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Dopo il referendum, tutto scorre
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Articolo di Rosa a Marca
21 luglio 2005 18:49
 
Dopo il referendum ognuno e' tornato a fare le sue cosine -scriveva Vincenzo Donvito nell'ultimo notiziario. Vale anche per chi e' curioso di sapere cosa succede e cerca spunti, come nell'articolo della Frankfurter Allgemeine Zeitung del 6 luglio, a firma Sabine Loehr, che tratta del complicato rapporto SCIENZA - RELIGIONE (tanto per non cambiare). In questo caso, il buddismo. Vediamo.
Sorge il sole in Corea e Hwang Woo-suk s'inchina 108 volte davanti alla grande statua di Buddha. Da quasi vent'anni, una volta al mese, Hwang si sposta a un paio di chilometri ad ovest di Seul e trascorre la mattina nel tempio di Chongdung-sa. Di solito, pero', medita a casa sua, molto presto, alle quattro e mezzo del mattino, per quaranta minuti. Poi, spiritualmente rinfrancato, il "re della clonazione" s'affretta verso il suo laboratorio.
Il sudcoreano Hwang e' il primo ricercatore cui sia riuscito di clonare e coltivare cellule staminali umane. E per di piu', ha imparato a farlo utilizzando pochi ovuli. La clonazione terapeutica sembra avvicinarsi, a quanto pare con la benedizione di Buddha. "Non sono un esperto di dottrina buddista", ammette il ricercatore, "ma quando sperimento, analizzo sempre se quei tentativi coincidono con lo spirito supremo di Buddha". Se non fosse sicuro, non potrebbe proseguire nel suo lavoro, ha spiegato di recente al Korea Times.
Sarebbe interessante sapere come avviene quest'esame. Pone domande l'ex cattolico Hwang? Legge? oppure riflette? Del resto, il buddismo non conosce una figura dogmatica superiore cui rivolgersi per avere risposte concludenti. Buddha stesso, 2500 anni fa, spiego' che non avrebbe nominato un successore e che, dopo di lui, sarebbe stato il suo insegnamento a fare da Maestro. Per questo i suoi discepoli, senza por tempo in mezzo, raccolsero e conservarono i suoi discorsi, che poi nei secoli furono completati con dovizia di commenti. Ne derivo' un'autentica biblioteca religiosa. Anche se sarebbe esercizio vano cercare nella rappresentazione sistematica dell'etica buddista una risposta per ogni problema, dall'A di Aids alla Z di zigote. In compenso vi abbondano gli esempi. E se Hwang non ha letto tutti i testi non c'e' da stupirsene. Non lo fa quasi nessun buddista. E' invece proprio nello spirito dell'Illuminato soppesare caso per caso. Gia' nel Kalamasutta, risalente allo stesso Buddha, e' spiegato che non ci si deve affidare a tradizioni, teorie (nemmeno alle proprie!), a documenti o al sentito dire. Molto meglio, invece, riverificare sempre ogni cosa. Potrebbe cosi' capitare il caso ideale in cui conoscenza e azione razionali non fossero affatto in contraddizione con il sentire religioso.
Uno sguardo ai testi canonici del buddismo potrebbe comunque fornire al dubbioso Hwang un qualche orientamento etico su come trattare gli embrioni. Bisogna pero' vedere quali testi. Quelli filosofici? Le nuove scuole? o la tradizione antica? Volesse avvicinarsi il piu' possibile al Buddha storico farebbe bene a consultare la raccolta Tipitaka, non tanto nella versione medievale coreana, quanto quella che si rifa' al primo concilio buddista. Li' vi sono raccolte le predicazioni del Buddha sulla disciplina monastica (Vinaya), gli insegnamenti (Sutta) e i testi filosofici-metafisici (Abhidhamma) nella forma originaria.
Se Hwang pensasse di essere moralmente a posto secondo il buddismo poiche' sente compassione per tutte le creature e solo per questo motivo clona le cellule staminali da usare a scopo terapeutico, dovrebbe essere dalla parte giusta. In fin dei conti, lo scopo del Buddha era di porre fine a qualsiasi forma di sofferenza (Duhkhai), non importa se spirituale o fisica. Tanto che i medicamenti, fossero anche solo burro o urina di mucca, erano le poche cose che un monaco "da cerca" potesse possedere. Ma la liberazione dalla sofferenza la puo' ottenere solo chi -come Hwang con la meditazione- aspira alla salvezza e orienta la quotidianita' alle norme etiche. E uno dei piu' importanti impegni con se stessi e': "Giuro di tenermi lontano dall'uccidere". Da questo lato, non dovrebbero esserci obiezioni alla sperimentazione con le cellule staminali adulte, mentre potrebbe creare seri problemi la ricerca sugli embrioni. Il buddismo piu' antico avrebbe certamente difficolta' a tollerarla. E infatti, Hwang, coerentemente, la rifiuta. Le sue blastocisti, derivate da ovociti denucleati e cellule somatiche, le definisce "strutture da trasferimento di nucleo cellulare", non idonee a svilupparsi in esseri umani, come sostiene lui. Se cosi' fosse, con la sua ricerca sarebbe un bel passo avanti sulla via della salvezza buddista in quanto vivrebbe due virtu' fondamentali, la compassione (Karuna) e la benevolenza (Maitri), verso chi soffre. Se invece queste sue "strutture" fossero in grado di vivere, Hwang dovrebbe sospendere gli esperimenti come forma di autoprotezione. Nella concezione buddista, uccidere un embrione ha conseguenze nefaste sul karma. E dunque Hwang, oggi 'Orgoglio della Corea', rischierebbe di rinascere insetto. Eppure, nemmeno questo dovrebbe indurlo a disperare, considerato il lungo tempo e le molte vite che avrebbe davanti a se' per ricostruirsi un'esistenza umana.


L'articolo prosegue e s'addentra nelle difficolta' tra buddismo e scienza e le possibili convergenze, soprattutto con la Fisica. Ma fermiamoci qui. L'esempio di Hwang Woo-suk e' gia' abbastanza illuminante. Vien voglia di dire che, a ben guardare, alla Ricerca serve soprattutto onesta' intellettuale, forse senso del mistero, e poco altro.
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