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Canada. Decriminalizzando la marijuana si indeboliscono le bande criminali
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Articolo di Keith Martin
21 aprile 2009 9:14
 
Sono da condannare penalmente il milione e mezzo di canadesi che fumano la marijuana? E gli adolescenti fermati per il possesso di una piccola quantita' di marijuana dovrebbero essere marchiati per sempre, impedendogli di studiare, lavorare e viaggiare? Dovrebbe il possesso di una piccola quantita' di marijuana rimanere illegale, malgrado il proibizionismo abbia dimostrato di non ridurre il consumo?

La cannabis comporta rischi per la salute. Non dovrebbe essere fumata perche' danneggia il cuore, i polmoni e genera problemi cognitivi e di concentrazione. Ma allo stesso tempo, come si legge nel rapporto del 2002 a cura del Senato: "Prove scientifiche rivelano che la cannabis e' meno dannosa dell'alcol e il consumo dovrebbe essere considerato come un problema di salute pubblica, non criminale".

Nel 2002, una commissione della House of Commons raccomando' addirittura la decriminalizzazione del possesso e della coltivazione di massimo 30 grammi di cannabis.

Malgrado queste autorevoli decisioni, ogni anno circa 15 mila canadesi sono incriminati per il possesso di marijuana. Le organizzazioni criminali sono le uniche a trarre beneficio da questa situazione. Infatti, il 70% degli incassi arrivano dai traffici illegali di droghe. Solo nella British Columbia, la marijuana genera profitti per 6 miliardi di dollari.

E' tempo che questi giochi finiscano. La guerra alle droghe non ha ridotto il consumo, il crimine, i pericoli o i costi.

Milton Friedman, premio Nobel per l'economia, era nel giusto quando suggeri' che il solo modo per combattere il crimine organizzato era di togliere le entrate, vera linfa vitale per la loro sopravvivenza. Propose di decriminalizzare il possesso di massimo 30 grammi di marijuana o di due piante.

Il possesse a scopo di spaccio dovrebbe, di contro, essere maggiormente penalizzato perche' connesso con il crimine. Questa politica distruggerebbe il mercato illegale interno.

Ma la decriminalizzazione del possesso della marijuana dovrebbe fare molto di piu'. I soldi risparmiati per le azioni penali dovrebbero essere usati per programmi di prevenzione, come l'Head Start per bambini, che ha dimostrato di ridurre il crimine minorile del 60%, ridotto il consumo e incoraggiato la frequenza scolastica. E' stato un successo anche il North American Opiate Medication Initiative (NAOMI), che consente la somministrazione delle droghe sotto controllo medico, riducendo l'ingerenza delle reti criminali, e favorendo l'inserimento dei tossicodipendenti nella societa'.

Questo nuovo approccio dovrebbe estendersi anche oltre le nostre frontiere. Le droghe sono illegali quasi ovunque, generando mondialmente un mercato di milioni di miliardi di dollari, destabilizzando la sicurezza di molti Paesi, dal Messico all'Afghanistan. Non ci dobbiamo dimenticare che la nostra domanda di droghe alimenta la guerra tra le bande che lo scorso anno in Messico ha prodotto 7 mila morti, e che in Afghanistan aiuta l'insurrezione armata contro le nostre truppe.

I traffici illegali e il consumo dovrebbero essere portati alla luce del sole, mettendoli al centro della agende politiche. Dobbiamo considerare il consumo come un problema sanitario, inasprendo le leggi contro le organizzazioni criminali.

Facendo questo si aiutano le persone e si riduce il consumo.

Traduzione di Katia Moscano
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