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Educazione e informazione sessuale a scuola. Il ministro sessuofobo
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1 maggio 2025 10:11
 

Il ministro dell’Istruzione e del merito ha articolato le sue proposte per alcune novità che intende introdurre nella scuola. Educazione e informazione sessuale sarà possibile solo dopo consenso esplicito dei genitori. Il ministro lo definisce “tema sensibile”. E, in effetti, nel suo mondo sessuofobo, non potrebbe essere altrimenti. 
Quindi, pur comprendendolo, non possiamo che ricordargli che la scuola non è la sua famiglia. 
Non a caso è “scuola pubblica”: istruzione e informazione sulle basi del nostro contratto civico e culturale, che fa riferimento alla Costituzione. Infatti - a partire dagli artt. 2 e 3 - si sancisce dignità e uguaglianza anche per la propria sessualità. 

La sessualità è come respirare e mangiare. Ed è anche - pur se non necessariamente - amore. La nostra società l’ha sempre repressa, fino all’ipocrisia di leggi che vietano e non-vietano la sua mercificazione. Con anche maestri di vita che si qualificano (ufficialmente) per l’assenza di sessualità nella propria cultura/dottrina. Un contesto che favorisce, per esempio, patriarcato e femminicidio.

Ora, forse, con l’introduzione dell’educazione e informazione sessuale a scuola,  potremmo essere ad un punto di svolta. Ma l’opzionalità e il “prurito” liberale nel far decidere i genitori, la sminuiscono e marginalizzano. Estremizzando: se un genitore è terrapiattista (e purtroppo qualcuno c’è), si fa decidere allo stesso se il figlio debba seguire le lezioni di scienza e geografia? Certamente no. Esiste una scienza di riferimento che si è deciso essere degna per formare i giovani. Perché la sessualità non dovrebbe avere altrettanta dignità? E’ qui che entra il gioco la valutazione di “materia sensibile” data dal nostro ministro, che sembra non considerare la conoscenza della propria sessualità come naturalità del proprio contratto civico.

Vedremo come si svilupperà la vicenda, Chè al momento abbiamo un pessimo punto di riferimento. Il fondo da mezzo milione previsto nell’ultima legge di bilancio per promuovere l'educazione sessuale nelle scuole secondarie, è stato invece impiegato per formare gli insegnanti sull'infertilità e i modi per prevenirla.

Infine, nella medesima proposta del ministro Valditara si prevede l’aumento di pene quando i genitori picchiano gli insegnanti. Il solito alibi forcaiolo per non affrontare il problema di informazione ed educazione anche per i genitori. Il deterrente della pena, soprattutto quando ci sono di mezzo figli e presunto amore, non serve a nulla. Si pensi alle super pene per quello che hanno chiamato reato di femminicidio: da quando c’è, i femminicidi sono cresciuti.


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