In seguito ad una inchiesta realizzata nello scorso agosto nel penitenziario femminile Madre Pelletier, il maggiore della regione del Rio Grande do Sul, e' emerso un fenomeno inquietante. L'indagine realizzata dal Susepe, la Sovrintendenza dei Servizi Penitenziari, e' stata fatta sulle 140 detenute, che sono uno spaccato importante della regione visto che le detenute del Rio Grande do Sul sono in totale 424, contro i 14.632 detenuti uomini. Se in numeri assoluti la realta' della criminalita' maschile e' imparagonabile rispetto a quella femminile, il fenomeno drammatico si rivela quando si indaga sull'incidenza in percentuale dei tipi di reato. 60 donne su 100 scontano una pena per traffico di droga (61,4%), contro poco piu' di 7 uomini su 100 (7,7%).
A cercare di interpretare questi dati sono intervenuti politici, studiosi e investigatori e l'ipotesi prevalente e' quella che le donne coprono i delitti dei loro compagni, li aiutano nel traffico, caricandosi anche di reati che non hanno commesso, ma anche sempre piu' donne vengono utilizzate per il commercio di droga, perche' e' piu' difficile che la polizia riesca ad intercettarle.
"La struttura del narcotraffico assomiglia alle altre relazioni sociali. Il ruolo storico delle donne e' quello di stare a fianco degli uomini. Preferiscono commettere reati che rompere la relazione con il proprio compagno. In generale molte donne sono povere, con figli cui badare, senza lavoro e la loro funzione e' quella di essere madri e mogli. Preferiscono appoggiare il compagno, piuttosto che rimanere sole, che e' un motivo di pregiudizio soprattutto nelle periferie" -questa e' l'analisi della condizione delle donne condotta da Samantha Buglione, del Cnpq (Consiglio Nazionale dello Sviluppo Scientifico e Tecnologico) che solo sei anni fa registrava come percentuale di donne detenute per narcotraffico il 32%, la meta' del dato attuale.
L'antropologo Luiz Eduardo Soares, consulente di pubblica sicurezza presso la Prefettura di Porto Alegre attribuisce la partecipazione delle donne al sottobosco del mondo della droga ad una cultura dominante nelle comunita' povere di valorizzazione e rispetto per gli uomini forti, con soldi e modi violenti. Il risvolto di questa triste vicenda e' che poi una volta finite in carcere, queste donne vengono praticamente abbandonate, otto su dieci non ricevono visite dai loro compagni.