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 U.E. - U.E. - Commissione bioetica governativa. Perche' confondere bioetica e politica?
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Articolo di Vincenzo Donvito
8 giugno 2006 19:39
 
Il Governo ha deciso di istituire una commissione bioetica che funga da coordinamento tra i vari ministeri per le questioni che, secondo la maggioranza che governa il nostro Paese, dovrebbe trovare un comune denominatore. Il motivo scatenante e' stata senza dubbio la decisione del ministro della Ricerca, Fabio Mussi, di ritirare la firma dell'Italia da un documento Ue in cui c'e' l'impegno a non finanziare la ricerca con le cellule staminali embrionali. La commissione dovrebbe occuparsi di questioni, oltre le staminali, tipo pillola abortiva, pacs, testamento biologico, etc..
La presidenza di questa commissione dovrebbe essere affidata al ministro Giuliano Amato, quello che in occasione del World Gay Pride del 2000 a Roma, in qualita' di presidente del consiglio dei ministri ebbe a dire "E' inopportuno ma non possiamo vietarlo".... un presidente di garanzia?
Noi abbiamo sempre avuto grosse perplessita' sul fatto che esistesse il Comitato Nazionale di Bioetica, e altrettanta perplessita' non possiamo non evidenziare anche in questo caso. A partire dal fatto che, la comprensibile necessita' del Governo di trovare una unicita' di proposte in alcune materie, debba essere etichettata sotto il nome di bioetica. Perche' se l'intento e' quello di far si' che il Governo abbia una visione etica della vita in modo univoco, crediamo che stiano solo perdendo tempo e, soprattutto, stano prendendo in giro i cittadini.
Ci poniamo le seguenti domande: 1) quale etica per chi e per cosa? 2) deve un Governo o una maggioranza politica democratica avere un'etica? Le risposte a queste domande non le abbiamo, proprio perche' crediamo che l'etica non debba entrare in alcun modo in maggioranze o minoranze, ma sia una questione che riguarda i singoli individui. Quando l'etica ha riguardato maggioranza di governo e partiti ad hoc, la storia del mondo ha solo vissuto tragedie, e ci sono sempre state presunte minoranze oppresse in nome di questa etica di Stato.
Abbiamo il piu' che fondato timore che questa commissione serva solo a narcotizzare una serie di questioni, imbrigliandole in pastoie burocratiche, culturali e ideologiche che, alla fin fine, serviranno solo a impedire l'istituzione di provvedimenti e riforme su cui siamo indietro rispetto all'Europa e al resto del mondo.
A cosa serve discutere "bioeticamente" sulla pillola abortiva RU486, visto che la legge sull'aborto esiste in Italia da decenni e, nello specifico, si tratta solo di mettere in pratica quello che la legge gia' prevede e che e' gia' in atto da decenni in quasi tutti i Paesi del mondo?
A cosa serve discutere "bioeticamente" di un testamento biologico che e' semplicemente la regolamentazione di come il malato incosciente puo' esercitare il diritto di ogni altro cittadino, mettendolo per iscritto in anticipo?
A cosa serve discutere "bioeticamente" dei diritti degli individui a vedersi riconosciuta civilmente la propria unione d'amore?
A cosa serve discutere "bioeticamente" di ricerca con le cellule staminali embrionali
, visto che per alcuni e' in gioco un LORO principio di fede sull'inizio della vita?
Siamo consapevoli che su questi argomenti ci sono, anche nel Governo, posizioni ideologiche e di convenienza politica che vorrebbero imporre ad altri la propria visione della vita e della morte. Nel contempo, pero', siamo consapevoli che il punto di incontro politico e normativo non puo' essere nella mediazione tra diversi, ma esclusivamente nell'accettazione di diversita' che, pur nella loro contrapposizione, debbano necessariamente convivere. Cioe' c'e' bisogno di un accordo politico e non certamente bioetico.
Un disagio e delle riflessioni che poniamo anche a coloro che si apprestano a decidere di partecipare e animare questa commissione.
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