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Assicurazioni: costi e disdette dopo i desideranda del ministro
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Articolo di Libero Giulietti *
23 febbraio 2011 8:38
 
In un articolo del Sole 24 Ore del 4 gennaio 2011 si leggeva che il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, al termine di un incontro al Ministero con Fabio Cerchiai e Giancarlo Giannini presidenti di Ania - Associazione di categoria delle imprese assicurative - e Isvap, aveva dichiarato: "Il governo ritiene inammissibile che il costo medio della RC Auto sia di € 400 contro i € 200 del resto d'Europa".
Noi ne prendiamo atto e aggiungiamo che, essendo le tariffe notevolmente più alte al Sud rispetto al Nord, esistono ampie zone del Paese in cui tale rapporto è ancora più elevato
Tale notizia è di estrema importanza perché tocca direttamente le tasche degli italiani che, in questi ultimi tempi, non sono piene e avrebbe dovuto suscitare un minimo di dibattito che invece non c’è stato. Pertanto ci proponiamo di ricordarla a chi ci legge e, se vorranno, alle Autorità competenti anche in relazione ad alcune segnalazioni giunte di recente alla nostra associazione.
L'andamento dei prezzi dei contratti di assicurazione RCA è in gran parte imputabile al fatto che, all'obbligo di contrarre a carico della Compagnia assicuratrice, fa riscontro l’obbligo di assicurarsi a carico dell'automobilista, ma, a fronte di tali reciproci obblighi, non esiste alcuna limitazione al prezzo applicabile alle polizze, che è stabilito in totale libertà da parte della Compagnia stessa (così il Presidente dell'ISVAP, in un intervento al Parlamento e al Governo del 29 dicembre dello scorso anno).
La compagnia assicuratrice, facendo assegnamento su un cliente che “non può scappare” tende a massimizzare l'introito scaricando i propri costi, giustificati o ingiustificati, inefficienze e disservizi di ogni genere, sull'automobilista. E' lo stesso comportamento delle pubbliche amministrazioni che, avendo problemi di bilancio determinati dalla loro cattiva amministrazione, chiedono il rimborso "a piè di lista" ai cittadini imponendo loro nuove tasse (o -vedi le recenti vicende di Firenze- facendo multe con l'autovelox!!).
In realtà questo non è il metodo giusto per affrontare il mercato, ma solo il più facile, generatore di gravi riflessi sul piano sociale quali la rapida espansione della evasione dell'obbligo assicurativo con conseguente circolazione di soggetti non assicurati.
E’ vero che nel nostro Paese esistono fattori tipici che contribuiscono all'elevato costo finale della R.C.Auto quali l'elevato numero di lesioni denunciato; la disomogeneità delle valutazioni giurisprudenziali dei risarcimenti che fa sì che a fronte di danni uguali corrispondano risarcimenti estremamente differenti; l'elevata incidenza delle lesioni minori; lo scarso rispetto per le norme del traffico e di sicurezza; lo stato della rete stradale, ma le Compagnie non vanno esenti da responsabilità anche perché hanno di recente beneficiato di una consistente riduzione dei costi conseguente alle innovazioni normative introdotte dal nuovo codice della strada (es. patente a punti).
Per quanto attiene, poi, il livello del servizio, basta vedere la quantità di reclami presentati dagli utenti e la quantità delle sanzioni irrogate dall’Autorità per violazione della normativa RCAuto: nel periodo 2000-2009 complessivamente un importo di oltre 245 milioni di euro. Le inefficienze maggiori vengono individuate dall’Autorità soprattutto (ma non solo) nell'ambito della liquidazione dei sinistri per la quale occorrerebbe, soprattutto al Sud, un rafforzamento degli organici, interventi sui processi di informatizzazione, controlli sui periti, sui medici e sui legali fiduciari. In sostanza sembra necessaria una razionalizzazione ed un ammodernamento del sistema di gestione degli indennizzi che consenta risparmi di spesa senza sacrificare la soddisfazione degli utenti (molto bassa come attestato dal fatto che gran parte dei reclami si verificano proprio nella fase della liquidazione).
Si potrebbero, poi, effettuare -sostiene ancora l’ISVAP- una serie di interventi normativi volti prevalentemente a ridurre la piaga delle frodi (che si riscontrano fin dalla fase iniziale attraverso la falsificazione del contrassegno assicurativo), i tempi e la quantità del contenzioso giudiziale e stragiudiziale, il tutto senza discapito della qualità del servizio.
Per le considerazioni che precedono, non sono giustificate le disdette che, anche in forma massiva, le Compagnie hanno inviato o stanno inviando agli automobilisti sulla base, certe volte, della sola residenza in certe aree geografiche. Lo scopo è quello di abbandonare clienti poco remunerativi oppure di imporre loro la stipula del contratto alle condizioni di "clienti nuovi".
Tale comportamento non è lecito ed è stato stigmatizzato dall'ISVAP che ha formulato la regola seguente:
“”in caso di disdetta di un contratto r.c. auto da parte dell’impresa, l’assicurato che comunque richieda al medesimo assicuratore la copertura, ha diritto ad ottenerla e deve essere considerato “vecchio cliente”, con la conseguenza che la tariffa applicabile non può che essere quella in vigore per la clientela della compagnia al momento della ripresa del contratto senza ulteriori aggravi””.

* legale Aduc

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