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 AUSTRALIA - AUSTRALIA - Australia. Premier autorizza voto di coscienza sulla clonazione terapeutica
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Articolo di Pietro Yates Moretti
31 agosto 2006 17:18
 
Il primo ministro John Howard ha autorizzato un voto di coscienza al parlamento federale sulla clonazione terapeutica (proibita dal 2002), dicendo che avrebbe anche permesso il dibattito su una proposta di legge in discussione. Secondo il regolamento parlamentare, una proposta di legge decade se il governo non autorizza il voto.
Ma insieme a questa autorizzazione, che segue numerosi appelli e pressioni da parte di scienziati, di governatori degli Stati, e dei parlamentari della maggioranza stessa, Howard ha reso pubblico un nuovo rapporto che potrebbe mettere in difficolta' i sostenitori della clonazione terapeutica. Il rapporto, infatti, mette in discussione i risultati della commissione Lockhart, che aveva raccomandato la legalizzazione della clonazione terapeutica.
La senatrice liberale Kay Patterson e la senatrice democratica Natasha Stott Despoja avevano infatti annunciato l'intenzione di presentare proposte di legge basate largamente sulle conclusioni della commissione Lockhart.
La rivolta interna alla maggioranza di governo ha fatto infuriare il ministro della Salute, Tony Abbot, che ha chiesto a Patterson e Despoja di spiegare per quale motivo hanno cambiato idea sulla clonazione terapeutica dal 2002 ad oggi.
A giugno il governo aveva deciso a maggioranza di ignorare i risultati della commissione, ma questo aveva scatenato la reazione di molti membri della maggioranza, costringendo Howard ad aprire il dibattito sull'argomento.
Il nuovo rapporto sostiene che poco sia cambiato nel mondo scientifico dal 2002, quando fu approvato il divieto della clonazione terapeutica, da giustificare una revisione della legge. Inoltre accusa la commissione Lockhart di non aver appunto descritto quali cambiamenti siano intervenuti per motivare la modifica. Per Howard il rapporto e' un nuovo importante incentivo ad un dibattito trasparente e aperto su un argomento cosi' delicato. Ma alcuni parlamentari della maggioranza hanno espresso dubbi sull'obiettivita' del rapporto e sui tempi della sua pubblicazione. Per il liberale Mal Washer, sostenitore della clonazione terapeutica, il rapporto "puzza di disperazione". "Mi dispiacerebbe dire che si tratta di un 'rapporto a pagamento', ma appare un po' cosi', va contro l'opinione dell'intero mondo scientifico", ha detto Washer. "Il suo scopo era di ottenere una opinione contraria a quella della commissione Lockhart, sostenendo che la ricerca con le cellule staminali non e' progredita negli ultimi quattro anni, ovvero dal 2002. Beh, questo e' contrario all'opinione di tutto il mondo, ma evidentemente andava bene al governo".
La senatrice Patterson ha criticato il nuovo rapporto ma ha detto che cio' non le impedira' di introdurre la sua proposta di legge: "E' strano che sia stato richiesto un altro rapporto quando abbiamo gia' il rapporto di Lockhart con sei esperti scelti dal governo e approvati dalla maggior parte degli Stati, ed i cui risultati sono inequivocabili. Quando pero' i risultati non sono stati quelli che alcuni si aspettavano, hanno chiesto un altro rapporto".
Intanto l'"australiano dell'anno", Ian Frazier, ha rivolto un accorato appello ai parlamentari federali per la legalizzazione della clonazione terapeutica, dicendo che le sue scoperte per lo sviluppo di un vaccino contro il cancro della cervice non sarebbero mai avvenute senza le decisioni giuste sulla ricerca prese negli anni '70.
In una lettera ai parlamentari, Frazer chiede: "Fra 25 anni i nostri figli ripenseranno a noi e diranno "hanno preso le giuste decisioni, ci hanno dato le cure per il diabete, per le malattie del cuore e quelle neurologiche" oppure dovranno aspettare qualche cura dall'estero, o mandare i propri concittadini a curarsi in Cina, in India o in Europa?"
Frazer scrive che negli anni '70 vi era un forte dibattito pubblico sulla moralita' e la sicurezza dell'ingegneria genetica. Addirittura fu presa in considerazione una moratoria su questo tipo di ricerca. Se questo fosse accaduto, dice Frazer, il vaccino per il cancro della cervice che sta per essere messo a disposizione di tutto il mondo non sarebbe mai stato sviluppato, o forse sarebbe stato creato da qualche altro Paese con molto ritardo.
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