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Gli effetti della tecnologia estrema. Le microplastiche nel sangue
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Articolo di Primo Mastrantoni
4 febbraio 2025 9:05
 
 Una pelle levigata, compatta e luminosa. Così "appare" la carnagione dopo un  trattamento con una crema a base di esfolianti, che rimuovono le cellule morte della superficie cutanea. Uno splendore, nonostante l'età. "Ogni sorriso ti rende più giovane di un giorno", recita un proverbio cinese. Meglio se i denti scintillano.

Non viene in mente, però, che quelle creme e quei dentifrici contengono piccoli granuli che si diffondono nell'ambiente. 

Sono le microplastiche, piccole particelle prodotte dall'industria o dalla frantumazione dei rifiuti.  Hanno dimensioni dell'ordine di grandezza di un milionesimo di metro ma ne esistono ancora di più piccole, infinitesimali: le nanoplastiche. 

A decine di miliardi queste particelle finiscono nell'ecosistema: entrano nella catena alimentare attraverso i pesci, il miele, la birra, il sale,l'acqua potabile e gli alimenti in genere che sono le vie per introdurle nel corpo umano. I pesci, per esempio, ingeriscono le microplastiche scambiandole per plancton; il passaggio ai predatori più grandi e l'arrivo sulle nostre tavole sono consequenziali.

Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica "Science Advances" e ripresa da "Nature", rivela come le microplastiche siano state scoperte nel flusso sanguigno umano e interferiscano con i normali processi fisiologici. Le plastiche, su scala nanometrica (un miliardesimo di metro), possono addirittura violare la barriera ematoencefalica provocando effetti neurotossici.

Un gruppo di ricerca dell'Istituto di Medicina Molecolare, dell'Università di Pechino (Cina), guidato dal professore Haipeng Huang, ha monitorato le microplastiche che si muovono nel corpo dei topi. Viaggiando nel flusso sanguigno queste piccole particelle vengono inglobate dalle cellule immunitarie, depositandosi, successivamente, nei capillari del cervello, ostruendoli e favorendo la formazione di coaguli. Lo studio ha utilizzato una diagnostica per immagini dal vivo ad alta profondità.

Ai topi è stata somministrata acqua contenente microsfere di polistirolo fluorescente che, entrando nella circolazione sanguigna, vengono incorporate dai fagociti la cui funzione è proprio quella di proteggere l'organismo ingerendo particelle estranee, batteri e cellule morte. E' stato rilevato che questi granuli fluorescenti si addensano nel microcircolo della corteccia cerebrale limitandone l'attività.

 Più che l'infiltrazione nei tessuti le microplastiche agiscono attraverso l'intasamento dei vasi sanguigni presenti in vari organi. Particolarmente dannose le nanoplastiche che, per le piccolissime dimensioni, arrivano nel tessuto encefalico.

La connessione tra questi micro corpuscoli e i neurofilamenti  di alfa sinucleina - una proteina presente nel cervello – può favorire la formazione di aggregati promuovendo l'instaurarsi di diverse patologie neurologiche, fra le quali il morbo di Parkinson. 

"Lo sviluppo e l'applicazione innovativa di tecniche di ricerca precedentemente sconosciute spesso aprono nuove strade, offrendo ai ricercatori nuove prospettive", dichiara il professor Huang.

Nate agli inizi del '900, le plastiche hanno sostituito i prodotti naturali (legno, vetro, etc), per economicità e migliori proprietà. Difficile farne a meno – un computer in legno non è pensabile -  ma non è indispensabile usarle per ottenere denti scintillanti né per acquistare salumi nelle vaschette di plastica.

(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 4 Febbraio 2025)
 
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