Il 2004 e' stato un anno importante per la medicina rigenerativa. Notizie di scoperte scientifiche e politiche si sono rincorse un po' in tutto il mondo. Se in febbraio la
Corea del Sud ha fatto parlare di se' con la prima clonazione di un embrione umano per poterne derivare cellule staminali, la
Gran Bretagna nell'agosto ha autorizzato il primo progetto di clonazione terapeutica al gruppo dell'Universita' di Newcastle. Obbiettivo: sconfiggere il diabete, una malattia che colpisce nel mondo 180-200 milioni di persone. "La nostra ambizione e' che il Regno Unito diventi la capitale della scienza del mondo", ha detto in seguito il premier Tony Blair. "Una ricerca adeguatamente regolata potrebbe cambiare le speranze di vita di persone che soffrono del morbo di Parkinson, di quello di Alzheimer, di diabete, o delle vittime di ictus. Noi non bloccheremo questa ricerca. I benefici potenziali sono enormi. Non e' giusto negare la speranza di una cura alle persone che soffrono di queste malattie". "Oggi vogliamo dare un segnale, e dire che la Gran Bretagna e' il posto dove fare le ricerche sulle staminali".
Le pubblicazioni scientifiche sono state un susseguirsi di studi e di ricerche, che in laboratorio, o in sperimentazioni su uomini e piu' spesso su animali, stanno a confermare come queste preziose cellule del corpo possono trasformarsi in organi e tessuti andando a riparare quei danni che le devastanti malattie degenerative compiono in maniera fino ad oggi irrimediabile. Staminali embrionali, fetali e adulte, non esistono preferenze per la ricerca, che deve indagare sulle possibilita' che offrono per comprendere meglio il loro funzionamento e per poter avviare sperimentazioni e terapie. Alla politica una sola richiesta: regole chiare per poter lavorare. L'alternativa e' emigrare.
E' cosi' che la citta' Stato di
Singapore sta costruendo Biopolis, una cittadella della scienza fatta per essere abitata da 4 mila ricercatori. Per attrarli si investono 1.500 milioni di euro per 5 anni e si offre un quadro legislativo che riconosce la liberta' di ricerca scientifica. Del resto, un po' tutta l'Asia sta scommettendo sul biotech. A luglio in
Giappone il Consiglio per la politica scientifica e tecnologica, presieduto dal primo ministro Junichiro Koizumi, aveva approvato le linee orientative per permettere agli scienziati di produrre ed usare embrioni umani clonati per la ricerca scientifica di base. Allo Stato deve spettare la decisione di autorizzare le ricerche e le strutture in cui realizzarle.
Piu' rigida appare l'Europa continentale, rappresentata per certi versi dalla
Germania con la sua legge che permette la ricerca con le staminali purche' importate e purche' create entro il 2001. E tuttavia, permette.
In luglio la
Francia dopo tre anni di lavoro ha adottato il testo di revisione delle leggi in materia di bioetica. La clonazione riproduttiva e' un "crimine contro la specie umana", ma pur se "a titolo di deroga e per cinque anni" si autorizza la ricerca sull'embrione umano, o meglio sulle sue cellule staminali. Gli embrioni cui ci si riferisce sono quelli eccedenti dalle tecniche di fecondazione assistita.
Senza deroghe e sempre piu' spedita si muove la
Spagna. Gia' teatro di una campagna elettorale in cui si erano contrapposte due visioni della ricerca scientifica, e pur essendo stato il
partido popular con José Maria Aznar ad avere legalizzato e normato la ricerca scientifica con gli embrioni sovrannumerari, il socialista José Luis Rodríguez Zapatero aveva utilizzato le elezioni politiche per rilanciare, promettendo maggiori investimenti economici e politici sulla medicina rigenerativa. E cosi' e' stato in novembre. Approvato dal Consiglio dei ministri e' arrivato il decreto con i regolamenti attuativi per far partire definitivamente il programma di ricerca con gli embrioni sovrannumerari dalle tecniche di fecondazione assistita. Quindi dalla ministra alla Sanita', Elena Salgado, il preannuncio di una legge sulla Ricerca nella Biomedicina che potrebbe prevedere la regolamentazione della clonazione terapeutica.
