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Brexit. (auto) trappola
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Articolo di Primo Mastrantoni
5 dicembre 2017 13:10
 
 In trappola. Così potremmo definire la situazione nella quale si è messa da sola la premier britannica, Theresa May. 
Riassumiamo.
Il governo britannico, guidato dalla premier May, dopo il referendum consultivo sull'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, ha avviato le trattative per la Brexit, così come previsto dagli accordi. A parte i costi di questa operazione, si è posto il problema dei confini dell'Irlanda del Nord, che fa parte del Regno Unito, con la Repubblica di Irlanda. Infatti, secondo gli accordi del 1998, che misero fine alla guerra tra il Regno Unito e l'Ira, l'esercito repubblicano irlandese che voleva l'unificazione con la Repubblica di Irlanda, si stabilì che non ci sarebbero state frontiere tra i due Paesi. La Brexit, però, comporta il ripristino delle frontiere, il che potrebbe riaccendere le tensioni e i conflitti precedenti agli accordi del 1998. Una soluzione è stata proposta dalla Ue: niente confini terrestri ma solo quelli portuali e aeroportuali. Di fatto, l'Irlanda del Nord rimarrebbe nell'unione doganale europea attraverso la Repubblica d'Irlanda. Questa proposta ha trovato l'opposizione del partito unionista nordirlandese, necessario per il sostegno parlamentare alla May, e la richiesta di Scozia, Galles e del comune di Londra di usufruire di analoghe concessioni. Inoltre, ripristinare il confine indurrebbe la Repubblica d'Irlanda a porre il veto a qualsiasi ipotesi di accordi di libero scambio tra la Ue e il Regno Unito.
Dice il proverbio che chi è causa dei suoi mali pianga se stesso. Proverbio che vale anche per chi sostiene l'Italexit, cioè l'uscita dell'Italia dall'Unione europea.
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