testata ADUC
BALCONATA DI NEBBIA.MA NO! E' "BALAUSTRATA DI BREZZA"
COMUNQUE: OMAGGIO A GIUSEPPE UNGARETTI
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Annapaola Laldi
1 agosto 2005 0:00
 
Di tanto in tanto, mentre buttavo giu' la riflessione del 15 luglio scorso "Si fa presto a dir nebbia" clicca qui , mi veniva in mente una breve poesia di Giuseppe Ungaretti, che facevo iniziare cosi': "Balconata di nebbia.".
In realta', ho dovuto constatare che la memoria mi aveva giocato un piccolo tiro birbone, perche' la balconata e' in realta', una "balaustrata", e al posto della "nebbia" c'e' la "brezza".
Cio' non toglie che sia una poesia intensa nella sua semplicita'. Eccola qui:

Stasera
Versa il 22 maggio 1916

Balaustrata di brezza
Per appoggiare stasera
La mia malinconia

Continuando a sfogliare il mio vecchio volumetto di Vita di un uomo -106 poesie 1914-1960 (Oscar Mondadori, 1970), mi sono imbattuta in un'altra bella poesia che Ungaretti scrisse due anni dopo, quando si trovava sul fronte francese; cio' che in essa mi colpi' allora, e continua a colpirmi adesso, e' il senso di pace che da' al poeta riconoscersi "immagine/passeggera/ presa in un giro/ immortale" -creatura che passa, verrebbe da dire, come la nebbia, il cielo, le stelle... Non dunque nella staticita', trova pace, bensi' proprio nel fluire (anche lui un ammiratore del "panta rei" -tutto scorre- di Eraclito?)

Sereno
Bosco di Courton luglio 1918

Dopo tanta
Nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle

Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo

Mi riconosco
Immagine
Passeggera

Presa in un giro
immortale

E questi ultimi cinque versi, nel mio libro, hanno accanto un appunto che mi rimanda a una poesia precedente, quella che s'intitola "I fiumi", nella quale lo stesso sentimento e' espresso con una leggera variazione; qui Ungaretti dice di riconoscersi "una docile fibra dell'universo", e rivela la tortura che prova quando gli viene a mancare la percezione di questa armonia col tutto e la sua felicita' di quando, invece, riesce -raramente- a sentirla (versi 27-41).
Ecco dunque anche questa poesia, in cui metto in corsivo i versi a cui ora ho fatto riferimento.

I fiumi
Cotici il 16 agosto 1916

Mi tengo a quest'albero mutilato
abbandonato in questa dolina
che ha il languore
di un circo
prima o dopo lo spettacolo
e guardo
il passaggio quieto
delle nuvole sulla luna

Stamani mi sono disteso
in un'urna d'acqua
e come una reliquia
ho riposato

L'Isonzo scorrendo
mi levigava
come un suo sasso
Ho tirato su
e mie quattr'ossa
e me ne sono andato
come un acrobata
sull'acqua

Mi sono accoccolato
vicino ai miei panni
sudici di guerra
e come un beduino
mi sono chinato a ricevere
il sole

Questo e' l'Isonzo
e qui meglio mi sono riconosciuto
una docile fibra
dell'universo

Il mio supplizio
e' quando
non mi credo
in armonia

Ma quelle occulte
Mani
che m'intridono
mi regalano
la rara felicita'

Ho ripassato
le epoche
della mia vita

Questi sono
i miei fiumi

Questo e' il Serchio
al quale hanno attinto
duemil'anni forse
di gente mia campagnola
e mio padre e mia madre

Questo e' il Nilo
che mi ha visto
nascere e crescere
e ardere
d'inconsapevolezza
nelle estese pianure

Questa e' la Senna
e in quel suo torbido
mi sono rimescolato
e mi sono conosciuto

Questi sono i miei fiumi
contati nell'Isonzo

Questa e' la mia nostalgia
che in ognuno
mi traspare
ora ch'e' notte
che la mia vita mi pare
una corolla
di tenebre

NOTA
La poesia "I fiumi" fa da breve compendio biografico fino al 1916. Giuseppe Ungaretti (1888-1970) nacque da genitori di origine lucchese (il Serchio) ad Alessandria d'Egitto (il Nilo), il 10 febbraio 1888. In Egitto trascorse infanzia, adolescenza e prima giovinezza. Nel 1912 si reco' in Italia e poi a Parigi (la Senna), dove conobbe se stesso, come osserva nella poesia, e fece amicizia con pittori e letterati quali Picasso e Apollinaire. All'inizio della prima guerra mondiale fu richiamato alle armi e inviato sul Carso (l'Isonzo) e poi sul fronte francese. Per ulteriori notizie biografiche vedere clicca qui (Barche e naufragi: variazioni sul tema del 15 luglio 2004, in cui e' riprodotta un'altra poesia di Ungaretti, "Allegria di naufragi").
La poesia "La madre" sempre di Ungaretti si trova in "Con due poeti di fronte all'enigma" del 1 agosto 2004: clicca qui

Su Internet una biografia del poeta si trova su clicca qui

(Il testo delle poesie citate qui e' ripreso da GIUSEPPE UNGARETTI, Vita d'un uomo, Mondadori, Milano 1970, rispettivamente pp. 31, 71 e 38-40).
Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS