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Energia solare: piombo sul tetto
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Articolo di Redazione
11 maggio 2011 11:51
 
Il fotovoltaico è visto come rispettoso del clima e senza emissioni nocive. Ma c'è un problema. Molti pannelli solari contengono metalli pesanti che, se smaltiti male, finiscono nell'ambiente. Eppure le alternative ci sarebbero.

Rispettosi della natura, ecosostenibili, senza emissioni: così l'industria del fotovoltaico promuove i suoi prodotti. Ma l'energia solare non è verde al cento per cento poiché molti moduli contengono metalli nocivi.
Alcuni produttori di celle solari sottili impiegano per esempio una lega di cadmio come semiconduttore. E i moduli in silicio policristallino, che coprono circa i quattro quinti del mercato, contengono piombo fino a 30 grammi nel pannello da 230 watt e di un metro e mezzo di grandezza. Questa sostanza è ritenuta nociva per la salute giacché inibisce l'apporto di ossigeno nelle cellule dell'organismo.
Quando il sistema è in funzione non c'è alcun rischio; il guaio nasce con lo smaltimento non corretto dei pannelli e la conseguente dispersione di piombo nell'ambiente. Per gli apparecchi elettronici come i computer o per le lavatrici sono componenti tabù già da tempo, da quando l'Unione Europea ha regolamentato l'uso dei metalli pesanti. Ma l'Ue non li ha proibiti nei moduli fotovoltaici per non intralciare lo sviluppo dell'energia rinnovabile.
Nelle celle solari il piombo ha un ruolo secondario. E' contenuto nello stagno con cui le celle solari sono legate ed è una componente della pasta d'argento nel processo di metallizzazione. In tutt'e due i casi questo metallo pesante non sarebbe indispendabile. "Dal punto di vista tecnico si possono fare delle leghe senza piombo", dice Harry Wirth dell'Istituto Frauenhof per i sistemi d'energia solare di Freiburg. Nello stagno potrebbe essere sostituito con l'argento, e per la metallizzazione si potrebbero usare tantalio o bismuto.
Finora nessun produttore ha preso in considerazione queste alternative, soprattutto per una questione di costi. "Le leghe senza piombo costano di più", dice Wirth. Inoltre, rinunciando al metallo pesante, quando si salda servono temperature più alte, e anche questo porta indirettamente a un aumento delle spese. Più costi anche con le paste senza piombo per la metallizzazione.
A ciò si aggiunge un problema di disponibilità, spiega Holger Neuhaus, che dirige la filiale dell'azienda di ricerca di Bonn Solarworld. "Per la pasta da usare nella metallizzazione dipendiamo molto dai fornitori. E attualmente non c'è una quantità di materiale senza piombo conforme alle necessità".
La richiesta da parte dei produttori di pannelli è ancora esigua. Ecco perché Neuhaus chiede all'Ue d'includere anche il fotovoltaico nella direttiva RoHS (divieto dei metalli pesanti, ndr). A quel punto, il bisogno di paste senza piombo sarebbe talmente grande che i fornitori sarebbero costretti a convertire al più presto la loro produzione.
Invece il ricercatore Wirth sollecita direttamente l'industria del fotovoltaico a rinunciare ai metalli pesanti, senza aspettare le norme comunitarie. Secondo lui, è una questione di credibilità. "Se il settore vuole proporsi con termini quali "verde e "sostenibile", dovrebbe smettere quanto prima di usare il piombo e il cadmio".

(articolo di Ralph Diermann per Sueddeutsche Zeitung del 05-05-2011. Traduzione di Rosa a Marca)
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