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... ero straniero e mi avete accolto ...
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Articolo di Annapaola Laldi
26 agosto 2017 16:00
 

Mi ha colpito molto la canea che si è scatenata  a seguito della pubblicazione sulla pagina Facebook del parroco di Vicofaro (periferia di Pistoia), don Massimo Biancalani, di alcune fotografie di giovani africani, che il prete aveva portato in piscina come premio per il loro lavoro a una festa dell’associazione “Gli amici di Francesco” . E mi ha ancor più colpito l’assurgere di “Forza Nuova”, movimento strutturalmente razzista, e quindi incompatibile con il cristianesimo, a custode della dottrina della Chiesa cattolica. Un vero atto di hybris, cioè di estrema presunzione, che più in là non si va.
Quando ne sono venuta a conoscenza, e prima che il vescovo di Pistoia agisse come ha fatto, ho subito pensato che il vescovo di Pistoia avrebbe fatto bene a non lasciare solo il suo parroco domenica 27 agosto (domani), e ho quindi apprezzato molto che abbia deciso di inviare il suo vicario a concelebrare con il parroco attaccato, per di più con un messaggio chiarissimo . Un bel segno di testimonianza che quella frase dell’evangelo di Matteo (25,35), “ero straniero e mi avete accolto” è una cosa seria per tutta la chiesa cattolica.

Perché, c’è poco da fare, l’Evangelo di Matteo (25, 31 ss.) è tranciante. E fa venire a chiunque il cuore in gola, perché nessuno, proprio nessuno, può identificarsi con i “benedetti del Padre mio”, o “giusti” che hanno dato da mangiare a chi aveva fame, da bere a chi aveva sete, hanno accolto lo straniero, hanno rivestito gli ignudi, hanno fatto visita ai malati, sono andati a trovare i carcerati. E che, proprio per questo loro sovvenire alle necessità di persone sconosciute, hanno servito, senza saperlo, il Signore, il quale, nel giorno del giudizio, a questi giusti consegnerà in eredità il regno di Dio, allontanando da sé coloro che invece hanno ignorato i bisogni degli altri.
Questo passo di Matteo ispira in tutte le chiese cristiane l’impegno inderogabile a favore dei poveri, degli abbandonati, dei reietti. Nella chiesa cattolica questi sei punti, integrati dalla sepoltura dei morti, hanno preso il nome di “Sette opere di misericordia corporale”.
Piaccia o non piaccia, chi si dice cristiano deve passare di qui. Ogni senso di superiorità, ogni razzismo, è bandito proprio da Gesù Cristo. Non da un prete di periferia, ma proprio dal Crocifisso e Risorto, che ha dato la sua vita per tutti.
Ed è Paolo di Tarso a additarci quale è stato il sentimento di Gesù Cristo, e quale deve essere, quindi, il sentimento di coloro che vogliono seguirlo. Lo fa nella Lettera agli abitanti di Filippi (Filippesi), cap. 2, 3-11:
 “Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, 
senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri. 
Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, 
il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; 
ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, 
umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”,
per continuare poi:
“Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; 
perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; 
e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre
”. 

Tutte parole che fanno, appunto, tremare, penso anche lo stesso papa, perché … Perché non è facile superare il nostro egoismo, le nostre paure che lo nutrono tanto, fin troppo bene. Il nostro egoismo e le nostre paure personali e collettive, di noi come società.
Ma l’indirizzo, la meta di chi si proclama “cristiano” è quella lì, molto concreta e quanto mai attuale, indicata da Paolo. “Non cercare solo il proprio interesse, ma anche quello degli altri”. Regola elementare per una convivenza davvero pacifica. Comprendere le ragioni degli altri, immedesimarsi nell’altra persona, ascoltarla con attenzione.
E’ una cosa che con molta semplicità “fanno i pagani”, tanto per restare nel linguaggio evangelico; la fanno, cioè, moltissimo coloro che non hanno orizzonti religiosi, che si professano atei, dando ai cristiani delle belle, solenni lezioni di umanità.

Desidero concludere questa riflessione (che prima di tutto è a mio uso e consumo),offrendo anche la testimonianza di un pastore della chiesa luterana, Dietrich Bonhoeffer, che lottò per una chiesa che respingesse il razzismo dei nazisti, e che per questo suo impegno fu condannato a morte e ucciso in un lager, a soli 39 anni (9 aprile 1945).
Alla fine del 1942 ebbe a scrivere:
Resta un’esperienza di eccezionale valore l’aver imparato infine a guardare i grandi eventi della storia universale dal basso, dalla prospettiva degli esclusi, dei sospetti, dei maltrattati, degli impotenti, degli oppressi e dei derisi, in una parola dei sofferenti. Se in questi tempi l’amarezza e l’astio non ci hanno corroso il cuore; se dunque vediamo con occhi nuovi le grandi e piccole cose, la felicità e l’infelicità, la forza e la debolezza; e se la nostra capacità di vedere la grandezza, l’umanità, il diritto e la misericordia è diventata più chiara, più libera, più incorruttibile; se, anzi, la sofferenza personale è diventata una buona chiave, un principio fecondo nel rendere il mondo accessibile attraverso la contemplazione e l’azione; tutto questo è una fortuna personale. Tutto sta nel non far diventare questa prospettiva dal basso un prender partito per gli eterni insoddisfatti, ma nel rispondere alle esigenze della vita in tutte le sue dimensioni; e nell’accettarla nella prospettiva di una soddisfazione più alta, il cui fondamento sta veramente al di là del basso e dell’alto”.

Che l’amarezza e l’astio non ci corrodano il cuore! Solo così potremo trovare tutti insieme il modo più giusto e umano per affrontare gli eventi epocali che si presentano a noi: dalle migrazioni di massa da paesi sconvolti dalla guerra, dalla carestia, dallo sfruttamento (a cui noi non siamo estranei), fino al cambiamento climatico che sta colpendo duramernte anche qui in Italia, agli sconvolgimenti tellurici, che stanno bersagliando questo nostro Paese.
  
Allegato:
Qui di seguito tutto il brano, in cui è inserito anche "ero straniero e mi avete accolto":
Mt 25, 31 ss.

Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 

[32] E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 

[33] e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 

[34] Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 

[35] Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero straniero e mi avete accolto,
[36] nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 

[37] Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 

[38] Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 

[39] E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 

[40] Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 

[41] Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 

[42] Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 

[43] ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 

[44] Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 

[45] Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 

[46] E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna
". 
 



 
 
 
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