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Clima: piccoli passi virtuosi
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Articolo di Redazione
29 novembre 2011 9:35
 
Ci sono le conferenze internazionali come quella che si è appena aperta a Durban in Sudafrica, e ci sono le azioni concrete. Limitare il consumo elettrico e il rilascio di Co2 è possibile e fa bene all'ambiente e all'economia, come dimostra un modello di gestione energetica adottato da 2200 aziende svizzere.

La società Bourquin produce imballaggi di cartone da oltre un secolo. E' in buona salute anche perché usa materiale riciclato e ha adottato un nuovo concetto energetico. I vari interventi nella linea di produzione e nel trattamento degli scarti hanno infatti ridotto il suo fabbisogno d'energia dell'85%, ciò che le assicura un notevole risparmio economico.
Un'evoluzione simile l'ha avuta anche una fabbrica della Nestlé nel canton Berna. L'introduzione di tecnologie pulite e il miglioramento dei processi produttivi le hanno fatto risparmiare 7.610 tonnellate di Co2 (-58% in cinque anni) e 140 milioni di litri d'acqua (-34%).
Non sono esempi casuali. Le due aziende collaborano con l'Agenzia dell'energia per l'economia (AEnEC), volta a proporre modelli "su misura" di gestione energetica. "Nel 2010 le oltre 2200 aziende partner hanno ridotto le emissioni di Co2 di 1,3 milioni di tonnellate e il consumo di elettricità di 1000 gwh", spiega Pascal Gentinetta, presidente dell'Agenzia. La maggior parte delle imprese hanno ridotto le emissioni su base volontaria, le altre hanno fissato con il Governo degli obiettivi vincolanti per poter essere esentate dalla tassa sui Co2.
Riducendo del 20% le emissioni rispetto al 1990 le imprese danno un alto contributo al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto. L'anno scorso quelle che fanno capo all'AEnEC hanno investito 122 milioni di euro nella protezione del clima, ammortizzabili in tre anni circa. In molti casi sono bastati piccoli interventi per migliorare la situazione. Così, diminuendo di un solo grado la temperatura, il produttore di tele metalliche Bopp ha ottenuto un minor consumo elettrico annuale di 22.230 kwh. Esemplificando: investendo 400 euro, ogni anno ne risparmia 1.400.
Il partenariato pubblico-privato dell'Agenzia piace alla ministra per l'Ambiente e l'Energia, Doris Leuthard, e anche al WWF. L'unico rammarico degli ecologisti è che le aziende partecipanti per ora siano "solo" il 40%. Intanto, però, questo sistema suscita interesse nei settori industriali e dei servizi di altri Paesi come Germania, Lussemburgo e Cina.
E' chiaro che per migliorare bisogna analizzare situazioni e opportunità. Così, per ottenere la massima efficienza energetica in una struttura industriale bisogna considerare sia il consumo di elettricità sia la dispersione di calore. I sistemi ORC (Organic Rankine Cycle) consentono infatti di utilizzare il calore residuo per produrre vapore e dunque elettricità. Il bilancio di una tecnologia come questa è molto positivo, più dell'energia solare.
Altre tecnologie sono rivolte agli edifici intelligenti (smart-building). Esse fanno sì che l'accensione delle luci, degli impianti di ventilazione e di riscaldamento sia controllata da sensori, sicché una stanza è funzionale solo nel momento in cui viene utilizzata.
Le soluzioni ci sono, anche se talvolta richiedono un investimento iniziale oneroso, recuperabile dopo diversi anni. Ma se si considerano i benefici reali in termini di risparmio energetico, ambientale ed economico, studiare gli opportuni incentivi potrebbe essere un buon compito per la politica.

(da un articolo di Luigi Jorio per Swissinfo.ch del 22-11-2011. Adattamento di Rosa a Marca)
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