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 EUROPA - EUROPA - Si rischia di perdere la guerra all'Aids. Oms
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27 novembre 2014 16:40
 
L'Europa rischia di perdere la guerra all'Aids. In vista della Giornata mondiale contro la malattia, che si celebra lunedì 1 dicembre, i Cdc europei (Ecdc) e l'Ufficio regionale dell'Oms per l'Europa lanciano un preciso allarme: nonostante i progressi terapeutici e le nuove possibilità di prevenzione, nel 2013 i nuovi casi di Hiv registrati tra Europa e Asia Centrale sono stati oltre 136 mila, in aumento dell'80% rispetto alle 76 mila nuove infezioni segnalate nel 2004. Dei nuovi casi riportati, oltre 105 mila si concentrano nell'area Eeca (Europa dell'Est e Asia Centrale), più di 29 mila tra Ue e Area economica europea (Eu/Eea) e circa 2 mila in altri Paesi non europei. Rispetto al 2004, le nazioni Eeca hanno fatto registrare addirittura un raddoppio dei casi.
"L'Europa non è riuscita a centrare l'Obiettivo di sviluppo del millennio che puntava ad arrestare e invertire entro il 2015 la diffusione dell'Hiv/Aids, e il tempo sta per scadere", afferma Zsuzsanna Jakab, direttore regionale Oms per l'Europa. "Mentre ci troviamo sempre più ad affrontare nuove minacce per la salute - avverte - non possiamo permetterci di abbassare la guardia sull'Aids. In Europa orientale, dove si concentra il 77% di tutte le nuove infezioni da Hiv riportate, due terzi dei casi che riguardano consumatori di sostanze supefacenti vengono diagnosticati in ritardo. Ciò significa che questi pazienti avranno più possibilità di trasmettere il virus, che la loro terapia costerà di più e che avranno più probabilità di morire". Eppure sarebbe "tranquillamente possibile invertire la rotta", assicura Jakab, invitando a seguire le linee guida dell'Oms: indicazioni che, ricorda, per ridurre il rischio di trasmissione dell'Hiv per via iniettiva "sostengono fortemente le politiche di riduzione del danno". Vale a dire la distribuzione, a chi fa uso di droga, di materiale sterile gratuito in ambienti protetto.
"E' necessario domandarci - riflette Marc Sprenger, direttore Ecdc - perché nell'ultimo decennio non abbiamo visto alcun progresso significativo nella riduzione delle infezioni da Hiv. Analizzando i nostri dati, si nota chiaramente che in tutta Europa le popolazioni più a rischio di infezione da Hiv non vengono raggiunte con sufficiente efficacia, in particolare gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini". "Nell'area Eu/Eea - ricorda - il sesso fra maschi è la modalità predominante di trasmissione dell'Hiv, all'origine del 42% delle nuove infezioni registrate nel 2013. Rispetto al 2004 le diagnosi di Hiv in questo gruppo sono aumentate di un terzo (+33%), crescendo in tutti gli Stati Eu/Eea, tranne che in 4. Per questo - esorta Sprenger - la prevenzione e il controllo dell'Hiv tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini devono essere una pietra miliare in tutti i programmi nazionali europei contro il virus dell'Aids". Quanto infine all'andamento dei casi di Aids conclamato negli ultimi 10 anni, nell'area Eu/Eea si è registrato un calo costante del 48%, mentre nella zona Eeca le nuove diagnosi sono più che triplicate.
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