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Cittadini, partecipazione, Stato ed elezioni. L'ordinaria illegalita' viene alla luce
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Articolo di Pietro Yates Moretti
15 marzo 2010 11:31
 
Una legge voluta scritta votata e mantenuta dai partiti al potere, di destra e di sinistra. Una legge che protegge loro da nuovi potenziali competitori. E' la normativa che impone la raccolta, l'autenticazione e la certificazione di migliaia di firme per potersi presentare alle elezioni. Un requisito che vede i consiglieri comunali, provinciali e regionali in carica in veste di autenticatori.
Da decenni, grazie a questa normativa, il movimento, la lista civica, il cittadino, hanno dovuto bussare alle porte dei partiti al potere pregandoli di mettere a disposizione gli autenticatori. Un meccanismo che offre al potente la possibilità di negare al nuovo arrivato di competere.
Questa evidente ingiustizia, seppur sanzionata dal diritto, è oltremodo accompagnata da decenni di illegalità. La normativa prevede che il cittadino possa sottoscrivere le liste elettorali recandosi al proprio Comune. Eppure la maggioranza dei Comuni, amministrati dai partiti al potere, non ottempera a questo obbligo di legge. La normativa prevede che il servizio pubblico, la Rai, informi i cittadini sulla possibilità di sottoscrivere le liste elettorali. Eppure la Rai, occupata dai partiti al potere, non lo fa.
Il risultato è l'esclusione continuata di innumerevoli liste elettorali: migliaia di liste civiche, movimenti politici e potenziali nuovi partiti esclusi dalla competizione elettorale perché non in grado di raccogliere un numero sufficiente di firme. Altrettanti esclusi dai tribunali per irregolarità di timbri o altre stringenti formalità, volute scritte votate e mantenute dai partiti al potere. Milioni di elettori privati del loro diritto di voto, costretti a scegliere quasi esclusivamente fra i partiti al potere.
Ma c'é di più, e chiunque abbia osservato da vicino il procedimento elettorale lo potrà confermare. Gli stessi partiti che hanno costruito questo filtro antidemocratico a maglie strettissime violano da sempre la loro stessa legge: firme falsificate o autenticate ex post, liste elettorali modificate dopo avervi raccolto le sottoscrizioni, ritardi e irregolarità nella presentazione. Solo che, avendo in mano il potere, dagli enti locali ai consiglieri autenticatori, questi partiti sapevano come farlo senza essere puniti. Almeno fino ad ora, grazie a chi non si è voluto rassegnare all'illegalità dilagante, in questo caso i Radicali, più volte vittime loro stessi di questa legge.
Si presenta così l'occasione più unica che rara, quella dei partiti al potere presi con le mani nel sacco e quindi vittime di se stessi, di porre fine a queste procedure barocche e antidemocratiche, e ripartire da zero, dando a tutti la possibilità di competere. Finalmente elezioni davvero democratiche!
Oppure no. I partiti al potere fanno un decreto legge incostituzionale per sanare le loro specifiche violazioni in due Regioni italiane. Utilizzano l'articolo 77 della Costituzione, quello che permette al Governo, "in casi straordinari di necessità e urgenza", di emanare norme con forza di legge, una funzione altrimenti riservata al Parlamento. La "necessità e urgenza" non è stata reputata il ripristino della legalità per tutti gli elettori, ma la sanatoria delle proprie irregolarità in nome dei "propri" elettori.
L'ennesima ferita allo Stato di diritto. Niente di nuovo nella storia dell'Italia repubblicana. I partiti al potere continueranno ad amministrarci. Chi gestisce la Pubblica Amministrazione continuerà ad erogarci servizi mediocri, ad assegnare appalti ai propri amici, a sprecare e intascare denaro pubblico, a punire il cittadino comune con sanzioni spropositate per non aver rispettato piccole formalità burocratiche. I partiti al potere continueranno ad amministrare una giustizia che non funziona per il cittadino consumatore e utente, costretto a subire quotidianamente le angherie di enti pubblici e privati pur di evitare cause infinite e costose. Gli unici interventi fino ad oggi reputati "necessari e urgenti" in materia di giustizia non hanno certo riguardato i diritti costituzionali del cittadino, ma quelli del potente sputtanato da intercettazioni o procedimenti giudiziari.
I casi di straordinaria necessità e urgenza sembrano essere solo quelli in cui il cittadino rischia di intravedere l'ordinaria illegalità del potente.
Tutto questo è possibile a causa del deficit di democrazia nel nostro Paese, a partire proprio dal procedimento elettorale, che deresponsabilizza i partiti al potere proteggendoli da qualsiasi vera competizione.
Tutto come prima, quindi? Probabilmente, solo che oggi lo sfascio e l'illegalità sono forse un po' più ovvi a tutti. E non è poca cosa in un Paese dove anche l'informazione è in gran parte al servizio dei partiti al potere. 
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