Con cinque sentenze pubblicate ieri,
il Tar del Lazio ha giudicato infondati i ricorsi presentati da Idb (Intermarket Diamond Business spa e Idb Intermediazioni Srl), da Diamond Private Investment (Dpi) e dalle tre banche Unicredit, Banco Bpm, Mps, contro le sanzioni Antitrust per pratiche commerciali scorrette nella vendita di diamanti anche attraverso gli sportelli bancari.
Le motivazioni sono interessanti, a partire dalla
"palese assimetria informativa" cui si unisce l'
"ingannevolezza dei messaggi al cliente", che spesso riteneva di comprare i diamanti dalla banca e non dalla Idb o dalla Dpi. Non si può pertanto parlare di sola attività di segnalazione, come afferma la difesa. Anzi, "
l'attività di segnalazione comportava un ruolo attivo delle banche nella dinamica in cui il consumatore era coinvolto". In base a ciò, la banca conseguiva una provvigione pari al 10%-20% del prezzo complessivo pagato dal cliente.
Nel caso, poi, di
Unicredit è stata "la stessa banca a dichiarare di non aver operato alcuna verifica sul contenuto dell'offerta", venendo pertanto meno al dovere di diligenza professionale che ci si attende da un operatore professionale quale è una banca.
Tutto ciò si somma alle "
modalità di vendita gravemente ingannevoli ed omissive" ed ai "
prezzi autonomamente fissati e progressivamente aumentati negli anni da parte di Idb e Dpi a livelli molto superiori a q
uelli dei listini internazionali", presentati invece come emergenti dalla contrattazione in mercati organizzati.
Le banche potranno ora ricorrere al Consiglio di Stato, ma è un dato di fatto che
la posizione di Banco Bpm e di Unicredit, oltre che di Idb e Dpi, da cui alcuni clienti hanno comprato in via diretta senza intermediazione bancaria,
si incrina sempre più.
Negli ultimi mesi,
al Banco Bpm spingevano a far accettare l'offerta della banca paventando che "
Il Tar ci darà ragione e la banca non offrirà più niente a nessuno".
Unicredit era invece tornata sui propri passi, dopo la
finta di rimborso generale che aveva fatto.
Invitiamo ancora una volta Unicredit e Banco Bpm a prendere una decisione analoga a quella assunta da Intesa Sanpaolo prima e da Banca Mps poi, vale a dire
acquisire i diamanti e rimborsare a tutti i clienti l'intero prezzo pagato.
In caso contrario, ora sarà più agevole intentare le cause verso tutti i soggetti coinvolti: non solo le banche, ma anche le stesse Idb e Dpi.