queste danno alle somme ricevute". Mancano poi "verifiche sull'utilizzo dei fondi erogati -nonostante i dubbi sollevati dalla Parte governativa della Commissione paritetica Italia-Cei su alcune poste e sulla ancora non soddisfacente quantità di risorse destinate agli interventi caritativi-, né controlli sulla correttezza delle imputazioni degli optanti, né un monitoraggio sull'agire degli intermediari".
Durissimo il giudizio sulla quota di competenza pubblica sulla quale - si legge - "lo Stato mostra disinteresse, cosa che ha determinato la drastica riduzione dei contribuenti a suo favore, dando l'impressione che l'istituto sia finalizzato solo a fare da apparente contrappeso al sistema di finanziamento diretto delle confessioni". La Corte segnala "la totale assenza -negli oltre 20 anni di vigenza dell'istituto- di promozione delle iniziative, risultando lo Stato l'unico competitore che non sensibilizza l'opinione pubblica sulle proprie attività". Un fenomeno che si è ripetuto anche nel 2014, "nonostante la novità consistente nella possibilità di destinare risorse per l'edilizia scolastica, tema molto sentito dai cittadini". La Corte evidenzia poi "la drastica riduzione delle somme a disposizione, dirottate su altre finalità, a volte antitetiche alla volontà dei contribuenti", una decurtazione "contraria ai principi di lealtà e di buona fede". Peraltro, "sono penalizzati solo coloro che scelgono lo Stato e non gli optanti per le confessioni, le cui determinazioni non sono toccate, cosa incompatibile con il principio di uguaglianza". Infine si segnala come siano state veicolate "verso enti religiosi molte risorse" e si lamenta "la scarsa coerenza delle scelte per l'erogazione 'a pioggia' ad enti, spesso privati".
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