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 ITALIA - ITALIA - Staminali cordonali. Le banche private associate a BioCord dicono BASTA!
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7 ottobre 2011 11:50
 
Basta con questa esacerbata e personale crociata da parte del genetista Licinio Contu. Basta con un attività mediatica mirata a confondere le scelte familiari del tutto lecite e previste dalla legge italiana. Basta raccontare in modo parziale e scientificamente scorretto una realtà che appartiene a tutti.

BioCord, associazione delle biobanche private, è stata ad osservare, in silenzio, una serie di diffamazioni promulgate da anni da parte di ADOCES per evitare di violentare i futuri genitori, per non usare il potere di stampa come arma impropria, per rispettare la scelta di tutti, inclusi coloro che optano per la donazione.

Non è udibile che uno scienziato parli di “riflessioni sull’apparente aumento (????? quale base scientifica fonda questa argomentazione) di anemia aplastica severa tra i bambini che hanno conservato per uso autologo il sangue cordonale presso banche private”.

A parte la totale infondatezza della notizia, cosa ne è dei bambini che hanno donato. E’ come se l’anemia aplastica severa andasse a perseguire quei bambini che conservano e graziasse quelli che donano. Un urlo di dolore per la scienza che merita rispetto. Meritano rispetto i pazienti, meritano rispetto i lettori, meritano rispetto le ostetriche che tutti i giorni si prestano ai prelievi per donazione e conservazione di sangue cordonale.

Chiaramente la letteratura scientifica fresca di stampa si muove in tutt’altra direzione e guarda un po’ se BioCord deve ricordare al prof. Contu di leggere prima di scrivere.

Un lavoro scientifico pubblicato su Pediatr Blood Cancer lo scorso luglio cita l’uso autologo nel trapianto per anemia aplastica severa come fonte alternativa all’uso allogenico e si interroga sulla controversia pubblico/privato che dovrebbe considerare, per alcune patologie, l’uso autologo di cellule staminali da sangue cordonale più promettente dell’uso allogenico e richiama ad un riesame dell’attitudine di molti esperti del settore sulla disponibilità nel riconsiderare il banking privato utile.

Contrariamente a quanto riferito dall'articolo pubblicato da ADUC, la conservazione privata del sangue cordonale a vantaggio della propria famiglia rappresenta una scelta razionale e ragionevole visto che il Ministero riconosce la validità scientifica della conservazione e dell’uso del sangue cordonale sul bambino (uso autologo) o sui consanguinei (uso familiare) ma se ne fa carico economicamente e la consente in Italia solamente se la malattia è già stata diagnosticata prima della nascita. E se il bambino o un suo familiare si ammalano dopo?

Quanto alla asserita inutilità della conservazione privata, quindi, si evidenzia che le banche private conservano il sangue cordonale non solo per utilizzo sul bambino stesso (uso autologo) ma anche all’interno della famiglia (uso intrafamiliare). Proprio l’utilizzo intrafamiliare è il più frequente in ambito onco-ematologico, in particolare tra fratelli, per i quali esiste una probabilità di compatibilità totale del 25% e parziale del 39%.

Questa convinzione sembra d’altra parte condivisa dallo stesso Ministero della Salute italiano, visto che il Decreto Legislativo 18 Novembre 2009, nell’allegato 1, riporta un elenco di patologie (leucemie, linfomi, ma anche malattie del metabolismo, istiocitosi, emoglobinopatie) per le quali risulta “scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale” e per le quali lo stesso Ministero autorizza la conservazione in Italia per uso privato in banche pubbliche “per uso dedicato al neonato con patologia in atto al momento della nascita o evidenziata in epoca prenatale, o per uso dedicato a consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta o pregressa”.

La ricerca scientifica inoltre si sta muovendo anche verso altre applicazioni e dall’Annual Report 2009 dell’EBMT, European Group for Blood and Bone Marrow Transplantation, risulta che nell’anno 2009 sono stati eseguiti 1.142 trapianti di cellule staminali ematopoietiche per trattamenti di medicina rigenerativa (per terapie cardiovascolari, per tissue repair, patologie autoimmuni, patologie epiteliali, patologie neurologiche ed altre).

A proposito, sfatiamo il mito circa la gratuità della donazione pubblica. E’ doveroso precisare che la conservazione del sangue donato dalle mamme italiane non è affatto “gratuita” ma, al contrario, è retribuita con le tasse dei cittadini. Va infatti detto che il sistema delle banche pubbliche italiane (peraltro in deficit per circa 110 milioni di Euro) prevede che ogni banca pubblica riceve circa 17.000 Euro dalla struttura che utilizza il campione per ogni sacca rilasciata, quindi in sostanza è necessario ricordare che le mamme donano il sangue cordonale ma le banche pubbliche il sangue lo vendono, sebbene a spese del servizio sanitario.

Relativamente alla possibilità di rientrare in possesso del campione donato, si sottolinea che in Italia il 73% di campioni raccolti dalle donazioni viene scartato dalle banche pubbliche perché ritenuto non conforme agli standard pubblici di conservazione.

A giudizio di BioCord, in un Paese in cui il 97% dei cordoni viene gettato tra i rifiuti ospedalieri biologici dopo il parto, bisognerebbe evitare le posizioni preconcette e le scorciatoie ideologiche e contribuire, con una corretta informazione, allo sviluppo della cultura della donazione e della conservazione.

BioCord
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