Inflazione pressoché stabile - a +2,2% da +2,3% - grazie al calo dei prezzi energetici e dei trasporti, mentre cala la crescita del cosiddetto carrello della spesa (da +2,6% a +2,4%).
Siamo in periodo di “stabilità” che, tutto sommato, non dovrebbe creare allarmi; anche in considerazione che, in area euro, la stima Eurostat di aprile indica stabilità, +2,4%, grossomodo con un’Italia in linea coi maggiori Paesi della medesima area.
Non è periodo di fiammate, ché nessuna economia, a poco più di un mese dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, oserebbe azioni del genere.
Siamo entrati nella calma dei fatti e nel “circo” delle promesse elettorali. Ce ne sono per tutti i gusti.
Ma si parte da una squallida constatazione: il Governo ha votato a favore del Patto di Stabilità (riforme per crescita e conti sostenibili, regolamentando i conti per rientrare dallo spaventoso debito pubblico, sempre in crescita)... voto che invece è stato contrario e/o di astensione di tutti i deputati (governo e opposizione) presenti oggi al Parlamento europeo. That’s Italy… sarà giustamente stato fatto notare al di là delle Alpi.
Aprile, e sicuramente anche maggio, saranno simili. Poi, dopo il voto del 8-9 giugno, chi dovrà e potrà si scatenerà e - garantito - l’inflazione (vuoi anche il contributo della tipica lievitazione stagionale) andrà in alto. Le uniche possibilità di un’inversione di tendenza potranno venire dall’Ue e dalla Banca Centrale Europea (Bce), ma per questo dovremo aspettare come minimo il dopo estate, quando l’assetto del “governo europeo” sarà definito.
Godiamoci questa tranquillità nell’assordante silenzio delle non-interessanti proposte della campagna elettorale che, tutti i contendenti (tranne qualche piccola lista europeista, attualmente senza poteri) le usano per un rafforzamento nazionale, a partire da quelli che dicono di aver capito tutto e che spacciano questa stabilità momentanea come frutto delle loro iniziative nazionali…. si consideri che non siamo alla canna del gas solo grazie al calo continuo dei prezzi energetici, calo non certo dovuto all’Italia, ma ad una Unione europea che ha dimostrato tutta la sua forza e capacità dopo la crisi dovuta all’invasione russa dell’Ucraina, seguita a quella del Covid.
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