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Alternative alla sperimentazione animale
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Articolo di Redazione
24 maggio 2011 12:59
 
Dice Ursula Graf-Hausner della Suola Superiore di Scienze Applicate di Zurigo: "Prima o poi si rinuncerà del tutto agli esperimenti sugli animali, o quanto meno è quello che ci proponiamo".
Lei ha fondato il Centro "Gewebe zur Wirkstoffentwicklung" ("Tessuti per l'elaborazione di principi attivi"), aperto a Waedenswil vicino a Zurigo all'inizio di quest'anno. L'idea: coltivare dei modelli tridimensionali di tessuti di pelle umana, fegato e tumori al fine di saggiare nuovi principi attivi. Non è un'idea nuova, solo che finora non era mai stata tradotta in pratica. Oggi è il compito che i ricercatori del nuovo Centro si sono dati. Insieme a fornitori e fruitori di tessuti 3-D intendono infatti trovare le soluzioni che ne rendano possibile l'impiego abituale.
Il primo bersaglio è il settore cosmetico. Del resto, nell'industria cosmetica il modello-tessuto da pelle umana quale sostituto del test di irritabilità, che una volta si analizzava sui conigli, si è imposto fin dal 2007. E poiché nel 2013 dovrebbe entrare in vigore il divieto Ue di commercializzare prodotti cosmetici provati sugli animali, la richiesta di alternative aumenterà certamente. E anche l'industria farmaceutica vuole ridurre gli esperimenti animali -per motivi etici e, non ultimi, economici.
Le sperimentazioni con le colture cellulari servono a provare la tossicità delle sostanze. Ma per elaborare nuovi principi attivi non sono adatti, dice Jan Lichtenberg dell'azienda Insphero: oltre il 90% delle sostanze che avevano superato lo scoglio della coltura cellulare, non ha poi retto alla prova della sperimentazione animale né quella dei test clinici sull'uomo.
Attualmente i ricercatori del nuovo centro comparano otto sistemi tissutali che provengono da varie aziende produttrici. I microtessuti hanno la dimensione di un granello di sabbia e nuotano in un liquido nutritivo oppure sono immersi in una sostanza gelatinosa. I tecnici analizzano quanto siano adatti questi sistemi per riconoscere, ad esempio, l'efficacia di farmaci antitumorali, e se si possano "automatizzare" per garantire l'alto rendimento del campione.
Resta che, per poter sostituire completamente gli esperimenti animali, servirebbero sistemi più complessi, simili agli organi umani. Tra le possibilità individuate c'è quella di simulare la circolazione sanguigna in cui siano contenuti sostanze nutritive e principi attivi.
Difficile dire se alla fine si riuscirà a riprodurre in modo efficace la complessità dell'organismo umano. C'è da augurarselo, giacchè si potrebbero simulare varie malattie, e le reazioni sul tessuto umano sarebbero meglio rappresentate che non nell'animale, come sostiene Urula Graf-Hausner.

(da Neue Zuercher Zeitung del 18-05-2011. Traduzione di Rosa a Marca)

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