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Bolivia. Ancora violenza, ancora tre morti tra i cocaleros
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Articolo di Donatella Poretti
16 novembre 2001 22:42
 

Per approfondimenti:

26 agosto: Bolivia/Europa. Il mercato della foglia di coca .... che dovrebbe essere eradicata

27 agosto: Bolivia/Europa. La conferma del flop delle politiche di eradicazione delle piantagioni di coca

4 settembre: Bolivia. I militari antidroga distruggono le coltivazioni legali

8 settembre: Bolivia. Riprendono le coltivazioni di coca

15 settembre: Bolivia. Nuovo corpo di polizia specializzato nella lotta al narcotraffico

19 settembre: Bolivia. Cocaleros sul nuovo corpo di polizia specializzato nella lotta al narcotraffico

25 settembre: Bolivia. Cocaleros ultimatum ai militari

27 settembre: Bolivia. Cocaleros contro le eradicazioni

28 settembre: Bolivia. I militari sparano alla stampa e uccidono un cocaleros

29 settembre: Bolivia. I cocaleros chiedono una tregua per le eradicazioni

30 settembre: Bolivia. Cocaleros e Governo si danno una tregua di 15 giorni

4 ottobre: Bolivia. Chapare militarizzato e cocaleros sul piede di guerra

5 ottobre: Bolivia. Tregua rotta nel tropico del Cochabamba

6 ottobre: Bolivia. Il procuratore discusso e la tensione nel Cochabamba

27 ottobre: Bolivia. Aumenta la presenza militare in Chapare

4 novembre: Bolivia. Cocaleros confermano il blocco stradale in Chapare

7 novembre: Bolivia. Chapare: il blocco stradale dei cocaleros impedito dall'esercito

13 novembre: Bolivia. Dietro il massacro dei contadini un gruppo di paramilitari?

14 novembre: Bolivia. Il conflitto con i cocaleros nel Chapare

15 novembre: Bolivia. Governo e cocaleros accettano il dialogo, intermediaria la Chiesa


Solo un'ora ha retto la speranza che l'intermediazione della Chiesa avrebbe potuto portare ad una pace ed ad una soluzione la grave situazione che si e' creata in Chapare. Cosi' dopo che ieri, sia il presidente boliviano, Jorge Quiroga, che il leader dei cocaleros, Evo Morales, si erano rivolti separatamente alla Chiesa Cattolica per chiedere la sua opera, accettando il dialogo con l'altra parte, il fatto nuovo e' stato questo: tre morti, uccisi da armi da fuoco, tentativi di blocchi, scontri, gas lacrimogeni, arresti e 18 feriti lungo la strada Cochabamba-Santa Cruz.
La versione dei fatti del Governo e' l'accusa ad un gruppo di 400 contadini che hanno attaccato un automezzo con 15 soldati, che hanno sparato per legittima difesa e per impedire che venissero sottratte loro le armi.
La risposta che arriva dal deputato cocalero Evo Morales e' quanto mai dura: "ora tutto questo terminera' con la lotta armata, perche' non possiamo perdonare facilmente. Proseguiremo con i blocchi come risposta al sangue che il Governo fa scorrere in Chapare".
In questa difficile situazione cerca di adoperarsi la Chiesa con il cardinale Julio Terrazas, presidente della Conferenza episcopale boliviana, che ha rinnovato anche oggi la sua proposta di mediazione facendo presente la necessita' di un dialogo almeno per risolvere i problemi piu' urgenti. Tra questi c'e' quello dei "bambini della guerra" che il viceministro per le Pari Opportunita', Mary del Carmen Arias, descrive come adolescenti tra 9 e 14 anni che non solo sono testimoni di violenze, di morte e di distruzioni, ma che muniti di fionde e di caschi fatti di zucca, masticano coca e si scontrano con i militari e la polizia.

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