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Bolivia. Solo un incontro tra il presidente e il leader dei cocaleros.
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Articolo di Donatella Poretti
5 gennaio 2003 19:38
 
Il proseguimento del dialogo tra il Governo e i cocaleros e' a rischio. I dirigenti del tropico del Cochabamba hanno annunciato che solo una riunione di "alto livello" tra il presidente Gonzalo Sánchez de Lozada e il massimo dirigente del settore cocalero e capo del Mas (Movimiento al Socialismo), Evo Morales, potra' evitare la rottura definitiva delle trattative. I deputati del Mas e rappresentanti dei produttori di coca, Jorge Ledezma e Luis Cutipa, hanno dichiarato ieri, separatamente, di essere stanchi di essersi riuniti piu' di 30 volte con il viceministro alla Difesa Sociale e di continuare a lavorare in commissioni che non offrono soluzioni concrete alle domande da loro poste.
"Le sei federazioni dei produttori di coca del tropico del Cochabamba hanno deciso di sospendere definitivamente il dialogo con i subalterni del Governo, che' l'unica cosa che hanno fatto e' stata quella di rimandare la soluzione alle nostre domande, dietro il pretesto di affrontarla nelle commissioni (...) Quello che e' chiaro ora, e' che solo una riunione di alto livello tra Evo Morales e il presidente Sánchez de Lozada puo' evitare la rottura del dialogo", ha detto Ledezma alla Anf.
Il parlamentare cocalero ha indicato che l'obbiettivo di questa riunione e' ottenere una risposta definitiva al problema della coca e alle diverse domande sociali dei piccoli proprietari, del Movimiento Sin Tierra e dei lavoratori sindacalizzati del Paese, altrimenti, in caso contrario il Paese dovra' sopportare non poche manifestazioni. Ledezma ha aggiunto che i dirigenti e i produttori sono stati fin troppo pazienti di fronte alla posizione pro-statunitense del Governo, che li ha presi in giro, in primo luogo, su una possibile pausa delle eradicazioni e poi sulla depenalizzazione della coca, in modo che diventasse legale la sua esportazione: discorsi che sono serviti solo per dare illusioni ai campesinos e, cosi', evitare scontri nel Chapare.
Il secondo dirigente in forza dei cocaleros, Luis Cutipa, per parte sua ha fatto presente che l'esecutivo ha ancora una settimana di tempo per riunirsi con il presidente Evo Morales Ayma, e impegnarsi a fermare l'eradicazione forzata delle piantagioni di coca, ordinare il ritiro dei militari e dare risposte positive ai piccoli proprietari e al Movimiento Sin Terra. "L'unica cosa certa, e chiara, e' che di nuovo il Chapare si trasformera' in uno luogo di rivendicazioni sociali delle classi piu' oppresse, si accendera' la miccia di un grande scontro che si estendera' a tutte le regioni del Paese per fare pressioni sul Governo perche' riveda le sue politiche e cerchi una soluzione alle esigenze di tutti questi settori sociali", ha detto Cutipa.
Nel frattempo, il viceministro alla Difesa Sociale, Ernesto Justiniano, ha fatto presente il suo malessere per l'assenza dei cocaleros alla riunione che era prevista per sabato e ha aggiunto che il Governo insistera' nel dialogo, visto che lo considera il miglior metodo per evitare i blocchi stradali e gli scontri nel tropico del Cochabamba.
"E' deplorevole che i rappresentanti dei produttori di coca del Chapare non siano venuti alla riunione prevista per stamani. Torneremo ad invitarli e speriamo che rivedano la loro posizione, perche' non farebbe bene al Paese l'avvio di un blocco nel tropico del Cochabamba, che potrebbe anche portare a scontri fisici", ha detto il rappresentante governativo.
Un altro fatto -per sottolineare la distanza esistente tra le due parti- e' che dal Palazzo del Governo e dalla maggioranza, e' iniziata a circolare l'ipotesi che il Mas e Morales starebbero complottando contro il Governo legalmente costituito: le loro proteste non sarebbero di tipo sociale ma di chiaro stampo politico.
Il presidente Gonzalo Sánchez de Lozada spera che, alle pressioni sociali, si imponga "la ragione e il giudizio", perche' i conflitti non contribuiscono alla soluzione dei problemi, ma, al contrario, pregiudicano tutti. "Non si risolvono le cose con scioperi, blocchi o marce. Si risolvono con il dialogo e accettando la realta'. Ci sono cose che non possono essere date alla gente, ma altre si'. Bisogna cercare quello che e' possibile e cercare di tenere in conto le necessita' dei diversi gruppi".
Il presidente ha detto che il Governo, in ogni momento ha mostrato la sua volonta' di dialogare con i diversi settori della societa', facendo capire che questa e' l'unica strada per risolvere i problemi di cui sono portatori i diversi protagonisti sociali. L'attuale amministrazione ha infatti iniziato una serie di tavoli di negoziati con i cocaleros, i lavoratori del settore minerario, la generación sándwich (come sono chiamati i lavoratori e gli ex lavoratori senza il diritto alla pensione), i campesinos e altri.
Con molti di questi si e' arrivati ad accordi significativi, mentre con altri, come con i cocaleros, si prosegue con il metodo del dialogo. "Spero che prevalga la ragione e il giudizio, perche' gli scioperi pregiudicano sia quelli che lo fanno che quelli che ne sono vittime", ha ripetuto il presidente alla vigilia della mobilitazione preannunciata per il 13 di gennaio.
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