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Droghe legali e illegali. Sono utili le strategie in atto? Per la salute sembra di no
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Articolo di Vincenzo Donvito
22 gennaio 2005 14:16
 
Secondo una comparazione fatta dal quotidiano "Italia Oggi" tra i dati del ministero dell'Economia e quelli di Etinera spa (la societa' di distribuzione del tabacco), risulta che dal 2000 al 2003 il tetto dei 100 miliardi di sigarette vendute all'anno e' stato sempre sfondato, nonostante le tasse specifiche siano sempre state in aumento con, per esempio, nel periodo 1997/2004 un aumento del 5,5% (con circa 10 miliardi di euro di introiti). E che la situazione sia in continuo aumento, ce lo dice anche la Finanziaria 2005, dove e' stato previsto che il ministero dell'Economia possa aumentare l'accisa (si prevedono introiti di 500 milioni per quest'anno e di un miliardo dal prossimo anno).
Quindi, chi crede che l'aumento dei prezzi possa in qualche modo scoraggiare il consumo, come il ministro della Salute, deve confrontarsi con questi dati. Ed estendere la riflessione dal mercato delle droghe legali a quello delle illegali. Perche' il comportamento umano non sembra essere molto difforme: le droghe illegali piu' costano e piu' sono consumate, piu' azioni di repressione di produzione, traffico e spaccio vengono eseguite con successo, piu' aumenta la produzione, piu' merce circola e i prezzi si riabbassano di nuovo (e questo avviene nei Paesi produttori come in quelli consumatori).
Quindi, se da una parte e' bene che i divieti di fumo ci siano nei luoghi pubblici, si' da non costringere i non-fumatori a subire il fumo passivo, dall'altra sembra che non si possa fare affidamento su questi perche' i comportamenti individuali a rischio subiscano una flessione. E proprio la lezione delle droghe illegali ci deve fare da monito: i prodotti illegali hanno un fascino maggiore, soprattutto nei giovani. Non e' quindi con la demonizzazione e marginalizzazione che si possano ottenere i risultati sperati.
Come sempre, infatti, cio' che puo' contare e' l'informazione e la consapevolezza individuale di cio' che si fa a se stessi. Ed e' su questo che dovrebbero puntare le campagne, per le droghe legali e per quelle illegali: sapere che cosa uno immette nel proprio corpo, conoscerne gli effetti, prevenire e curare subito quelli indesiderati. Cioe' convivere con le droghe, imparando a conoscerle per non strafare. Ne' piu' ne' meno di quanto per esempio avviene con altre droghe legali molto diffuse, il cioccolato e l'alcool in particolare.
Ma cosa ci viene insegnato su tutte le droghe fin dai primi anni della scuola? Solo che sono brutte, sporche e cattive (omettendo, ovviamente, che il cioccolato sia una droga e glissando sull'alcool). E cosa ha fatto e intende fare il legislatore in materia? Sul fumo c'e' la legge che stiamo sperimentando proprio da pochi giorni ed e' partita una sorta di caccia all'appestato, mentre il Governo, preoccupato per una possibile flessione dei consumi, violando le leggi sulla concorrenza, nella Finanziaria ha previsto che il ministero dell'Economia puo' individuare un prezzo minimo di vendita al pubblico del tabacco (la conferma di una schizofrenia che vede lo Stato produttore e nel contempo impegnato nel promuovere -a parole- il non-consumo). Sull'alcoolSul cioccolato (sempre per restare al nostro esempio) sta per partire qualche campagna di criminalizzazione (e non di informazione) del sovrappeso e dell'obesita'. Sulle droghe illegali ci sono gia' le leggi che ci sono, che saranno aggravate dalla proposta Fini.
E l'essere umano continuera' a consumare le sue droghe, qualunque prezzo costino e qualunque scarsa informazione abbia sulle stesse.
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