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Colombia. L'offerta dei narcos e gli obbiettivi del Governo
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Articolo di Donatella Poretti
12 gennaio 2003 18:47
 
"Lunedi' 23 dicembre, monsignor Hernán Giraldo Jaramillo, vescovo della diocesi di Buga, stava per adempiere ad uno degli incarichi piu' delicati che aveva ricevuto nella sua vita. A meta' mattinata di quel giorno, prendeva il telefono del suo ufficio e si metteva in contatto con il ministro dell'Interno, Fernando Londoño. Alla segretaria che aveva preso la chiamata, le chiede di metterlo al piu' presto in comunicazione con il ministro, con il quale aveva urgenza di parlare.
Non aveva aspettato molto per sentire dall'altro capo del telefono la voce di Londoño. Dopo un breve saluto e senza ulteriori preamboli, monsignor Giraldo cominciava a raccontare la ragione per cui lo stava chiamando.
- Signor ministro, ho un messaggio molto importante da comunicare al Governo -diceva il prelato.
Londoño, che era in attesa in linea, gli rispondeva che era pronto per ascoltarlo e prendere nota di ogni sua parola.
Monsignor Giraldo proseguiva: - Un gruppo di uomini, che in questa zona del Paese sono noti come i capi del Cartello del norte del Valle, vuole fare una proposta concreta al Governo del presidente Álvaro Uribe. Sono pronti a sottoporsi alla Giustizia per risolvere i loro problemi giuridici in Colombia, e porre fine al problema del narcotraffico. Hanno chiesto alla Chiesa di essere l'emissaria di questa proposta, allo scopo di dare la maggiore serieta' possibile ad un tema cosi' delicato e cosi' difficile da abbordare per le ripercussioni e le implicazioni che puo' avere a livello nazionale e internazionale. Io ho accettato di trasmettere questo messaggio per il bene del Paese e per cercare di trovare una via d'uscita al conflitto, perche' puo' portare la Colombia a vivere in pace -.
Il ministro Fernando Londoño, che ascoltava con grande attenzione ogni parola del prelato, domandava al monsignore chi erano le persone del norte del Valle che gli avevano fatto arrivare il messaggio. Il monsignore rispondeva: - Sono direttamente i capi di questa organizzazione. I signori Hernando Alberto Gómez, piu' noto con il soprannome di Rasguño; Arcángel de Jesús Henao Montoya, Diego León Montoya, piu' noto come Don Diego e Jairo Wílmer Varela. Le ripeto che loro sono i capi di questa organizzazione della droga che domina nel norte del Valle-.
Prima che si concludesse la telefonata tra il monsignore e il ministro, il vescovo di Buga chiariva che quel messaggio era il primo passo esplorativo per sapere se il Governo era interessato all'offerta, e in seguito avrebbe fatto arrivare un documento nel quale ci sarebbe stata la proposta concreta per la sottomissione alla giustizia della organizzazione del Cartello del norte del Valle".
......

Inizia cosi' la storia riportata dal settimanale colombiano "El Espectador", e confermata dallo stesso vescovo. L'offerta dei narcos e' stata fatta anche all'alto Commissario per la Pace, Luis Carlos Restrepo, e all'agenzia antidroga statunitense, la Dea. Questo Cartello ogni anno commercia circa 300 tonnellate di cocaina, di cui un 40% sono dirette verso l'Europa e un 60% verso gli Stati Uniti. Secondo l'intelligence colombiana e la Polizia il Cartello del norte del Valle ha in mano l'80% del narcotraffico del Paese. Un'offerta simile ricorda quella che il Cartello di Medellín direttamente attraverso il suo capo, Pablo Escobar, fu fatta all'allora presidente colombiano Belisario Betancur. Negli anni 1990 e 1991 con il Governo di César Gaviria Trujillo, per fermare la difficile situazione di ordine pubblico determinata dalla lotta al narcotraffico, furono approvate diverse leggi, ampliate poi nel 1993 e 1995. L'obbiettivo era quello di consegnare alla giustizia i narcotrafficanti, e in particolare quelli del Cartello di Medellín, garantendo la loro non estradizione e ribassi di pena in caso di collaborazione. Politica giudiziaria gradualmente smontata a partire dal 2000.
Il Governo Uribe, per ora ha fatto sapere che non esiste nessuna possibilita' di negoziato, e che l'unica via d'uscita e' quella che offre la stessa legge, percio' sequestro dei beni e sottomissione alla giustizia, e in caso di richiesta da parte degli Usa, anche l'estradizione.
Per parte sua il ministro Londoño, intervistato oggi dal quotidiano colombiano "El Tiempo", fa una previsione: quest'anno finira' il narcotraffico, principale fonte di finanziamento dei gruppi armati illegali. Quando gli viene chiesto come, Londoño risponde cosi': "Sara' un'azione combinata: le operazioni militari contribuiranno in maniera importante. Le Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, gruppo narcoguerrigliero marxista, ndr) non avranno pace in nessun luogo e la cosa gli rendera' molto difficile il commercio. Le fumigazioni sono essenziali e per la prima volta le stiamo facendo in maniera efficace. Andate nel Putumayo e cercate una pianta di coca, e poi ne parliamo. Non ne esiste piu' una". L'obiezione che viene sollevata dai giornalisti, Hernando Salazar Palacio e José Antonio Sánchez, e' quella che le coltivazioni di coca si stanno spostando, ma il ministro la smentisce, sostenendo che questo era quello che avveniva prima, perche' le fumigazioni venivano fatte male, tanto che nel giro di un paio di mesi i raccolti dei campi fumigati erano migliori di prima. Londoño ritiene che in un anno il colpo finanziario alla guerriglia sara' definitivo, "per mantenere 15 mila uomini c'e' bisogno di molta coca" e in un anno "non restera' nulla" di questi gruppi.
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