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 ITALIA - ITALIA - La Siae chiede il pagamento dei diritti per l'inno di Mameli?
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27 aprile 2010 10:25
 
Il presidente del Consiglio comunale di Messina, Pippo Previti, in una lettera inviata al presidente della Repubblica ha denunciato “anomalie” sui diritti Siae per l’inno nazionale. “Le trascorse celebrazioni del 65esimo Anniversario della Liberazione, mi danno lo spunto - scrive il presidente Previti - per affrontare un problema che lede uno dei principi fondati dal nostro Stato unitario. Quando Goffredo Mameli nel novembre del 1847 compose l’inno Fratelli d’Italia, certamente non poteva mai immaginare che ogni qual volta si ascoltasse, si dovesse pagare. E, francamente, non lo pensavamo nemmeno noi”. E’ di 1.094,40 euro, spiega, la somma che ha richiesto la Siae a un ente no profit di Messina per aver suonato l’inno di Mameli. La stessa sorte e’ toccata alla Federazione pallavolo del Veneto che si e’ vista recapitare una simile richiesta dalla Siae di Mestre, per aver suonato l’inno prima di una partita. Il prezziario fornito dalla Siae di Messina, prevede l’importo massimo di 290 euro se si tratta di un incontro per una partita nazionale, a secondo la capienza dello stadio; se si tratta di una gara di seconda categoria l’importo varia da 40 a 60 euro; per il Palazzetto dello Sport, circa 146 euro; se l’inno di Mameli sara’ suonato in un Teatro in forma concertistica, si paghera’ il diritto di noleggio che va agli editori del brano. “Questo modo di mercificare anche il nostro Inno nazionale portera’ alla fine a scegliere un inno diverso che non faccia pagare alcunche’, con sommo piacere dei tanti detrattori dell’inno. Mi rivolgo, quindi, alla Presidenza della Repubblica, primo e indiscusso “baluardo” della nostra Unita’ nazionale per la quale ci apprestiamo a celebrare i 150 anni, affinche’ si eviti, a enti, associazioni e organizzazioni vari, l’inutile balzello e si esenti l’inno, ovunque e per sempre si esegua”.

SIAE: NON E' VERO, CHIEDIAMO SOLO 100 EURO. "solo 100 euro sono stati incassati l'anno scorso dalla Siae per il noleggio dello spartito dell'Inno di Mameli e per conto della casa editrice Sonzogno". Smentita anche la parte della lettera di Previti in cui viene specificato che "1.094,40 euro è la somma che ha richiesto la Siae a un Ente no profit di Messina per aver suonato l'inno di Mameli». La Siae chiarisce che «la cifra di oltre mille euro era riferita principalmente alla somma di 816 euro richiesti per i diritti d'autore per la musica tutelata utilizzata nello stesso concerto svoltosi a Messina".
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