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Come perdere sino al 330% con un prodotto finanziario
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Articolo di Beppe Scienza
23 giugno 2003 0:00
 
La ristrutturazione del sistema bancario italiano induce molti istituti a ridefinire la propria collocazione sul mercato. Curioso pero' che il Monte dei Paschi di Siena abbia deciso di specializzarsi in prodotti finora sconosciuti ai risparmiatori italiani. Ossia in quelli in grado di produrre perdite superiori al 100%. Della scuderia toscana e' infatti il fondo comune denominato prima Spazio Euro NM e ora Ducato Geo Europa Alto Potenziale, i cui gestori sono riusciti in tre anni a collezionare perdite pari al 102,5% del patrimonio. Grazie al credito d'imposta, la perdita netta per i clienti e' stata pero' solo dell'89,7%.
Ben peggiori sono invece quelle provocate dagli ormai famigerati prodotti My Way e 4 You (o For You), collocati da varie banche del gruppo. Di essi si sono occupate diverse associazioni di consumatori. Tuttavia a pochi e' chiara la vera gravita' del danno subito dagli interessati. Vediamolo in un esempio concreto, simile a tantissimi altri, visto che le persone coinvolte sono nell'ordine delle 200 mila.

Una vicenda esemplare. E' il caso di un cliente della Banca 121 che nell'aprile del 2001 viene convinto a indebitarsi per circa 90 milioni di lire e a mettere i soldi avuti in prestito per il 60% in un'obbligazione trentennale senza cedole e per il 40% in un fondo azionario.
Vediamo dunque com'e' andata a finire, facendo il punto all'inizio di giugno 2003. Orbene, da un lato egli ha versato ogni mese 600 mila lire di rata del mutuo e quindi in tutto 15 milioni di lire. D'altro lato cosa ha ora? Un fico secco? Magari fosse cosi'. In realta' la sua situazione e' ben peggiore, perche' si ritrova incastrato in una pesante posizione debitoria. La somma algebrica di quanto deve alla banca, in base al contratto, e del valore dei titoli rifilatigli porta infatti a un saldo negativo di 34,3 milioni. Il che significa una perdita del 330%. Considerando una riduzione della penale per le estinzioni anticipate, accordata dalla banca, la perdita resta comunque del 255%.

Comportamenti scorretti. Siamo comunque di fronte a perdite spaventose. Ma da cosa dipendono? Non tanto dall'andamento negativo dei mercati, quanto dalla precisa volonta' del Monte dei Paschi di appioppare ai propri clienti quanto di pii' costoso (e di piu' pericoloso) aveva nel proprio armamentario.
Qui il discorso sarebbe essere lungo. Ci limiteremo a due punti. Sul piano contrattuale notiamo che la banca ha sempre sostenuto la possibilita' di interrompere il piano «senza alcuna penalizzazione», mentre cio' e' falso. Infatti il rimborso anticipato del prestito prevede una penale, nascosta dietro il tecnicismo di una formula matematicofinanziaria. Penale che nel caso esaminato raggiunge il 27% del debito residuo. Sul piano delle tecniche di vendita, c'e' qualcosa di piu' di un sospetto che il prodotto sia stato presentato in modo fuorviante. Infatti l'associazione di consumatori Aduc ha ricevuto da un promotore finanziario pentito una copiosa documentazione su 4 You, My Way nonche' la piu' recente Dolce Vita. E in particolare nella Comunicazione Interna n. 2492/8340 del 1532001 c'e' un passo illuminante. Cosa ordina infatti la banca ai suoi dipendenti, qualora il profilo di rischio del cliente «risultasse non adeguato a una o entrambi le componenti» del piano finanziario? Un minimo di onesta' imporrebbe di non insistere. Invece e' scritto in neretto di fargli firmare apposito modulo di conferma per «operazioni finanziarie non adeguate, da archiviare nel fascicolo del cliente».
Per giunta il gruppo del Monte dei Paschi ha continuato a piazzare il prodotto ancora nel marzo di quest'anno, quando lo scandalo era scoppiato ormai da mesi. Come dire? Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

Le associazioni dei consumatori. Per la stragrande maggioranza dei risparmiatori coinvolti non c'e' quindi da sperare molto dall'accordo raggiunto fra le banche e quattro associazioni di consumatori (Adiconsum, Adusbef, Codacons e Federconsumatori). E comunque non e' molto bello che nel protocollo d'intesa le banche ribadiscano di essere «convinte della correttezza, sul piano generale, delle operazioni connesse ai prodotti finanziari» in questione, senza che le associazioni dei consumatori abbiano inserito, dal canto loro, un'affermazione contraria.
Diversa invece la posizione dell'Aduc la quale, pur partita con intenti non barricadieri, ha pero' rifiutato di sottoscrivere tale accordo. Degna di nota inoltre l'iniziativa di Cittadinanza Attiva, Confconsumatori, Movimento Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino, che hanno intentato un'azione inibitoria nei confronti del gruppo bancario.
Per altro anche in questa vicenda emerge uno dei limiti strutturali del cosiddetto consumerismo in Italia, cioe' la carenza delle competenze necessarie per affrontare i complessi problemi dei risparmio gestito e della previdenza privata. Ma le inadeguatezze delle associazioni dei consumatori non sono certo un'attenuante per i comportamenti del Monte dei Paschi. Ne' per i mancati interventi degli organi di controllo e in particolare della Consob e della Banca d'Italia.

Il professor Beppe Scienza e' del dipartimento di matematica dell'Università di Torino clicca qui
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