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Est-Europa/Sud-est Asiatico. L'epidemia di Aids e le droghe da iniezione
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Articolo di Vincenzo Donvito
21 luglio 2002 20:18
 
Dalla giungla del sudest asiatico alle strade di Mosca, il virus dell'Aids e' strettamente collegato al consumo di eroina e sta lentamente espandendosi nella nazioni piu' popolose della Terra.
La connessione tra infezione da Hiv e uso di droghe per via endovenosa e' una delle principali cause dell'epidemia. Ma solo di recente sono stati individuati delle evidenti relazioni tra esse nell'Europa dell'est e in Asia, quando hanno cominciato a riguardare la popolazione in generale.
"L'Asia centrale e' una bomba che sta per esplodere", dice Kasia Malinowska-Sempruch, una donna di origine polacca che dirige, per l'Open Society Institute, un programma per la lotta al rapporto tra droghe e Aids. Questo Istituto, finanziato dal filantropo americano di origine ungherese, George Soros, si batte perche' nel mondo sia adottata una politica di "riduzione del danno", con l'adozione di programmi per impedire lo scambio di siringhe tra consumatori di droghe, e quindi per bloccare l'alta probabilita' di infezione da Hiv.
Il piu' consistente aumento di infezioni da Hiv e' registrato nel territorio della vecchia Unione Sovietica. Si stima che almeno 840 mila russi siano infetti dal virus dell'Aids, la maggiorparte dei quali come conseguenza dell'uso di droghe. In Ucraina, invece, 250 mila persone (l'1% della popolazione) e' Hiv-positiva: il piu' alto tasso di infezione di tutta l'Europa. Tre quarti delle infezioni sono trasmesse dai consumatori di droghe per via sessuale, mentre e' in crescita il numero di donne incinte con l'Hiv -proprio come si sta verificando in Africa, dove l'epidemia si manifesta dopo rapporti eterosessuali.
Sempre la Malinowska-Sempruch, parlando alla 14° Conferenza Internazionale sull'Aids, che si e' tenuta di recente a Barcellona in Spagna, ha evidenziato come l'arrivo della democrazia nell'Europa dell'est e il crollo dell'Unione Sovietica abbiano spalancato la minaccia dell'Aids, per cui e' compito di ognuno, prima di conseguenze orribili, farsi carico di questa situazione, anche perche' tutti hanno plaudito al crollo del muro di Berlino.
Le attuali stime fanno sapere che l'1% dell'intera popolazione della Comunita' degli Stati Indipendenti (grosso modo la ex-Unione Sovietica) fa uso di droghe da iniezione.
"Piu' del 90% dei nuovi casi di Hiv a Mosca ha un rapporto con l'uso di droghe per iniezione", dice Ilona van de Braak della Aids Foundation East-West. I giovani moscoviti provano le droghe, ed hanno poca avversione per quelle per via endovenosa, in quanto molti farmaci, in Russia, sono somministrati con le siringhe piuttosto che con le pillole.
Anche Lily Hyde, della International Hiv/Aids Alliance (un gruppo britannico che aiuta le comunita' di altri Paesi a contrastare l'epidemia), sostiene che "l'uso delle droghe e' iniziato con il crollo dell'Unione Sovietica". In Ucraina le droghe derivate dal papavero da oppio sono "fatte in casa", per cui sono in ogni luogo del Paese. "C'e' in circolazione una eroina di bassa qualita', per cui chi la consuma arriva a farsi anche sei o sette iniezioni al giorno. In alcune citta' costa quanto l'alcool".
E mentre l'epidemia di Aids si sta spandendo nell'Europa dell'est, l'eroina sta cominciando a portare le infezioni da Hiv in Asia. Le epidemie seguono le strade dell'eroina: dall'Afghanistan al Myanmar. Mentre in India, gli infetti risulta che siano 4 milioni.
In Cina, un Paese di 1 miliardo e 300 mila persone -limitandosi ad alcuni dati che si conoscono in sette province- le infezioni tra i consumatori di eroina arrivano anche al 70%. Il problema dell'Hiv in Cina, per la prima volta si e' manifestato nello Yunnan, ai confini con il Myanmar, dove si produce la piu' grande quantita' di oppio di tutto il mondo.
In Indonesia, che era rimasta immune fino a poco tempo fa dall'epidemia di Aids, si stanno cominciando a manifestare numerosi casi di Hiv nelle aree urbane dove si consumano droghe. I casi di Hiv nei centri di cura della tossicodipendenza della capitale Jakarta, negli ultimi 18 mesi sono passati dal 15 al 40%.
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