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Fondi comuni d'investimento: le analisi di Mediobanca dimostrano che sono solo un mezzo per sperperare il denaro dei risparmiatori
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27 luglio 2005 0:00
 
Da 14 anni l'ufficio studi di Mediobanca analizza i bilanci dei fondi comuni d'investimento italiani e realizza statistiche aggregando i dati.
Puntualmente l'analisi dimostra come la sedicente industria del risparmio gestito in realta' distrugga una fetta molto consistente dei risparmi degli italiani. Pubblichiamo i dati di sintesi, lo studio completo puo' essere scaricato dal sito dell'ufficio studio di Mediobanca: clicca qui

- utili aggregati in diminuzione: 11,1 miliardi di euro contro i 13,2 miliardi dell'anno precedente, in flessione del 16%; il rendimento medio netto del patrimonio e' stato pari al 2,9%, 7 decimi di punto in meno rispetto al 2003.
- forte saldo negativo della raccolta netta: i riscatti hanno superato le nuove sottoscrizioni di 23,3 miliardi di euro; si tratta del record storico negativo che ha costituito la principale determinante del calo del patrimonio netto in gestione a fine anno (-3% sul 2003).
- modalita' di gestione: nel 2004 i costi di gestione sono aumentati del 4,6% rapportandosi all'1,3% del patrimonio (stessa percentuale del 2003) e assorbendo il 28% dei proventi lordi del portafoglio (contro il 24% del 2003). La rotazione del portafoglio si e' mantenuta elevata: l'indice per titoli di Stato e obbligazioni e' rimasto invariato ad 1,5 volte e quello delle azioni e' salito ad 1,6 (significa che mediamente viene movimentato tutto il portafoglio ogni 8 mesi). Nei fondi pensione questi indici sono inferiori (0,8 volte nel reddito fisso e 1,1 volte nelle azioni), ma comunque elevati.
- raffronto con i benchmark: rispetto ai benchmark scelti dagli stessi gestori, il rendimento dei fondi e' stato inferiore di 1,4 punti con un differenziale pari a 2,8 punti per i fondi azionari; rispetto agli impieghi alternativi in generale, nel 2004, il frutto dei fondi obbligazionari (2,3%) ha superato di mezzo punto quello dei Bot (1,8%) mentre quello dei fondi azionari (5,3%) e' stato inferiore al guadagno delle borse mondiali (6,4% in euro) e della borsa italiana (22,1%).
- valutazione di lungo periodo: nell'ottica di lungo periodo, gli alti e bassi dei fondi hanno cumulato rendimenti insoddisfacenti e il confronto con il tasso risk free (Bot a 12 mesi) segnala una consistente distruzione di valore che i recuperi dell'ultimo biennio non sono stati sinora capaci di rimediare. Seguendo un orizzonte temporale di valutazione su 5-7 anni (quello suggerito dall'associazione europea dei gestori di fondi) la distruzione di valore e' stimabile tra 68 (ultimi 7 anni) e 109 miliardi di euro (ultimi 5 anni); il bilancio peggiorerebbe se si considerasse anche il rischio insito in questo tipo di investimento.
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