Nel dicembre 2003 la
Svizzera si e' dotata di una legge per utilizzare nella ricerca scientifica quegli embrioni sovrannumerari dalle tecniche di fecondazione in vitro, altrimenti destinati alla spazzatura. Alla fine di novembre e' stata sottoposta ad un referendum voluto da gruppi pro life e antiabortisti per abolirla. A chi dice che l'embrione e' gia' una persona umana con tutti i diritti fondamentali compreso quello alla vita, Alexandre Mauron, professore di bioetica all'universita' di Ginevra, replica rilevando come "altre considerazioni etiche siano piu' pertinenti: l'interesse terapeutico per i malati del futuro e la liberta' della ricerca". E questo e' stato l'approccio vincente: il 66,4% ha confermato la legge. Marisa Jaconi, l'unica ricercatrice in Svizzera a lavorare con cellule staminali embrionali umane, e' raggiante, e con lei la maggioranza del mondo scientifico. La nuova legge, "severa e restrittiva" le permettera' di proseguire le sue ricerche. "Questo risultato legittima i nostri progetti di ricerca". "Ci permette inoltre di tessere delle collaborazioni internazionali con altri paesi che hanno una regolamentazione simile alla nostra". Per il presidente della Confederazione, Pascal Couchepin, la "Svizzera ha osato affidare un argomento complesso alla popolazione, che lo ha recepito". Couchepin ha anche sottolineato che cio' e' stato possibile poiche' il dibattito e' sempre stato molto rispettoso.
E il dibattito piu' duro, tanto da divenire tema della campagna elettorale per la corsa alla Casa Bianca, si e' visto negli
Usa. La sfida tra il repubblicano George W. Bush e il democratico John Kerry, ha visto un passaggio importante proprio sulla ricerca con le cellule staminali embrionali. Secondo Kerry piu' di 100 milioni di statunitensi soffrono di malattie che potrebbero essere curate con terapie a base di cellule staminali embrionali e, ogni giorno di non-azione del Governo oltre 3.000 persone negli Usa muoiono per malattie che potrebbero trovare cure con queste ricerche. "Abbiamo bisogno di un presidente che torni ad accettare la nostra tradizione di guardare al futuro e alle nuove scoperte con le speranze basate sui fatti scientifici e non sui timori. Si tratta di investire nel futuro del nostro Paese. Di non permettere che l'ideologia e il timore si frappongano nel nostro cammino", aveva attaccato Kerry spiegando che gli Usa stanno perdendo la leadership scientifica su altri Paesi. Kerry prometteva stanziamenti federali per 100 mila dollari alla ricerca con le linee di cellule staminali embrionali, mentre preannunciava di levare quel limite che sia la maggioranza dei senatori, che dei deputati, contestavano al presidente Bush. Il limite del 9 agosto 2001, data discrimine di creazione per le linee staminali embrionali per poter ricevere finanziamenti federali.
Ma attenzione, negli Usa non ci sono divieti di ricerca, fondi privati possono finanziare e sostenere la creazione di nuove linee di staminali embrionali. Tanto che la first lady Laura Bush spiegava in piena campagna elettorale: "non vi e' un bando sulla ricerca con le cellule staminali. Si fa tutto un gran parlare di questo sulla stampa., il fatto e' che il presidente e' l'unica persona che abbia autorizzato la ricerca sulle staminali embrionali, mentre in molti Paesi vi e' il bando assoluto per questo tipo di ricerca".
Alla fine l'ha vinta Bush, confermato alla presidenza Usa, ma sul punto della ricerca con le staminali non e' chiaro quanto la maggioranza degli elettori fosse con lui. Di sicuro non quelli californiani, che avendo votato come governatore un repubblicano atipico come Arnold Schwarznegger, sull'argomento hanno detto la loro grazie a Proposition 71. Nello stesso giorno delle presidenziali, in
California gli elettori hanno infatti trovato la scheda del referendum che bypassava il divieto dei finanziamenti federali alla ricerca con le staminali embrionali, concedendo importanti finanziamenti statali. Un referendum che ha contato sul sostegno di un amplissimo schieramento che andava dallo stesso Schwarznegger fino a Bill Gates. E' cosi' che lo Stato della Silicon Valley, ha deciso di investire sulle staminali prima approvando una legge nel 2002 riconoscendo l'utilita' e la legalita' delle ricerche con quelle embrionali, poi il referendum con il 59% dei voti a favore di un programma che fornisce finanziamenti statali di 300 mila dollari all'anno per un piano della durata complessiva di 10 anni. Totale 3 miliardi di dollari. Ma se la cifra puo' sembrare pazzesca, la sanita' pubblica californiana costa allo Stato 118 miliardi di dollari, all'anno. E le malattie piu' costose sono proprio quelle per cui le staminali potrebbero essere risolutive: Alzheimer e Parkinson in testa.
