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Alitalia. Irriverentemente risolto il dramma della compagnia di bandiera? Alimentazione forzata da parte di chi è contro l’eutanasia
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Articolo di Vincenzo Donvito
16 luglio 2019 12:50
 
  Sembra proprio che la vicenda Alitalia abbia trovato una conclusione, quasi tutta italiana con un po’ di soldi americani. Imbarcati anche i Benetton di Atlantia (quelli che secondo il vicepremier Di Maio facevano cascare gli aerei - 1) ora dovranno definire i vari aspetti. Una “piccola” curiosità su dove i vari azionisti andranno a prendere i soldi: Fs da alcuni giorni ha istituito una gabella di 2 euro per la prenotazione dei posti a sedere sui treni Freccia… sarà per questo motivo? E dovremo attenderci anche altrettanta gabella sulle dimensioni e sul peso dei bagagli dei viaggiatori, nonché un supplemento aria condizionata o uso della toilette… insomma tutto quell’armamentario di costi opzionali grazie ai quali i vettori aerei low cost riescono ad esser tali… ma in questo caso sarebbe per il bene pubblico e non solo per le tasche degli azionisti… ammesso che finanziare e gestire Alitalia possa essere una iniziativa di pubblica utilità.
Comunque, questa è l’Italia. Identica ai capitani coraggiosi di berlusconiana memoria e identica ai vari “prestiti” ponte che si sono succeduti nei tempi.
Inspiegato al momento il mistero del partito del vicepremier Di Maio (ma chi gliel’ha fatto fare, viste le premesse e il continuo dire che è in corso un nuovo… corso), rimane anche l’inspiegabilità dell’altro partito del governo, la Lega di Salvini, come se a questi ultimi gli mancassero rogne di soldi pubblici finiti chissà dove (49 milioni…). Tra le tante cose che entrambi avrebbero potuto fare e/o continuare a fare, la vicenda Alitalia rimane un mistero… ovviamente nell’ambito di coloro per i quali 2+2=4.
Irriverentemente risolto il problema della compagnia di bandiera? Bah! A noi sembra alimentazione forzata da parte di chi è contro l’eutanasia. Io, piuttosto che volare Alitalia spendo il doppio con qualche altro vettore (anche se dovessi passare da Helsinki per andare a Tel Aviv), anche se riconosco che alcune rotte AZ sono delle eccellenze (per esempio, oltre a Tel Aviv, anche Tokyo)… ma non sempre le tradizioni hanno valori e vanno rispettate… anzi: è proprio in questi casi che occorre fare molta attenzione a cosa e dove si fa per dare economia e segnali di intelligenza, a partire da se stessi, dal proprio quotidiano. E’ un modo per sentirsi parte del Paese, anche se chi lo gestisce fa cose che ci turbano e che non condividiamo. E’ un modo per non sentirsi complici. Certo, i soldi dello Stato che continueranno a finanziare Alitalia verranno presi dalla fiscalità generale, per cui che io volo Alitalia o meno non inciderà sui conti. Ma siamo in politica, e i gesti, i segnali, le manifestazioni contano; e un domani, quando Alitalia avrà di nuovo dissanguato le finanze dell’Italia (tramite il Ministero economia e finanze, Mef) e quelle di alcuni privati, forse riusciremo (come contribuenti) ad avere voce in capitolo per mandare finalmente al macero questo vettore.
Per capire meglio il contesto economico di cui stiamo parlando, una piccola nota sui privati coinvolti: nessuno ci leva di testa che i soldi a questa voragine Atlantia/Benetton li abbiano dati per non farsi levare la concessione di Autostrade (e le minacce non sono mancate….); e che Delta abbia fatto altrettanta “donazione” per avere un maggiore controllo delle rotte transatlantiche verso gli Usa, e poter così avere la meglio su queste rotte che correvano il rischio, nonostante i loro accordi vigenti con il gruppo Air France/Klm, di diventare grande patrimonio del gruppo Lufthansa e del gruppo British/Iberia.

1 – in una trasmissione di Porta a Porta
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