testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - La domanda giusta e': l'embrione e' persona? I commenti e le repliche
Scarica e stampa il PDF
Articolo 
3 marzo 2005 18:59
 
In seguito alla pubblicazione nello scorso numero dell'articolo di Chiara Lalli "La domanda giusta e': l'embrione e' persona?" ha portato diversi lettori del Notiziario a inviarci dei commenti critici, ritenendo utile il dibattito e ringraziando l'autrice per le pronte repliche, di seguito li pubblichiamo.


La domanda giusta e': l'embrione e' vita?
Mi sembra incontrovertibile, tanto piu' che Lei stessa afferma "l'embrione e' certamente un essere umano". Ebbene, tanto basta.
Se e' vita, ha il diritto che la sua vita non sia troncata.
Che sia una persona o una pre-persona e' inessenziale; l'argomento e' utile solo ad alimentare discussioni nelle quali ognuno tentera' di tirare acqua al mulino delle proprie convinzioni politiche, ideologiche o religiose.
Naturalmente, e per le piu' svariate cause, nel corso del suo sviluppo l'embrione potra' anche morire, cosi' come il bambino di dodici anni potra' morire prima dei diciotto e non potra' votare. Ma come nessuno si sognerebbe mai di negare al bambino di dodici anni il diritto di svilupparsi fino ai diciotto anni, cosi' non vedo perche' negare all'embrione (che e' vita) il diritto allo sviluppo.
Cordiali saluti,
Gianluigi



Risposta di Chiara Lalli - La domanda giusta (nel dibattito sul conferimento di diritti al concepito) e' se parliamo di una persona oppure no (ove persona e' sinonimo di titolare di diritti, in primo luogo del diritto alla vita, come me e lei).
Che l'embrione sia vita siamo d'accordo: chi non lo e' rischia di essere considerato un idiota. Ma l'essere vita non implica assolutamente il possesso del diritto alla vita (o secondo le sue parole, il diritto che la sua vita non sia troncata). Tutti gli organismi viventi sono vita -tale affermazione e' cosi' banale da risultare noiosa. Ma nessuno si sogna di attribuire il diritto alla vita alle piante, ai lombrichi, alle mosche o alle cellule- ma nemmeno allo spermatozoo e all'ovocita ancora disgiunti (che sono gli organismi piu' vicini al concepito cui lei vuole attribuire un tale diritto).
Quindi la discussione deve necessariamente spostarsi su un altro piano -e se non si vuole parlare di persona si puo' trovare un altro termine; ma il cuore della questione non cambia, perche' l'essere in vita non significa che questo: essere diverso da una pietra.
Per quanto riguarda il mio argomento del diritto al voto, l'analogia verte sull'attribuzione attuale di un diritto in base a future proprieta' (non ho mai pensato di negare a un dodicenne il diritto di svilupparsi fino ai diciotto anni; il dodicenne gode di un diritto attuale alla vita, ma non possiede il diritto di votare).
L'analogia e' la seguente:
1) Il bambino di 12 anni non ha oggi il diritto di voto (perche' tale diritto si fonda su alcune proprieta' che abbiamo ragionevolmente pensato che ogni individuo possegga alla maggiore eta').
2) Tra 6 anni avra' il diritto di voto (perche' avra' acquisito alcune proprieta' che riteniamo requisiti minimi per esercitare il diritto di voto).
3) Non siamo autorizzati a conferirgli oggi -a 12 anni- quel diritto (che egli acquisira' tra sei anni) perche' oggi non possiede i requisiti per goderne.
Allo stesso modo:
1) Il concepito non ha oggi alcun diritto (perche' i diritti sono conferiti alle persone, e non agli spermatozoi o alle pietre).
2) In futuro il concepita' avra' dei diritti (perche' diventera' una persona, quindi titolare di diritti).
3) Non siamo autorizzati a conferire oggi al concepito quei diritti che solo in futuro acquisira', perche' oggi non possiede i requisiti minimi per essere considerato una persona.



