testata ADUC
 ASIA - ASIA - Traffico droghe e condanne a morte in Indonesia. L'Australia ipotizza uno scambio di prigionieri
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
5 marzo 2015 10:43
 
L'Australia ha evocato oggi la possibilia' di uno scambio di prigionieri con l'Indonesia, come ultimo tentativo per evitare l'esecuzione ormai prossima di due suoi cittadini condannati a morte per traffico di droghe.
In mattinata, il primo ministro Tony Abbot ha partecipato ad una veglia con candele davanti al Parlamento di Canberra, per chiedere al presidente indonesiano di fare un gesto di clemenza nei confronti di Andrew Chan e Myuran Sukumaran, riconosciuti colpevoli, nel 2006, di essere a capo di una rete di trafficanti di eroina tra i due Paesi.
Intanto il ministro degli Affari Esteri, Julie Bishop, ha fatto sapere di essersi intrattenuta al telefono con il suo omologo, Retno Marsudi. Una conversazione che i media australiani hanno detto essere stata “molto tesa”. “Stiamo cercando di prendere in considerazione tutte le opzioni a nostra disposizione, tutte le piste possibili”, ha detto il capo della diplomazia australiana.
Inoltre, alla tv Australian Broadcasting Corporation ha detto: “Non ho affrontato nessun particolare dettaglio, ma ho sottolineato che c'erano dei prigionieri australiani a Giakarta e dei prigionieri indonesiani in Australia, e che noi dobbiamo prendere in considerazione alcune possibilita', uno scambio di prigionieri, un trasferimento, se questo e' possibile da parte della legislazione indonesiana”.
Secondo il giornale The Sudney Morning Herald, questo accordo potrebbe riguardare tre indonesiani incarcerati in Australia nel 1998 in seguito ad un importante sequestro di eroina a Port Macquarie, circa 400 Km a nord di Sydney.
L'Indonesia, secondo fonti giornalistiche, ha rigettato l'idea di questo scambio di prigionieri, sempre oggi per voce del suo vice-ministro agli Affari Esteri, Abdurrahman Mohammad Fachir.
Lo scorso meta' febbraio, Tony Abbott aveva ricordato che l'Australia aveva dato il maggior contributo nell'ambito dell'aiuto internazionale dopo lo tsunami del 26 dicembre 2004 (1,32 miliardi di dollari), e che sperava in un gesto di riconoscenza da parte del governo di Giakarta. Iniziativa alla quale avevano risposto alcuni indonesiani con una campagna sulle reti sociali chiamata #KoinuntukAustralia con l'obiettivo di rimborsare l'Australia e spiegare che l'Indonesia applica le proprie leggi.
Rifiutata la loro richiesta di grazia da parte del presidente della Repubblica, i due australiani sono stati trasferiti, ieri, in una prigione di Java in previsione della loro esecuzione. Le autorita' non hanno ancora precisato la data di questa esecuzione, ma gli ultimi colpi di scena suggeriscono che essa sia imminente. I condannati a morte sono informati con un anticipo di 72 ore prima di essere passati per le armi.
Tony Abbott, ieri si e' detto “sconvolto dalla prospettiva di una esecuzione” dei due uomini, ed ha fatto appello all'Indonesia “perche' modifichino la loro decisione”. I due australiani sono in un gruppo di dieci condannati a morte che dovranno a presto essere fucilati, tra questi alcuni cittadini di Francia, Brasile. Filippine, Nigeria e Ghana.
Pubblicato in:
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS