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Articolo di Carlo Romeo
9 gennaio 2024 9:04
 
Entro per una pratica in una agenzia qualsiasi e ancora una volta mi rendo conto di come la cortesia, il sorriso, la gentilezza siano importanti quando ci sono e quanto manchino quando non ci sono. Professionalità senza cortesia è un assurdo, rapporti umani senza un minimo di gentilezza ancora di più, quindi ben venga quando capita un sorriso che sia anche soltanto un benvenuto, nulla di più, soprattutto se hai a che fare con gente che ti porta il suo danaro, poco o tanto che sia, in cambio del tuo lavoro.

A Roma per esempio (banalizzando un po’ ma non troppo, visto che la conosco e la frequento da qualche tempo) è abbastanza normale considerare un cliente come una molestia quotidiana ma questa è una città che vive anche solo l’educazione, molto spesso, come un limite. Il giovane barista arrabbiato con il mondo e che ci tiene a dimostrarlo, perchè in realtà lui voleva fare il calciatore o il cantante e invece è lì a fare caffè, è un piccolo classico che capita di trovare quotidianamente. Di solito poi e non a caso, il caffè in questi casi è pessimo. 

Nelle altre zone che solitamente frequento di questi tempi – per quel che possono valere campione e testimonianza – l’Umbria in genere e Perugia in particolare, sono luoghi gentili. Le persone molto spesso sorridono, ringraziano, chiedono scusa, si salutano e, se devi comprare qualcosa, non è raro  ti sembri di entrare nel  salotto di sconosciuti ospitali. Generalizzare è sempre fuorviante, ripeto, ma tendenzialmente a me capita così.

In Romagna – terra di estremi – invece convivono con forza entrambi gli atteggiamenti. Da quelle parti si trovano infatti i maestri massimi dell’accoglienza e, di contro, quelli che invece la parola accoglienza non sanno neppure cosa vuol dire. Di solito questa seconda categoria la vedi accendersi di umano, solo al momento in cui veda soldi o carte di credito nelle mani dell’interlocutore. Quando però i romagnoli ti accolgono, allora sei veramente di casa e la gentilezza magari un po’ ruvida che manifestano, fa piacere.

Resta la domanda antica ma sempre realistica. Cosa costa sorridere un po’ di più (anche se non è facile, sono il primo a saperlo)? E poi – lo diceva uno del settore – un giorno senza sorriso è un giorno perso. Charlie Chaplin infatti lo sapeva bene. Regalare sorrisi e risate può comportare per esempio grande riconoscenza e la più lunga standing ovation della Notte degli Oscar è lì a dimostrarlo.
 
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