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Colombia. Il plan indigeno
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Articolo di Benedetta Marziali
12 settembre 2001 19:50
 

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di Irene Garcés Medrano

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140.000 ettari di terreno sono stati strappati ai narcotrafficanti in 20 anni di rivoluzione silenziosa. Il successo e' attribuibile unicamente alla tenacia e all'orgoglio degl'indigeni Paeces. Il Plan domestico dei nativi e' basato su fondamentali principi: evitare a tutti i costi denaro facile (leggi illegale), escludere la presenza di estranei, difendere l'ambiente dalle contaminazioni provocate dalle fumigazioni ordinate dalle autorita'. L'avanzata di migliaia di uomini e donne armati di bastoni ha espugnato e distrutto numerosi laboratori restituendo le terre del Cauca agli indigeni. Il successo dei volontari ha provocato numerose minacce seguite dagli omicidi di alcuni leader Paeces: nel corso del 2000 e dei primi mesi di quest'anno 14 indigeni sono scomparsi e 32 sono stati assassinati.
La strategia dello sfratto, dare un ultimatum e quindi procedere allo smantellamento, e' stata applicata anche ai campi dei guerriglieri e dei paramilitari; l'Esército de Liberaciòn Nacional (ELN) e' stato il primo gruppo espulso dal territorio Paeces il dicembre scorso. L'obiettivo successivo sono state le installazioni del VI fronte delle FARC di Gaitàn, accusato di usare la regione per organizzare combattenti, mezzi, armi e viveri.
Il 25 Luglio scorso l'Organizzazione nazionale indigena della Colombia (Onic) ha accusato il Governo di aver violato l'accordo sottoscritto con i 35.000 indios di Cauca e Nariño che prevedeva lo sradicamento manuale delle piante di coca ma non vi sono stati passi indietro in questo senso.
L'Onic e' riconosciuta dall'ONU, che ne ha lodato i metodi efficaci e assennati, ma la lotta degli indigeni e' seriamente compromessa dalla politica del Plan Colombia americano, e dalle politiche antidroga che l'anno preceduto. Le coltivazione degli indigeni subiscono attacchi chimici da circa un ventennio e gli appelli dei nativi, dei colombiani e delle comunita' internazionali sono lettera morta. La relazione di Antonio Mazzeo -ricercatore e cooperante in Colombia- riporta che a fine anni '90 nel Caguàn, sede dell'"area di distensione" per la trattativa tra le Farc e l'amministrazione Pastrana, e' stato distrutto il 17% delle coltivazioni destinate alla produzione di caucciu' e di altri prodotti indicati come "alternativi" alla produzione di coca.
I danni delle politiche dell'eradicazione si estendono al panorama politico in corso di mutazioni; secondo il ricercatore di Acciòn Andina Ricardo Vargas Meza, si sta giungendo ad una polarizzazione geografica e sociale dei dipartimenti meridionali ed amazzonici con una relativa maggiore legittimazione delle guerriglie visto che lo Stato non si presenta in questo processo come un fattore esterno, ma legato ad un interesse di parte.
Anche gli allarmanti dati ambientali puntano l'indice sui piani antidroga americani responsabili di un pregiudizio all'ecosistema incalcolabile di cui gli indigeni sono le prime vittime sul campo.

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