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Corea del Nord. Il business del narcotraffico di Stato
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Articolo di Cinzia Colosimo
23 aprile 2003 15:29
 
La Corea del Nord e' un Paese molto particolare. Ha un'economia molto debole, un regime dittatoriale al potere, e sembra non saper gestire con sufficiente senso di responsabilita' i rapporti con il resto della comunita' internazionale.
Oltre a questo pero', c'e' un sottobosco fitto, quasi sconosciuto, che in realta' e' alla base del controllo economico del Paese. E' il sottobosco del narcotraffico, del contrabbando, della criminalita' organizzata, dell'illegalita'.
Ultimo esempio di questo agire e' la scoperta di una complessa organizzazione che smercia eroina e anfetamine con navi da pesca. Il metodo e' pressoche' il seguente: un peschereccio di Taiwan con una bandiera nera con l'effige di un toro naviga nelle acque nord coreane. Li', appare una nave cannoniera del posto, con un equipaggiamento vestito in maniera tale da far supporre ad una nave militare. I membri dei due mezzi si incontrano, e ciascuno mostra meta' di una banconota con l'immagine di Sun Yat-sen. Quando le due meta' combaciano, inizia il vero e proprio lavoro di trasferimento merce. Dalla nave nordcoreana spuntano fuori 198 contenitori pieni di eroina, che vengono caricati dal peschereccio.
L'esempio e' solo uno dei tanti registrati dalle autorita' asiatiche e statunitensi, secondo le quali l'intera organizzazione fa parte di un sistema direttamente gestito dal regime nordcoreano per finanziare illecitamente le proprie risorse di armi, nucleari e non.
Sin dal 1970 esponenti del regime sono stati arrestati in Europa, Medio Oriente, Russia ed Africa, accusati di contrabbandare eroina, cocaina, alcool, animali esotici e dollari falsi in tutto il mondo. E le stesse accuse sono poi state confermate dai pentiti e dai dissidenti che ora, sotto protezione, collaborano con le intelligences per sollevare il fitto velo creatosi. Gia' Kim II Sung prima, ed il figlio Kim Jong II ora, hanno dimostrato di controllare personalmente la coltivazione ed il commercio di narcotici. Alla fine degli anni '80, quando l'economia mostro' segni di gravi difficolta', i leaders nordcoreani ordinarono alle aziende agricole e alle giovani brigate di incrementare le coltivazioni di oppio, dandogli la garanzia che sarebbero stati i militari ad aiutarli nella distribuzione. Per iniziare degnamente il lavoro, il regime si e' quindi rivolto alle organizzazioni criminali gia' esistenti che lavoravano nel territorio, dando vita ad una rete di scambi che si sarebbe rivelata profittevolissima.
Alcune stime.
Le esportazioni nord coreane legali, nel 2001 ammontavano a circa 650 milioni di Usd, mentre la rendita annuale del commercio di droga, secondo stime dei comandi militari statunitensi nella Corea del Sud, va dai 500 mln al miliardo di Usd. Ma la droga e' solo un mezzo come un altro per guadagnare: oltre a questa infatti, solo nel 2001 il Nord Corea ha guadagnato circa 560 mln di Usd con la vendita di missili segreti e illegali. Tra le droghe predilette, spuntano l'eroina (con la quale si classifica al terzo posto della lista dei produttori mondiali, dopo Afghanistan e Myanmar), e le anfetamine, con le quali ha fornito piu' di un terzo del mercato giapponese negli anni 1999-2001.
Ovviamente il regime nega qualsiasi rapporto con il narcotraffico, ma le prove delle autorita' e quelle fornite dai rifugiati politici mostrano l'esatto opposto. La polizia australiana e quella statunitense sono addirittura convinte che e' quasi impossibile trovare bande organizzate che agiscano in maniera totalmente indipendente dalla squadra di Kim.
E i dissidenti nel frattempo raccontano.
Kim Dok Hong era uno dei leader del Worker's Party nei primi anni '90, membro del Comitato Centrale ed uno dei piu' fidati bracci destro di Kim II Sung. Hong ha fornito e fornisce attualmente molte informazioni sui tipi di rapporti tra il narcotraffico e l'ex leader nordcoreano. Da alcuni documenti ufficiali infatti sembra che quest'ultimo, nel 1993, abbia visitato delle fattorie nella provincia del Namjak-Ri, ordinando ai contadini di "coltivare piu' oppio, che sarebbe poi stato barattato con del cibo". E nello stesso periodo il figlio Kim Jong II, viaggiava fra le varie province con un seguito di esperti, per valutare le aree migliori destinate alle piantagioni.
Park Sung Hak, rifugiato dal 2000 ed ex leader della Kim II Sung Youth Association, e' un altro dissidente, un altro personaggio di spicco che ha deciso di rivelare le implicazioni del regime. A meta' degli anni '90 aveva infatti ricevuto l'incarico da parte del governo, di controllare alcune coltivazioni di oppio nelle regioni montagnose. L'oppio ottenuto veniva poi trasferito verso delle compagnie farmaceutiche statali, dove veniva raffinato fino a diventare eroina. La Nam Pharmaceutical Co., in Chungjin, Mn Nyun Pharmaceutical Co., in Pyonyang, la Sooncheun Pharmaceutical Co. nella provincia sud di Pyonyang, sono solo alcune delle compagnie citate da Sung Hak, che lavoravano direttamente con il regime. Purtroppo pero', sembra che il lavoro di controllo spesso non sia andato a buon fine. In varie occasioni sono state smerciate partite di droga sporca in Giappone, causando la morte di molti tossicodipendenti. Kim Dok Hong racconta infatti di un uomo d'affari del Laos e tre commercianti birmani, che nel 1996 accusarono i produttori nordcoreani di aver venduto della merce piena di additivi chimici, e che il miglior modo per non causare ulteriori danni, sarebbe stata una giusta presentazione dell'eroina, di modo da farla credere il piu' pura possibile.
Uno dei motivi del successo del narcotraffico nordcoreano, sta nella cooperazione con la malavita giapponese. Da stime degli uffici antidroga statinutensi e giapponesi, tra il 1999 e il 2001 in Giappone sono stati sequestrati 1.113 kg di anfetamine provenienti dalla Corea del Nord, ossia il 34% delle droghe confiscate in tutto il Paese. Le acque giapponesi sono spesso controllate dalle gangs della yakuza, che non esitano a collaborare con il regime, visto che le quantita' esportabili sono ingenti, e le autorita' sono praticamente inesistenti.
Anche Taiwan pero' sembra non disdegnare i rapporti col narcotraffico della Corea del Nord. Solo nel giugno del 2002 e' stata sequestrata una nave che portava con se' il 13% dell'eroina utilizzata in tutto il Paese in un anno. E prima di essere catturata, si presume che la nave abbia portato a termine altri 5 o 6 carichi con la stessa quantita' di merce. E la lista dei sequestri e' lunga: solo nel 2002 la polizia ha arrestato 8 persone con l'accusa di aver contrabbandato 79 Kg di eroina, per un valore di circa 6 mln di Usd.
Ma il regime continua la sua opera indisturbato. Frutto delle politiche proibizioniste, la Corea del Nord e' solo un esempio di quanto sia facile mettere in ginocchio un Paese e un'economia con strumenti semplici: controllo di un mercato chiuso, collaborazione con le organizzazioni criminali e giocare con le armi e con la droga come se fossero le uniche merci portatrici di benessere economico.
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