testata ADUC
A DOMANDA RISPONDE? OVVERO: UN'IPOTESI SULLA SEMPLICITA' DELLA VITA
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Annapaola Laldi
1 ottobre 2002 0:00
 
La riva di un grande fiume asiatico, piu' di 2500 anni fa. Un uomo, un eremita, emaciato dalle lunghe privazioni, e' li', abbandonato, smarrito. Ha appreso la saggezza dai saggi, le piu' dolorose privazioni dagli asceti, ma la liberazione -dov'e'?. Nella intensa luce tropicale passa una barca a vela. Sopra, due barcaioli. La brezza che spira dal fiume porta la voce del piu' anziano: "Fai attenzione, la corda non deve essere troppo lenta, ma neppure troppo tirata".
L'uomo sulla riva balza in piedi. Nuovo e' il sangue che gli scorre nelle vene. Adesso capisce.

Il cortile di un castello tedesco, alle soglie degli anni Venti del XX secolo, gremito per una "Assemblea della Gioventu'". Nella Germania sconfitta e percorsa da fremiti rivoluzionari, un liceale si interroga: che cosa significa "ordine"? Nella sua mente, la stessa notte che sta calando adesso sul paesaggio, senza neppure la luna che, invece, qui fuori, rischiara il cortile. Su una balconata appare un giovane con un violino. I primi accordi in re minore della "Ciaccona" di Bach. E nella mente del giovane esplode la luce. Adesso capisce

Un bar di una cittadina universitaria degli Stati Uniti, ancora XX secolo, inizio degli anni Cinquanta. Un giovane studente ha ceduto all'invito degli amici, allontanandosi per un poco da fogli e lavagne che riempie di calcoli, all'inseguimento di un'idea che non riesce a intrappolare in una formula. Nell'aria fumosa, fra voci alticce, una sola delle ragazze presenti attira attenzione, sguardi, desiderio dei giovanotti. Cosa conviene fare? -si domanda ad alta voce lo studente. Lanciarsi tutti nel corteggiamento e divenire quindi ciascuno concorrente di tutti gli altri, oppure ignorarla, dedicandosi ciascuno a un'altra delle ragazze? E in tal caso.........
Lo studente tace di colpo. Si strappa dal gruppo. Passa davanti alla bella ragazza: "Grazie!", le grida. Adesso capisce.

Sono tre episodi accaduti davvero. Gli ultimi due sono testimoniati dai protagonisti, il primo e' avvolto nel manto della leggenda, ma non per questo e' meno vero nella sostanza.

L'eremita emaciato e smarrito sulle rive del grande fiume, il Gange, e' Siddharta Gautama (ca. 560-480 a.e.v.), che di li' a poco diverra' il BUDDHA, il Risvegliato. Secondo una delle storie che ne raccontano la vita, e che e' stata ripresa da Bernardo Bertolucci nel film "Il piccolo Buddha", il principe Siddharta, dopo anni di severa ascesi, aveva dovuto constatare che le estreme privazioni a cui aveva sottoposto tutto se stesso non erano riuscite a svincolarlo dall'attaccamento in cui egli sperimentava la fonte dell'umana sofferenza.
Questo attaccamento, che nella vita protetta del palazzo era presente come desiderio di ricchezza, bellezza, giovinezza, amore, e faceva quindi soffrire per la paura della perdita di tutte queste cose e, infine, della perdita estrema che e' la morte, adesso, in questa vita priva di ogni sicurezza materiale, che sembrava ridotta a meno dell'essenziale, esso, l'attaccamento, era paradossalmente rimasto padrone della mente proprio col desiderio di superare se stesso.
Era a questo limite sconsolato, il principe Siddharta, quando il suo orecchio colse quella semplicissima indicazione: "Ne' troppo lenta ne' troppo tirata".
La corda della vela? O la corda della vita?
Subito dopo, l'albero della Bodhi (=conoscenza), sotto il quale, dopo aver ignorato le lusinghe e le minacce di Mara, l'incarnazione dell'autoinganno, arriva alla liberazione dal dramma della vita. E proprio la VIA DI MEZZO il Buddha insegnera' per il resto dei suoi lunghi anni: una vita, cioe', non accecata dalla brama del possesso e del godimento ne' dal rinnegamento violento di ogni cosa, ma illuminata dalla compassione per tutto cio' che esiste al mondo, nella consapevolezza del dolore che e' compagno ad ogni espressione di vita.

Lo studente nel bar statunitense -siamo a Princenton nel 1950- e' il matematico John Nash jr. (nato nel 1929). L'episodio e' narrato nel film "A beautiful mind", ispirato all'omonima biografia del matematico americano. Questa volta, a fare da catalizzatore, e' quanto di piu' distraente esista, almeno secondo la mentalita' ancora corrente. Una bella ragazza, dotata di un forte sex-appeal, al quale, e' bene sottolinearlo, il giovane Nash non e' affatto insensibile. Anzi. Ma e' proprio questa intensita' che, inserendosi nella rete dei suoi calcoli matematici, che riguardano per l'appunto un problema di concorrenza, permette di precisare i contorni di un disegno fino a quel momento confuso. Il risultato e' "l'equilibrio di Nash" per i giochi strategici non cooperativi, che ebbe un impatto enorme in campo economico, e che, cinquant'anni piu' tardi, nel 1994, varra' allo studioso il premio Nobel per l'economia, anche se egli terra' a precisare che questa e' la sua opera "piu' insignificante".

