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Austria. Vita dura per la Caritas
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Articolo di Rosa a Marca
31 ottobre 2001 15:38
 
Titolo a lettere cubitali: "Banda di trafficanti di droga agiva dall'interno della Casa di accoglienza". La notizia riguarda l'arresto di due nordafricani in un'operazione antidroga di una certa importanza. I due figuravano domiciliati presso la Caritas locale, anche se in realta' si erano eclissati fin dal 22 giugno. Ma la cronaca questo non lo riporta. Cosi' come non riferisce che la Caritas e la polizia collaborano tra loro, e non da oggi.
Una collaborazione non facilissima poiche' la prima deve salvaguardare i suoi 350 ospiti e la propria immagine, mentre la seconda deve agire in rispetto delle leggi. Cosi', quando all'inizio dell'anno i responsabili della Casa di accoglienza chiesero controlli regolari con cani antidroga, la risposta fu negativa. "Possiamo intervenire solo se esiste un sospetto molto concreto", fu la risposta.
La Caritas sta percio' cercando altre soluzioni, come l'eventuale impiego di poliziotti in pensione con cani addestrati. Comunque nella Casa esistono gia' alcune forme di sorveglianza: telecamere installate un po' dappertutto e il portinaio attento a impedire l'ingresso agli sconosciuti. E quando i responsabili notano qualche stranezza, ad esempio un immigrato con tre telefonini e una bicicletta nuovissima, poco giustificati da un sussidio mensile di 1.400 Schilling (101,74 euro), parte immediata la segnalazione alla polizia.
Purtroppo contro un titolo come quello riportato all'inizio ("Banda di trafficanti nella Casa di accoglienza") a nulla servono videosorveglianza e cani antidroga.
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