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Caraibi. Cuba: la seconda Conferenza regionale contro il traffico di droghe
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Articolo di Donatella Poretti
17 gennaio 2003 17:47
 
Il traffico di droga attraverso i Caraibi minaccia la sicurezza della zona, perche' i narcodollari sono un pericolo per le gia' fragili democrazie, spiega Aldo Lale-Demoz, coordinatore per l'Onu delle politiche antidroga nei Caraibi e nell'America Latina.
I trafficanti che operano nella regione riescono ad avere profitti per 3,3 miliardi Usd ogni anno. Una cifra che rappresenta il 3,1% del Pil di tutti i Paesi dei Caraibi.
Lale-Demoz si e' cosi' espresso durante la seconda Conferenza regionale contro il traffico di droghe nei Caraibi, la due giorni che e' cominciata giovedi' 16 all'Havana, sottolineando come la maggiorparte dei traffici di droghe che riguardano i Caraibi, passano attraverso la Jamaica e le Bahamas. I traffici diretti verso gli Usa passano da Puerto Rico e attraverso altre isole dell'ovest dei Caraibi, cosi' come attraverso Haiti.
Rivolgendosi ai rappresentanti di 15 Paesi caraibici che sono alla conferenza, Lale-Demoz ha ricordato il ruolo preponderante svolto dalla cocaina nel mercato regionale, rappresentando l'85% delle droghe illegali che vi transitano, per un valore di circa 3 miliardi Usd all'anno. La marijuana, invece, rappresenta il 13% di questo mercato, mentre le droghe sintetiche sono solo l'1%.
Oltre ai Paesi caraibici, alla conferenza sono presenti Usa, Canada, Gran Bretagna, Russia, Germania, Italia e Francia.
Riguardo al consumo di droghe nei Caraibi, per Lale-Demoz si tratta di cifre basse. Circa 1 milione di persone ne fa uso, cioe' il 3,7% della popolazione adulta.
Ad inaugurare la Conferenza e' stato il ministro della Giustizia cubano, Roberto Diaz Sotolongo, che si e' richiamato direttamente ai valori e ai principi della "Rivoluzione" per sostenere che la battaglia contro le droghe fa parte "degli straordinari valori umanisti e di solidarieta' sostenuti dalla Rivoluzione . nella costruzione di una societa' nuova". Sotolongo ha precisato che Cuba, pur non essendo ne' un Paese produttore, ne' un Paese di transito, inizia ad avere un crescente mercato di vendita e consumo di droghe, fatto da imputarsi all'apertura dell'isola al turismo, al commercio e alle relazioni internazionali. Cuba, ha enfatizzato il ministro alla Giustizia, e' firmataria di tutti gli accordi internazionali in tema di droghe, ha accordi bilaterali con ben 29 nazioni, oltre a ritenere necessaria anche una cooperazione con gli Stati Uniti, fino ad oggi negata dalla Casa Bianca.
Il Granma, l'organo ufficiale del comitato centrale del Partito Comunista di Cuba, oggi riferisce di una platea che e' rimasta favorevolmente colpita dalla relazione del ministro dell'Educazione cubano, Luis Ignacio Gómez, che ha mostrato il ruolo dei Programmi della Rivoluzione, dedicati a tutti i giovani tra i 17 e i 29 anni.
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