Il liceale nel castello tedesco e' Werner Heisenberg (1901-1976) che diventera' piu' tardi uno dei fondatori della fisica quantistica. Ma adesso che si trova nel castello di Prunn, nel 1919, e' solo un ragazzo tedesco che, come tanti altri, si interroga sul significato -personale, sociale e politico- della sconfitta della Germania, sconfitta che portava con se' il "crollo dell'ordine della vecchia Europa", quello in cui erano cresciuti i suoi genitori e lui stesso. Il vecchio mondo era da buttar via in blocco? O "non era invece preferibile che l'altro ordine, quello nuovo e piu' solido, si fondasse saldamente sul vecchio? Oppure avevano ragione quelli che avevano sacrificato la vita per le strade di Monaco per difendere la "Repubblica dei Consigli" di ispirazione sovietica, "proclamando la necessita' di un nuovo ordine non solo per la nazione, ma per tutta l'umanita', anche se la maggior parte dell'umanita' poteva non auspicare affatto l'edificazione del nuovo ordine?".
Erano simili a questi gli interrogativi che animavano la discussione nel castello di Prunn. Heisenberg non prese parte alla discussione; si sentiva troppo insicuro, ma ascoltava con attenzione, interrogandosi di nuovo sul significato del termine "ordine".
E ora, a lui la parola, una parola di magistrale poesia:
"Dai vari discorsi appariva chiaro che si poteva sinceramente credere in ordini del tutto diversi e che, quando differenti concetti di ordine si scontravano, ne risultava la negazione stessa dell'ordine. (......) Piu' ascoltavo e piu' mi rendevo conto con INTENSITA' QUASI DOLOROSA dell'assenza di un ordine globale. Provavo UN DOLORE QUASI FISICO. Nel cortile le ombre si allungarono, scese la luce grigia del crepuscolo e poi la notte rischiarata dalla luna. A questo punto, su una balconata, apparve un ragazzo con un violino.
Si fece silenzio e risuonarono i primi grandi accordi in re minore della Ciaccona di Bach. Di colpo, CON ASSOLUTA CERTEZZA, SEPPI DI AVER TROVATO IL COLLEGAMENTO CON QUEL CENTRO CHE MI MANCAVA. Il limpido fraseggio della 'Ciaccona' spazzava via le nebbie mostrandomi le gigantesche strutture che fino ad allora mi erano rimaste nascoste".
Otto anni piu' tardi, nel 1927, il ventiseienne Heisenberg scopriva che non e' possibile conoscere contemporaneamente la posizione e la velocita' di un elettrone, perche', per individuare quest'ultima, bisogna farlo uscire dall'orbita, modificandone la velocita'. Ma questo "principio di indeterminazione" sconvolgeva l'ordine della fisica, perche' invalidava in modo definitivo la legge di causalita', su cui si regge la meccanica classica, cioe' quella di Newton, e LA NOSTRA STESSA PERCEZIONE DEL MONDO. L'idea che sia possibile conoscere esattamente una cosa dall'esterno (e quindi calcolarne l'evoluzione futura), sulla quale si basavano tre secoli di certezze scientifiche, veniva congedata come pura e semplice illusione.
Fu la visione delle "gigantesche strutture", allora, nel castello di Prunn, che preparo' Heisenberg ad accogliere questa scoperta con animo fermo? Una risposta affermativa non sembra fuori luogo.

Un barcaiolo, una ragazza, la "Ciaccona" di Bach........
Chi si sognerebbe, dopo aver letto queste righe, di mettersi sulla riva di un fiume ad aspettare che passi un barcaiolo, o di andare in un bar a guardare tutte le belle ragazze (o i bei ragazzi!), o di comprarsi il CD con la "Ciaccona" di Bach, sperando di avere, con cio', il lampo necessario a dare una svolta alla propria vita?

Ma questi episodi, che mi sono balzati insieme alla mente poco fa, mi suggeriscono un'ipotesi: non e' possibile che ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi, abbia, a un certo punto, o in certi punti della vita, un istante in cui VEDE O SENTE, COME FISICAMENTE, la risposta alla domanda che gli sta a cuore? E che il bello e' che non si puo' predeterminare il luogo e il tempo e la situazione? (Il principio di indeterminazione, dunque, riguarda anche direttamente la nostra vita?).
Perche' il filo rosso che unisce questi tre episodi non lo vedo tanto in una qualche straordinarieta' dei protagonisti, ma piuttosto, piu' semplicemente, nel fatto che ciascuno di loro era presente all'interrogativo che gli stava a cuore -o lasciava che esso gli fosse presente- con "INTENSITA' QUASI DOLOROSA", come si esprime Heisenberg.
Di piu', forse, non abbiamo bisogno.




APPENDICE
Alcune informazioni sul Buddha le ho desunte da "Le vie del Buddha", Sansoni Editore, s.i.l. 1994.
Le informazioni su John Nash jr., oltre che dal film citato, vengono dalla nota biografica "John Nash. Genius, Nobel and Schizophrenia" (che si trova anche sul sito ).
Quanto ho scritto su Werner Heisenberg e' ripreso dalla sua autobiografia: "Fisica e oltre", Boringhieri, Torino 1984, p. 9 ss. (l'opera e' stata ripubblicata da Boringhieri-Bollati nel 1999, e merita qui menzione il bell'articolo che scrisse per l'occasione Eugenio Scalfari: "Werner Heisenberg e il principio di indeterminazione -La legge che sconvolse la fisica", pubblicato su "La Repubblica" del 6 luglio 1999). Altre informazioni le devo all'articolo di Pietro Greco, "Heisenberg, l'indeterminazione della storia", comparso su "L'Unita'" del 5 dicembre 2001 (centesimo anniversario della nascita del fisico tedesco).
E per finire...... la "Ciaccona" di Bach si trova nella partita n.2, in re minore, op. BWV 1004.

Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS