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Colombia. Le coltivazioni illegali colpiscono il Pil agro-pastorizio
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Articolo di Donatella Poretti
20 gennaio 2003 17:35
 
Anche se le coltivazioni illegali sono state un propulsore dell'attivita' agricola tra il 1997 e il 1999, dall'anno 2000 c'e' stato un cambio di tendenza. Da questa data, infatti, invece che andare ad aumentare la produzione agricola totale del Paese, gli ettari seminati a foglia di coca, papavero da oppio e marijuana hanno iniziato ad influire in maniera negativa. Nelle "Cuentas Nacionales", che vengono stilate dal Dipartimento Nazionale di Statistica (Dane), le coltivazioni illegali vengono conteggiate come facenti parte dell'area totale coltivata del Paese, perche', nonostante siano illegali, sono comunque un'attivita' che ha a che fare con l'economia legale.
César Caballero, direttore del Dane, ha detto che mentre nel 1999 il Pil (prodotto interno lordo) agro-pastorizio senza le coltivazioni illecite era -0,84% (mentre con le coltivazioni illegali era solo -0,05%), nell'anno 2001 l'agricoltura nazionale era invece cresciuta dell'1,37% senza le coltivazioni illecite e dello 0,10% includendovi le coltivazioni di droghe. Tra il 2000 e il 2001 le aree seminate a droghe si sono ridotte dell'11% passando da 163.289 a 144.807 ettari e questo sta avendo riflessi nelle cifre del 2002. Fino a settembre dell'anno scorso il Pil agro-pastorizio senza le coltivazioni illecite era cresciuto del 4%, ma se venivano incorporati anche i dati delle coltivazioni illecite il Pil cresceva solo del 2,64%.
Secondo il funzionario, questi numeri si devono al fatto che le coltivazioni illegali pesano in maniera importante nel calcolo del Pil, e per questo qualsiasi variazione della loro area coltivata, in basso o in alto, fa si' che ne siano colpiti anche tutti gli ettari seminati con le coltivazioni legali. Nel 1994 le coltivazioni di droga pesavano del 6,14% nel Pil agricolo e nel 2001 hanno aumentato la loro influenza fino all'8,01%.
Caballero ha spiegato che le campagne di fumigazioni e di eradicazioni, sommate ad una riduzione dei prezzi del mercato interno della droga, hanno fatti si' che le coltivazioni illegali non crescessero con lo stesso ritmo di quelle legali. "La mia funzione non e' quella di interpretare, ma solo di presentare le cifre, ma da queste si puo' dedurre qual'e' stato l'esito delle strategie di eradicazione, quando si puo' vedere che l'agricoltura legale e' cresciuta piu' di quello che si potrebbe pensare", ha suggerito Caballero.

La Direzione Nazionale di Stupefacenti (Dne) e' quella che ha l'incarico di fornire al Dane i numeri sulle coltivazioni illegali. Anche se su questo argomento esiste una polemica, visto che le agenzie Usa mostrano altre cifre dell'area coltivata, ben maggiori, Caballero chiarisce che il Dane utilizza le cifre del Dne perche' e' la fonte ufficiale del Paese. Per ora il Dane conteggia solo l'attivita' di semina e il denaro che ricevono i coltivatori di droga. La commercializzazione e il valore aggiunto che danno gli stupefacenti ancora non rientra nelle "Cuentas Nacionales", anche se l'idea e' quella di iniziare a calcolare questi dati dal 2005.
Secondo il Dne, il prezzo in Colombia delle coltivazioni e' in calo, in particolare quelle da cui si puo' ottenere eroina e morfina. La prima e' passata da un valore di 17.519 dollari al chilo del 1998 a 10.833 dollari nel 2002, il che comporta una contrazione del 38,16%. Il prezzo della morfina si e' ridotto anch'esso della stessa percentuale. Fino ad ottobre dell'anno scorso, un chilo di base di coca aveva un prezzo di 1.167 dollari, di 1.750 dollari per la cocaina e di 375 dollari per il latex.
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