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Brasile. San Paolo e l'eroina: effetto Bin Laden?
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Articolo di Donatella Poretti
14 aprile 2002 21:26
 
Dopo i fatti dell'11 settembre la produzione di oppio proveniente dall'Afghanistan ha incontrato non poche difficolta' ad uscire da quel Paese. Diversi sono stati gli effetti prodotti sul mercato, tra questi una produzione massiccia di papavero da oppio in Colombia. Ma sempre per gli effetti della lotta al terrorismo, anche le rotte del narcotraffico hanno subito dei cambiamenti. I narcos colombiani, che si trovano anche a fronteggiare, dopo la rottura del processo di pace, una situazione interna non troppo facile, hanno diversificato le rotte per far uscire la droga dal loro Paese.
Una di queste nuove strade passa da San Paolo. Secondo le indagini della Polizia Federale, la droga entra in Brasile da Roraima, alla frontiera con il Venezuela, fa tappa a Manaus, nella foresta amazzonica, e poi, una volta arrivata a San Paolo si imbarca per gli Stati Uniti o per l'Europa.
Quello che si chiedono le forze di polizia e' se l'eroina, pressocche' sconosciuta in Brasile, cominci anche a trovare consumatori. I numeri sono ancora piccoli, basti pensare che quest'anno la Polizia Federale ne ha sequestrato 12 chili, mentre, durante tutto l'anno passato, erano stati solo 27,5 chili, ma se confrontati con lo zero assoluto del 1999 e del 2000, iniziano, comunque, a destare non poche preoccupazioni.
Cosi', i federali paulisti, hanno addirittura approntato una squadra speciale con il solo compito di studiare il fenomeno. Il loro dubbio e' appunto quello di capire se San Paolo viene usata solo come punto di passaggio, o se gia' esiste un mercato locale per la vendita di eroina. L'unica cosa certa e' che questa sostanza e' molto cara per il mercato brasiliano, un grammo costa 100 real (51 euro, il triplo della cocaina), mentre gli specialisti si dividono sull'aumento del numero di eroinomani. Domiciano Siqueira, dell'Associazione brasiliana per la riduzione del danno (Aborda) ritiene che l'uso stia crescendo: "negli ultimi anni abbiamo incontrato segnali precisi di droga derivata dall'oppio nel Rio Grande do Sul, a San Paolo, a Rio de Janeiro e a Minas Gerais". "Dio ci liberi dall'eroina in Brasile!", esclama la direttrice dell'associazione per la riduzione del danno carioca, Cristiane Moema, che precisa i suoi timori: "non abbiamo la struttura, ne' il know-how per combatterla, e fara' aumentare i casi di Aids per colpa delle siringhe contaminate".
Di parere diverso e' lo psichiatra Dartiu Xavier de Silvera, coordinatore del programma di orientamento e assistenza dei dipendenti (Proad): "abbiamo dei casi di dipendenza (da eroina, ndr), ma sono molto sporadici". Il programma tratta una media di 250 tossicodipendenti al mese, e gli eroinomani sono uno ogni tre mesi.
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