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Cuba. "War on drugs": un filo rosso che unisce Castro a Bush
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Articolo di Donatella Poretti
10 gennaio 2003 18:42
 
"Improrogabile lotta per difendere il presente e il futuro". Con questo titolo del lungo editoriale pubblicato oggi dal Granma -organo ufficiale del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba- il Governo annuncia una "guerra all'ultimo sangue" contro il traffico internazionale di stupefacenti e "il fiorente mercato interno della droga che volgari delinquenti stranieri e cubani tentano di incrementare".
"Prima del 1959, nel nostro Paese il traffico e il consumo illecito di droghe, fondamentalmente marijuana e in misura minore cocaina, costituiva un problema sociale. situazione eradicata dopo il trionfo della Rivoluzione". Nell'articolo, tuttavia, si arriva ad ammettere che "ultimamente e' aumentato l'uso indebito di droghe" nell'isola, colpa del turismo e della globalizzazione, e si sostiene la necessita' di "prevenire e combattere in tempo" il fenomeno "cosi' come si fa con le piu' gravi malattie". Non dopo avere elencato i successi: "dal 1995 al novembre scorso, sono stati arrestati 252 cittadini stranieri, 146 dei quali si trovano tuttora rinchiusi nelle nostre carceri". Ma colpa anche degli Usa, sia perche' e' il maggior consumatore, sia perche' non ha voluto accettare la collaborazione cubana nella lotta al narcotraffico, offerta dallo stesso leader maximo, Fidel Castro, ripetutamente negli ultimi tempi.
"La nostra societa', come poche al mondo, e' in condizioni di affrontare questo fenomeno degradante con energia, per sconfiggerlo", si scrive ancora appellandosi direttamente ai campesinos e agli intellettuali cubani che non possono tollerare "che crescano e proliferino qui' le droghe illegali". Un appello con risposta "crediamo di no", scrive infatti l'editoriale senza firma, che ricorda nelle sue righe finali quando "il Generale dell'Esercito Raúl Castro Ruz, secondo segretario del comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e ministro delle Far, il 9 luglio del 1989, (aveva detto) "la droga non entrera' mai, solo con il sangue e con il fuoco potra' entrare! Potra' entrare solo con il capitalismo!". Tutti sappiamo che il capitalismo, le sue diseguaglianze, il suo sfruttamento, le sue ingiustizie, oltraggi, degradazioni e vizi, non torneranno mai piu' a Cuba. Cosi' lo hanno testimoniato in maniera inoppugnabile qualche mese fa otto milioni di compatrioti nel chiedere e ottenere che venisse scritto nel testo della nostra Carta Magna che il carattere socialista della nostra Rivoluzione e' irrevocabile".
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