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Berlusconi e la liberta' di coscienza
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Articolo di Donatella Poretti
31 agosto 2006 17:33
 
"Certi limiti posti alla ricerca scientifica possono portare a strategie efficienti: basta guardare il grande sviluppo sulle ricerche sulle staminali senza ricorrere ad embrioni umani". Lo ha detto Silvio Berlusconi al meeting di Cl, che ribadisce come "un partito non puo' possedere o controllare le coscienze dei suoi aderenti": per questo "Fi lascia agli azzurri la liberta' di coscienza sui temi di bioetica".

Le parole del leader dell'opposizione ci ricordano quelle di Massimo D'Alema quando sosteneva che la ricerca scientifica e la fecondazione assistita non erano temi su cui un partito o una coalizione doveva avere una posizione unica. Erano temi per cui si utilizzava la formula magica della liberta' di coscienza. Una posizione poi travolta dall'impegno del suo partito sul referendum contro la legge 40, ora resuscitata da Berlusconi a cui risolleviamo gli stessi dubbi di allora: davvero su un tema cosi' importante come la ricerca scientifica, asse portante di una societa' moderna e di un Paese che dovrebbe porsi come obbiettivo quello di essere all'avanguardia su scoperte e cure mediche, un partito non ha il coraggio di esporsi e di promuovere il proprio modello politico? Cosa c'entra la liberta' di coscienza, che speriamo esista sempre e per qualsiasi tema e in qualsiasi partito, sostenere una politica piu' liberale o una piu' restrittiva e conservatrice? Va bene che il rischio dei fischi dalla platea di Rimini del Meeting di Comunione e Liberazione era elevato, visti i precedenti di Rutelli e della Binetti, ma non ci dica che mettere un divieto fa aguzzare l'ingegno per aggirare l'ostacolo. E' come dire che mettere tante tasse fa infurbire il contribuente per eluderle.
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