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Dieta crudista per cani e gatti, i pro e i contro di una scelta sempre più popolare
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Articolo di Redazione
19 ottobre 2021 8:31
 
La scelta di una dieta crudista per cani e gatti che vivono in casa è sempre più popolare, ma sarà adatta alle esigenze degli animali domestici? Spesso le scelte alimentari di chi deve nutrire i propri animali si basano su presupposti non corretti. Tra le più diffuse convinzioni errate che riguardano la dieta di cani e gatti vi è in primo luogo la definizione di carnivori. Il termine Carnivora, che identifica i mammiferi per i quali l’alimento più consumato è la carne, viene infatti comunemente interpretato come definizione di animali che devono mangiare esclusivamente carne. In realtà la carne ricopre un ruolo diverso nelle diete in relazione alle singole specie. Il gatto selvatico, per esempio, è un ipercarnivoro e si nutre quasi esclusivamente di carne. I gatti domestici sono rimasti carnivori durante l’addomesticamento e la loro dieta naturale include una gamma di prede, come piccoli mammiferi, rettili, uccelli e insetti.

Diversamente, lupi e cani, pur avendo una dieta basata soprattutto sulla carne, digeriscono anche i vegetali. I canidi selvatici non si nutrono infatti soltanto di carne (muscolo, frattaglie e ossa), ma anche del contenuto intestinale degli erbivori e, in taluni periodi dell’anno, come nei mesi invernali, persino di vegetali. Non è tuttavia da trascurare che il cane domestico si è già largamente adattato a una dieta onnivora di tipo umano per cui si possono nutrire anche di vegetali, soprattutto se modificati dalla cottura.

Nelle famiglie italiane vi sono circa quindici milioni di cani e gatti e, negli ultimi anni, il mondo della nutrizione di questi animali ha visto la diffusione di stili alimentari di tipo ‘bambinesco’ (gli snack rappresentano il ramo del pet food di maggiore crescita) e di molteplici filosofie. Tra queste, la dieta crudista è la più popolare all’estero e si va diffondendo anche in Italia. La causa di questa suggestione probabilmente è da ricercare nella voglia di ritorno alla natura, spesso idealizzata, che caratterizza le società industrializzate. Per questo motivo, vi sono proprietari di animali che si rivolgono a un’alimentazione che ritengono più naturale come, per l’appunto, la dieta crudista, denominata Barf (Biological appropriate raw food o Bone and raw food), che comprende muscoli, organi interni e ossa di mammiferi, pesci o pollame, latte non pastorizzato e uova crude.

I sostenitori del crudismo alimentare rivendicano la superiorità nutrizionale di queste diete e i benefici per la salute dei loro cani e gatti con affermazioni non provate, ma plausibili, come una migliore appetibilità, denti più puliti e pelo lucido. Non bisogna però trascurare che la dieta di un animale selvatico, con una vita relativamente breve, non è automaticamente trasferibile a quella di un animale domestico, che vive molto più a lungo, in un ambiente diverso e con un differente stile di vita. Lo dimostra il fatto che fra cani e gatti domestici si osservano patologie nutrizionali come il sovrappeso e l’obesità, sconosciute negli animali selvatici. I fautori dell’alimentazione con carne cruda spesso vantano anche un migliore stato immunitario degli animali, che sembra dipendere dalla presenza di batteri provenienti da pelle, piume o dai visceri.

Il rovescio della medaglia è però che le carni e, soprattutto, i visceri e le ossa non cotte possono contenere batteri e parassiti potenzialmente patogeni, che invece vengono distrutti dalla cottura. Questo causa rischi sanitari sia per gli animali sia per i proprietari. Tra questi rischi, troviamo le Salmonelle e altri microrganismi potenzialmente pericolosi, come Escherichia coli, Clostridium, Campylobacter, Listeria, Toxoplasma gondii ed Echinococcus multilocularis. Un tempo c’era anche, nei gatti alimentati con polmone, l’infezione da Micobacterium tuberculosis var. bovis. Accanto ai rischi per la salute degli animali, vi è poi anche la possibilità d’infezione per l’uomo, attraverso una diffusione dei microrganismi potenzialmente pericolosi contenuti nelle deiezioni degli animali. È proprio per questo genere di problematiche che, negli Stati Uniti, alcuni produttori trattano le carni crude per animali con un processo di pastorizzazione ad alta pressione che elimina i batteri. Infine, un’alimentazione con carni crude con ossa può causare negli animali fratture ai denti e danni gastrointestinali.

(Giovanni Ballarini su Il Fatto Alimentare del 01/10/2021)

 
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