E proprio l'Alzheimer e' stato il responsabile della prima morte che ha commosso l'America, quella di
Ronald Reagan. Una malattia e la possibilita' che si trovi una terapia grazie alle ricerche sulle staminali embrionali ha visto schierati Nancy Reagan e il figlio Ron uniti nel chiedere la fine delle restrizioni per i fondi federali a queste ricerche. La seconda morte pesante e' stata quella di
Christopher Reeve, l'attore noto per avere impersonato Superman al cinema, e nella vita per essere stato il paladino della ricerca scientifica con le staminali embrionali, grazie all'impegno profuso dopo l'incidente che lo aveva paralizzato dal collo in giu'.
Ma il 2004 sembrava sarebbe stato l'anno in cui l'
Onu si sarebbe dovuto pronunciare con una convenzione sulla clonazione umana. E' dal 2001 che al Palazzo di Vetro si dibatte per un bando, su un punto tutti sembrano essere piu' o meno d'accordo, il veto alla clonazione umana riproduttiva, ma il consenso salta quando si cerca di differenziarla da quella terapeutica. Del resto come pensare che Paesi che l'ammettono e l'hanno gia' normata, possano ratificare un trattato che la mette all'indice? Un gioco di forze in cui gli schieramenti classici sembrano ribaltarsi e cosi' alla testa di un interventismo multilaterale stavolta c'e' Bush che chiede con la Santa Sede il bando totale, mentre dall'altra parte, contrapposta, c'e' la Gran Bretagna che sollecita una distinzione. Sulla ricerca scientifica ciascun Paese sia libero di decidere, e quindi la clonazione terapeutica sia lasciata alle leggi nazionali.
Al Palazzo di Vetro si sono cosi' scontrate queste due posizioni e due gruppi di Paesi. Il primo rappresentato dalla proposta di risoluzione del Costa Rica, sostenuto da Usa, Italia e che godeva del sostegno del Vaticano, poteva contare su 62 Paesi. Il secondo, rappresentato dalla proposta del Belgio, e sostenuto da Gran Bretagna, Cina, Giappone, Corea del Sud, Singapore, poteva contare su 20 Paesi dei 191 totali. Nessuno dei due riusciva ad ottenere la maggioranza necessaria per far passare il proprio documento. La decisione al Palazzo di Vetro di abbandonare il trattato e' stata presa consensualmente. Alla fine, cosi', la questione e' stata declassata da materia di un trattato internazionale, ad argomento di una mera dichiarazione d'intenti. E come se non bastasse la discussione e' stata ulteriormente rimandata dal comitato giuridico dell'Assemblea generale ad un gruppo di lavoro che nel prossimo febbraio dovrebbe riunirsi per la redazione di un testo da sottoporre in seguito agli Stati membri. Comunque una dichiarazione non vincolante, a differenza di un trattato che una volta recepito dallo Stato assume valore di legge.
Contro tutto questo appare senz'altro piccola la scelta dell'
Italia di vietare tutte le ricerche con le staminali embrionali nell'ambito di una legge nata per regolamentare la fecondazione assistita. Una legge che e' un elenco delle cose che non si possono fare, e tra queste anche la ricerca scientifica con le embrionali e la clonazione terapeutica. Negata anche la possibilita' di utilizzare in laboratorio gli embrioni sovrannumerari dalle tecniche di fecondazione
in vitro, che con un decreto del ministero della Sanita' del 4 agosto 2004 sono definiti orfani e abbandonati, e senza altro destino che il loro mantenimento crioconservati fino alla distruzione.
Sulla legge sulla Procreazione Medicalmente Assistita, la 40/2004, grazie alla promozione dei radicali e dell'associazione Coscioni e' da aprile che e' partita una campagna referendaria per abolire in toto la legge, ma anche in maniera parziale. Si sono uniti altri partiti politici o esponenti singoli, soprattutto dell'area di riferimento politico del centro sinistra, ma anche alcuni liberal e laici del centro destra, associazioni, sindacati e personalita' del mondo della scienza e dello spettacolo, in una corsa contro il tempo. Il 30 settembre sono state consegnate in Cassazione oltre un milione di firme sul referendum completamente abrogativo e oltre settecentomila su 4 quesiti parziali.
Entro febbraio e' atteso il pronunciamento della Corte Costituzionale, nel frattempo in Parlamento sono depositate e iniziano l'iter legislativo nuove proposte per modificare la legge ed evitare il referendum. La speranza e' che si arrivi invece ad un voto popolare, cosi' che nella prossima primavera possano essere gli elettori ad esprimersi su una materia cosi' importante in cui si giocano tanti fattori che vanno dalla laicita' dello Stato alla tutela delle liberta' individuali e della ricerca scientifica. Fino ad arrivare al rischio di un arretramento come sistema Paese che si trovera', a lungo termine, ad importare scoperte fatte in altre parti del mondo ed, a breve termine, a osservare inerte l'avvio di un turismo sanitario che cerca altrove cio' che l'Italia nega per scelta ideologica ed etica.