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Affitti brevi. Keybox: fumo negli occhi
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4 dicembre 2024 10:00
 

Keybox di qua e keybox di là. Sarà che le parole dell’idioma oltre Manica e oltre Atlantico rappresentano per molti una sorta di “allora è importante”, ma far credere che le autorità (locali e nazionali) stiano affrontando la questione degli affitti brevi rispetto al danno in essere, è fumo negli occhi. 

Il divieto delle keybox è rispetto delle leggi: identificazione dell’utente. Come fanno gli albergatori che pagano fior fiore di tasse a differenza di questi imprenditori convinti che San Frediano a Firenze o Trastevere a Roma o i Navigli a Milano siano come la Silicon Valley (abbiamo già dato, grazie!).

Chiarita questa banalità, non vorremmo che i nostri governanti ed amministratori si sentissero sereni ed appagati perchè… hanno fatto rispettare la legge… ma guarda un po’... non vorremmo che fra un po’ fosse emanata altrettanta circolare in fanfara tipo “le lenzuola devono essere pulite”.

Noi siamo in attesa di altre risposte. La principale: il rispetto e l’uso della proprietà privata deve manifestarsi distruggendo città e mercato degli affitti?

Ci ha colpito l'altro giorno una nota di un sindacato di polizia di Firenze: faceva notare che, per i nuovi assunti che guadagnano 1400 euro al mese (millequattrocento!!), è impossibile trovare casa in città e molti chiedono già il trasferimento. Poliziotti tanto agognati dalla amministrazione locale che la stessa li tratta come gli studenti fuorisede e i tanti lavoratori (di cui abbiamo tanto bisogno…) che non si possono permettere di acquistare una casa: arrangiatevi…. e spazio al cosiddetto nero!

Ci sono anche altre domande a cui, in parte arriva qualche risposta. Come - meglio tardi che mai - la Tari che la Sindaca fiorentina vorrebbe aumentare per chi gestisce più di quattro case (chissà perché 4 e non 1, visto che. per esempio, la Tari degli alberghi è più alta…). E poi ci sono quelle in sospeso, tipo: le spese condominiali di un affitto breve, perché non dovrebbero essere maggiori? Risposte sulle quali i nostrali imprenditori “Silicon Valley” non si vergognano di protestare accusando di “caccia alle streghe”.

Ma tutto un corollario dello specifico business che non deve eludere la domanda principale: cosa volete fare per rimediare ai danni già fatti alle città, ai cittadini, ai lavoratori e agli studenti. Che i politici di rango locale, parlamentare e governativo dovrebbero affrontare e risolvere.


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