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Dal taxi allo spaccio di droghe. L'uso della parola 'uberizzazione': business o degrado?
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Articolo di Vincenzo Donvito
11 giugno 2019 0:34
 
 Che significa, che il traffico di cocaina si è uberizzato? Che ci sono delle app in circolazione per acquistare droga? Che i trafficanti sono registrati come freelance nonostante lavorino come dipendenti? Il termine è stato incluso nell’ultimo rapporto del EMCDDA (Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze) presentato nei giorni scorsi a Bruxelles (1). Questo rapporto allerta proprio sulla “uberizzazione” del traffico di cocaina: stanno cambiando i modi di distribuzione della cocaina, facendo sì che sia facile e semplice come cercare un auto attraverso Uber. “La gerarchia dei grandi boss convive con strutture sempre più orizzontali e frammentate che sottostanno all’agilità dell’uso del telefonino, delle reti sociali, dei servizi di messaggeria istantanea tipo WhatsApp o Telegram, le richieste attraverso pagine nascoste di Internet e i pagamenti in cryptomonete, oltre a opzioni di consegna veloci e flessibili".

La cocaina non è l’unico settore uberizzato. Questo termine si usa nella stampa economica per parlare di modifiche in sanità, in banca, in diritto… per fare solo alcuni esempi.

Uberizzare e i suoi derivati sono inclusi anche nel vocabolario/enciclopedia Treccani. Uberizzazione: 1. Trasformazione di servizi e prestazioni lavorative continuativi, propri dell’economia tradizionale, in attività svolte soltanto su richiesta del consumatore o cliente. 2. Adozione o imitazione del modello di attività economica caratteristico della multinazionale Uber.
Anche alcuni dizionari in altre lingue contemplano questo termine. Il Cambridge definisce “uberization” come “atto o processo di cambiare il mercato con un servizio mediante l’introduzione di una nuova forma di acquistarlo o usarlo, specialmente attraverso l’uso di tecnologia mobile” (2). La parola si trova anche sul Collins, con una definizione simile (3). In francese, già dal 2017, la si trova sul Robert (4) e su Le Petit Larousse (5). Per lo spagnolouberizzazione” non si trova nel RAE ufficiale, ma Fundeu (Fondazione creata dall’agenzia stampa Efe per l’uso corrente della lingua spagnola) riconosce che sia un termine valido (6).
Uberizzazione è presente sui media usa almeno dal 2014: un articolo di Forbes di quell’anno parla della nuova popolarità di una parola che "sta portando investitori ed esperti in venture capital a cercare la nuova grande impresa per creare delle discontinuità in stile Uber" (7). Quindi Uber non è l’unica impresa con una struttura del genere, che viene chiamata “economia collaborativa”; Uber è una delle più riuscite, mentre tante altre app hanno voluto essere l'Uber dei propri settori.

Gli usi negativi del termine
Mentre le definizioni nelle varie lingue che abbiamo visto sopra tendono ad essere neutre, l’uso di questa parola si è caratterizzata anche in termini negativi, e non solo da parte di aziende che hanno visto messo in pericolo il loro modello di business. Anche se la definizione di “uberizzazione” che ne dà la EMCDDA relativamente alle droghe non entra, ovviamente, nello specifico mondo del lavoro, dei rapporti di lavoro, è bene tener presente che la parola “uberizzazione” viene utilizzata per indicare il peggioramento delle condizioni lavorative. Quando un settore si uberizza, è possibile che si tratti di un abuso dei diritti dei lavoratori. Ci si ricorda delle vicende italiane (ancora aperte e per ora solo oggetto di qualche “promessa elettorale” del governo) dei rider (che in genere consegnano alimenti cotti a domicilio).

Ma già nel 2015 il quotidiano The New York Times fu uno dei primi media ad usare questo termine (8): la uberizzazione di una lavoro può avere i suoi benefici (soprattutto flessibilità), ma può anche significare che il lavoro sia meno sicuro per gli introiti, più instabile. Come scriveva Douglas Rushkoff, professore all’Università di New York, nel suo libro “Throwing Rocks At The Google Bus” (9), la cosiddetta “economia collaborativa” non crea nuovi lavori (i taxisti c’erano anche prima di Uber) ma rende precari quelli esistenti usando scappatoie legali.

Va da sé che a questo punto la domanda “business o degrado” è d’obbligo. Non abbiamo ovviamente una risposta decisa e netta. Il fascino della deregolamentazione ci coinvolge spesso, anche perché siamo abituati ad una regolamentazione che, soprattutto nel nostro Paese, ha significato “mancanze di opportunità”, “burocrazia”, “disprezzo della libertà di impresa”, “clientelismo”, “nepotismo”… e chi ne ha più ne metta. Per evitare che “con l’acqua calda si butti via anche il bambino” (come sembrano diverse iniziative del nostro governo), occorrerebbe trovare un giusto equilibrio. Ed è proprio questo che ci ha insegnato la creazione dell’Unione Europea e, soprattutto, le prospettive di un mercato e di una libertà che possono e devono marciare con le tecnologie di cui oggi sembra che non possiamo fare a meno e che – innegabilmente – ci rendono la vita molto più facile e interessante.

NOTE
1 - https://droghe.aduc.it/notizia/relazione+sulla+droga+2019+rapporto+dell+emcdda_135834.php
2 - https://dictionary.cambridge.org/es/diccionario/ingles/uberization
3 - https://www.collinsdictionary.com/dictionary/english/uberize
4 - https://www.lechotouristique.com/article/en-2017-le-mot-uberiser-entre-dans-le-dictionnaire,88697
5 - http://www.lefigaro.fr/langue-francaise/actu-des-mots/smicardisation-uberiser-inclusif-divulgacher-les-nouveaux-mots-du-petit-larousse-20190507
6 - https://www.fundeu.es/recomendacion/uberizacion-y-uberizar-terminos-validos/
7 - https://www.forbes.com/sites/realspin/2014/10/27/lets-uberize-the-entire-economy/#1b37b0074c60
8 - https://www.nytimes.com/2015/01/29/technology/personaltech/uber-a-rising-business-model.html
9 - https://rushkoff.com/books/throwing-rocks-at-the-google-bus/

(fonti di questo articolo: El Pais, Le Figaro, The New York Times, Forbes, EMCDDA)
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