Gentile signora Lalli,
ho letto con stupore l'articolo che compare sul notiziario sulle staminali e che va nella triste direzione del non rispetto della vita umana. Adesso sembra che le staminali embrionali siano un panacea contro tutti i mali e allora dobbiamo giustificare a noi stessi e alla nostra coscienza il fatto di sacrificare, certamente, degli esseri umani ("L'embrione e' certamente un essere umano; appartiene in modo incontrovertibile alla specie homo sapiens. Ma e' anche fin dal concepimento una persona? "....a me non e' per nulla chiaro perche' si debba fare la distinzione fra esseri umani "persone" e esseri umani "non persone") per salvarne, forse, degli altri....E cosa diremo a quelli che forse saranno salvati e guariti: tu sei guarito perche' un altro essere umano e' morto (non per sua scelta, o per un incidente che comunque si sarebbe verificato) al posto tuo. Non e' complicata la risposta alla domanda: l'embrione e' una persona? e lei la da' gia' quando afferma "Lo sviluppo e' un processo continuo e privo di scosse, a partire dal concepimento fino alla morte". Se muoio da essere umano e ho vissuto come essere umano saro' almeno nato come essere umano.....Se muoio da persona e vivo da persona, sono nato come persona. E' fuorviante il ricorso al concetto di autocoscienza per distinguere fra le due categorie, "l'emergenza dell'autocoscienza e di una rudimentale intelligenza" sono molto difficili da dimostrare nel caso di certi gravi handicap, o nel caso delle persone in coma da lungo tempo, ma non per questo agli esseri umani afflitti da questi handicap o in coma si nega l'appellativo di persona, o si propongono i loro organi per l'espianto forzato. Ora usiamo le staminali degli embrioni, domani alleveremo feti per espiantarne gli organi spostando semplicemente la data dopo la quale, dal punto di vista legale, un essere umano diventa una persona....Non credo che all'embrione che lei e' stata (cosi' come io sono stata) sarebbe piaciuto molto essere utilizzato come fonte di staminali..
La mia opinione e' che l'essere umano e' tale da quando l'ovulo viene fecondato e che qualunque manipolazione intervenga dopo questo evento, portando alla distruzione volontaria anche solo di un "mucchietto di cellule", e' un atto di distruzione di una vita umana. Lascio a lei il collegamento con il problema dell'aborto, su cui fa molto bene ad interrogarsi.....
Aggiungo che il blocco, sul quale sono pienamente d'accordo, dello studio sulle staminali embrionali, e' un modo molto serio per spingere gli scienziati e i ricercatori a studiare e utilizzare (e per esempio a non sprecare, come si e' fatto fino ad ora) le staminali presenti nel cordone ombelicale e negli stessi organismi adulti. Senza uccidere nessuno e guarendo, forse, qualcun'altro.
Cordiali saluti,
Adele


Risposta di Chiara Lalli - rispondo per punti alla sua lettera.
1. Io non ho mai affermato (e con me molte persone ragionevoli) che la ricerca sulle staminali siano 'una panacea contro tutti i mali': la ricerca sulle staminali e' una possibilita', una speranza di trovare terapie per malattie gravi al momento incurabili. Non so lei, ma io non ho bisogno di trovare una giustificazione per il 'sacrificio' di esseri umani, e questo perche' la distinzione tra essere umano e persona -che secondo lei non e' necessaria- e' proprio la ragione per cui gli embrioni possono essere soppressi e le persone no (almeno non senza una gravissima motivazione, come nel caso della legittima difesa).
2. La differenza tra persona e pre-persona e' una questione di cruciale importanza; la distinzione, sebbene complessa, esiste e l'argomento che lei usa e' un classico della posizione che la nega: in sostanza lei sostiene che dal momento che senza dubbio oggi sono una persona, allora lo sono sempre stata. Ma l'inferenza e' illegittima, come lo e' sostenere che dal momento che senza dubbio oggi sono adulta, allora lo sono sempre stata (e quindi non sono mai stata pre-adulta, cioe' bambina; il che e' ovviamente assurdo). La difficolta' di indicare il passaggio da pre-persona a persona lungo un processo continuo come lo sviluppo umano non giustifica la conclusione che non esiste concettualmente la differenza. Il riferimento a gravi handicap o al coma non costituisce alcuna dimostrazione della sua posizione; anzi, in questi casi si ripropone la stessa questione. Non e' un caso che i problemi morali di fine vita siano simili a quelli dello stabilire l'inizio della vita personale. In entrambi i casi vengono meno i requisiti che rendono le persona tali. Chi e' a favore dell'eutanasia nel caso del coma irreversibile lo e' in genere proprio perche' accoglie la possibilita' che una persona possa perdere quelle caratteristiche che la rendevano tale e tornare ad essere 'solo' un essere umano.
3. All'embrione che sono stata non sarebbe piaciuto ne' dispiaciuto essere utilizzata in qualsivoglia modo, perche' l'embrione che sono stata non aveva la benche' minima possibilita' di provare sensazioni spiacevoli o piacevoli; fare appello a un simile argomento fondato sull'emotivita' e' del tutto inutile al fine di una valutazione razionale della questione: e' legittimo conferire diritti agli embrioni? Possibile che secondo lei non ci sia differenza morale tra me e un embrione? Siamo persone allo stesso modo?
4. Umano e' lo spermatozoo, umano e' il concepito, umana e' la placenta; e allora? Vogliamo conferire diritti alla placenta o al cordone ombelicale? Non credo che lei voglia sostenere questa tesi estrema del diritto. Non basta l'aggettivo 'umano' per sostenere la condanna morale (e l'impossibilita' legale) del manipolare cio' che e' umano. Condanniamo la distruzione della vita delle persone, e' per questo che e' rilevante la differenza tra persona e non-persona. Non ha mai riflettuto sulle conseguenze del conferimento di diritti al concepito? Non ha mai pensato che il conflitto con i diritti della donna (che e' indubitabilmente una persona) delinea scenari inaccettabili? Che quasi ogni comportamento della donna sarebbe potenzialmente criminale nei confronti della persona-embrione? Non ha mai pensato che ogni donna diventerebbe una specie di incubatrice vivente?
5. Io credo che siano gli scienziati che devono dirci se la ricerca sulle staminali adulte possono rimpiazzare la ricerca sulle staminali; e molti hanno affermato la differenza, e la non interscambiabilita', delle due linee di ricerca. Vorrei concludere dicendo che sarebbe opportuno ribaltare l'onere della prova: invece di dimostrare che una azione puo' essere compiuta, sarebbe opportuno dimostrare che NON puo' essere compiuta. Non ho ancora letto nulla che mi convinca che la sperimentazione embrionale NON debba essere compiuta.



