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Brasile. Il ministro della Giustizia e la prevenzione delle droghe: verso la riduzione del danno?
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Articolo di Donatella Poretti
7 dicembre 2003 20:09
 
Il ministro della Giustizia, Márcio Thomaz Bastos, vorrebbe portare sotto il suo dicastero la politica di prevenzione delle droghe, oggi in mano al Gabinetto della Sicurezza Istituzionale, attraverso il Senad (Segreteria Nazionale Antidroghe).
In un articolo pubblicato dal quotidiano brasiliano Folha de S.Paulo si da' conto di un ministro in attesa del ritorno del presidente Lula dal Medio Oriente per riprendere questo dibattito, che per un anno e' rimasto senza una soluzione.
Secondo il ministro la prevenzione deve essere programmata insieme alla repressione, che, dipendendo dalla Polizia Federale, e' sotto la sua competenza. A giugno durante una riunione con il presidente Lula e il generale Jorge Félix, ministro della Sicurezza Istituzionale, Bastos aveva accettato temporaneamente di mantenere il modello attuale. Lula aveva spiegato che c'era ancora molto da fare in termini di ristrutturazione della macchina pubblica, compresa quella della Giustizia. Ora Bastos vorrebbe tornare all'attacco e il quotidiano paulista parla di una riunione gia' in agenda per i prossimi giorni con il medico Fábio Mesquita, che nei progetti del ministro dovrebbe diventare il responsabile di questa segreteria del ministero della Giustizia.
Fábio Mesquita coordina gia' a San Paolo, per la Segreteria della Salute, una politica di prevenzione alle droghe improntata sulla riduzione del danno, praticamente molto distante, se non in contrasto, con quella fino ad oggi portata avanti dal Senad. "Non esistera' un mondo senza droghe. Una campagna viene screditata se dice che la droga uccide, perche' e' una cosa molto comune conoscere persone che usano droghe e non muoiono", spiega Mesquita.
Ma il ministro Bastos ha familiarita' anche con un altro responsabile per le politiche di prevenzione delle droghe di un altro municipio, quello di Recife, lo psichiatra Evaldo Mela de Oliveira. E anche a Recife la scelta e' stata quella di una politica di riduzione del danno. "Una politica proibizionista come questa (quella del Senad di oggi), non si occupa delle persone che vogliono fare uso di droghe. E' necessario trattare ed educare, ma con la coscienza che le droghe non si elimineranno mai", sostiene Oliveira.
Un dibattito, questo, che in Brasile e' anche accademico. Ricercatori dell'Unifesp (Unversita' Federale di San Paolo), per esempio, si schierano perche' il Senad venga assorbito dal ministero della Giustizia. Nel Cebrid (Centro brasiliano di informazioni sulle droghe psicotrope), si preferisce la scelta attuale con la direzione del generale Paulo Uchoa, segretario Nazionale Antidroghe.
Ma Bastos dalla sua ha, oltre ad un forte sostegno del partito dei lavoratori (Pt), un argomento di coerenza politica ed elettorale. Dal dibattito da cui aveva avuto origine il programma di governo del Pt -sottoscritto anche da Mesquita- era emersa una posizione critica sull'attuale politica di prevenzione, che avrebbe una impostazione tipicamente militarista e in stile nordamericano.
Poco prima di assumere l'incarico di ministro alla Giustizia, l'avvocato Márcio Thomaz Bastos aveva rilasciato due interviste in cui si dichiarava per la decriminalizzazione dell'uso delle droghe. La prima era stata pubblicata nell'agosto del 2002 sul Jornal do Advocado, dell'Ordine degli Avvocati di San Paolo, in cui tra l'altro aveva detto: "Sono a favore della decriminalizzazione dell'uso di tutti gli stupefacenti che esistono. Anche perche', nell'impossibilita' dell'uso, si incrementa lo spaccio". Poche settimane dopo, sentito dal quotidiano O Globo, aveva aggiunto: "Sono a favore della decriminalizzazione delle droghe. Ma una cosa sono le mie idee e un'altra e' l'agenda politica di Lula".
Sembra che le due agende pero' devono in qualche modo incontrarsi, almeno per parlare di politiche di prevenzione del consumo di stupefacenti.
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