Il sottoscritto ritiene, che il titolo dell'articolo di Chiara Lalli ponga davvero sotto i riflettori la questione cruciale.
Mi metto a leggerlo con estremo interesse.... e rimango pero' ...un po' deluso.
Insomma... concordo con le conclusioni... ma ... questo fin da prima di leggerlo....
L'articolo mi appare (non me ne voglia, Chiara Lalli) un po' ... ehm... superficiale...
La citazione, ad esempio, della distinzione tra bambino e adulto mi sembra facilmente criticabile...
Sul fatto che il concepito diventera' una persona, se il suo sviluppo non sara' interrotto, e non c'e' alcuna possibilita' che diventi qualche altra cosa (una pera o un coccordillo)... non e' ASSOLUTO.. (da uno zigote puo' originare -anche se del tutto eccezionalmente- una mola non embrionata.... il prodotto del concepimento puo' essere quindi anche un tumore)...
...Ed il discorso della potenzialita' poteva essere piu' incisivo (cantiere edile, casa; ghianda, quercia; uovo, gallina; embrione di scimpanze', scimpanze')... e soprattutto... si ritiene che e' guardando il taglio che viene dato a come si ci comporti all'altro estremo della vita che illumina sulle contraddizioni dei sostenitori dell'equazione -rispettabile, ma assolutamente metafisica- UOMO=ZIGOTE.
Ad maiora,
Luca



Risposta di Chiara Lalli - capisco perfettamente le ragioni della sua perplessita'. Il mio intento era quasi soltanto di riportare alla domanda giusta (sarebbe gia' un buon risultato), e cercare di offrire qualche argomento di riflessione.
L'analogia tra bambino e adulto aveva l'unico intento di illuminare che -sebbene con uno scorrere fluido e senza salti- esistano delle differenze; e' banale, ma per chi sostiene che l'embrione e' persona puo' essere utile (e non si pone per lui il problema 'tecnico' che dal concepimento non c'e' la sicurezza di trasformazione in persona anche se non interrompiamo lo sviluppo).
So bene che sono 'molte' le cose che possono incominciare al concepimento (puo' anche avvenire una divisione gemellare, e allora ci troveremmo che una persona diventa due persone...) e so anche che se vogliamo attribuire sacralita' al momento del concepimento (perche' inizia qualcosa di umano e di vitale), dovremmo considerare sacro anche il trofoblasto (e' vita anche questo, e' umano, e allora e' persona??).
Gli esempi sulla potenzialita', ha ragione, sono innumerevoli (in una celebre causa per il destino di alcuni embrioni congelati, l'avvocato di una delle parti entra in aula con un uovo e domanda 'che cos'e'?' e alla risposta 'un uovo' egli replica: 'credevo che mi avreste risposto che e' una gallina non-nata'). Basta che una sola analogia insinui il dubbio che la potenzialita' (usata o abusata, citando a sproposito Aristotele, Platone, Parmenide o Heidegger passando per l'immancabile Kant e i rispetto per le persone come fini e non come mezzi...) non si possa usare come il piede di porco per forzare una porta di cui non si hanno le chiavi, per me sarebbe un buon risultato.
Condivido anche l'accenno ai problemi di fine vita -anche se, badi bene, non e' richiamandoli che si convince chi la pensa diversamente da noi. Se pensa a quanto polverone suscita anche la questione della morte cerebrale, ci troviamo a doverci difendere da chi sostiene una tesi estrema della vita, identificando persona e molte altre cose...
Condivido, ma credo sia superfluo dirlo, che l'equazione PERSONA (piuttosto che uomo, giusto per non incorrere) -ZIGOTE sia metafisica; rispettabile lo diventa solo se supportate da valide argomentazioni- e ne ho incontrate di rado.
Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS