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Francia. Bordeaux: un nuovo centro d'accoglienza assiste i giovani che fumano lo spinello e anche i genitori preoccupati
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Articolo di Rosa a Marca
3 febbraio 2005 12:32
 
Martin ha diciassette anni, apprendista meccanico di motociclette, grande fumatore e coltivatore di canapa dietro camera sua. Monique e' assistente sociale, ha quarant'anni, ben messa, ma e' soprattutto sa petite maman e sembra stare peggio del figlio. La prima volta e' venuta con suo marito alla consultation cannabis, pero' senza Martin. Perche' "drammatizza", dicono padre e figlio. E perche' "non sopporta piu' l'idea che le quattro piante che crescono sotto il tetto la rendano complice".
L'adolescente era gia' venuto la settimana precedente con suo padre per un primo contatto. A Bordeaux, Caan'Abus ha ricevuto l'imprimatur da Mission interministérielle de lutte contre la drogue et la toxicomanie (Mildt). Senza difficolta', poiche' questa struttura e' una delle prime ad essersi specializzata nell'accoglienza dei giovani in difficolta' col fumo.
La struttura si compone di otto persone, educatori specializzati, due psicologi, un medico, un'animatrice della salute. Interviste, questionari di valutazione del consumo, localizzazione dell'uso nocivo (da solo, la mattina) e i fattori di vulnerabilita'. Il tutto impostato su una terapia breve (cinque appuntamenti) e, se necessario, un trattamento medico, ma altrove.
"La nostra posizione non e' ne' normativa ne' banalizzante. Gli proponiamo di vedere se esiste un problema, senza a priori. Il problema della cannabis non e' la dipendenza bensi' l'abuso", spiega , psichiatra e ideatore del centro. Distribuzione di flyers nei cineclub, interventi nelle scuole e nei centri di rieducazione hanno ampliato la notorieta' di Caan'Abus. "Da settembre abbiamo ricevuto 200 persone, il 60% giovani", spiega Andreas Pedreras, il coordinatore.
La campagna governativa rischia di provocare un afflusso senza precedenti. Dall'8 febbraio, gli abitanti di Bordeaux che comporranno il numero di écoute cannabis verranno indirizzati a Caan'Abus. Mildt li tempesta gia' di telefonate per sapere se possono restare aperti durante le vacanze, e gli spot televisivi faranno di sicuro aumentare l'angoscia dei genitori. Quelli di Martin non hanno aspettato la campagna del ministro Douste Balzy. Monique racconta all'educatrice il proprio dilemma: distruggere o no le quattro piante di canapa? "E' dispettoso, Martin, mi provoca. Sabato ha rotto la sua lampada UV e m'ha chiesto di condurlo al centro BHV per comprarne un'altra! Ho rifiutato". Il padre, appassionato di giardinaggio, cerca di fargli fare un solo raccolto. "E' un passaggio, l'altro giorno m'ha chiesto l'importanza della luna". Lui preferisce spegnere discretamente la lampada di tanto in tanto per rallentare la crescita.
"La gente mi dice di strapparle. Ma e' troppo violento. Abbiamo sempre cercato il dialogo. Non so come fare con mio figlio", singhiozza Monique. Erano sull'autostrada quando Martin gli disse che assumeva droga da piu' di un anno. Non se n'era accorta. Ed e' stato come se avesse perso l'innocenza. "Eravamo cosi' vicini. Non ho piu' fiducia". La cannabis come taglio del cordone ombelicale? Lui le ha raccontato di fumare soprattutto prima e dopo il corso di meccanica. "Il suo professore aveva atteggiamenti umilianti, cosa che lo deprimeva". "Molti giovani dissimulano, lui no. Lei lo descrive come simpatico, ha dei buoni voti. Sento la parola "provocazione". E se volesse che voi sradicaste la pianta al posto suo?" suggerisce l'educatrice. "Ce lo consiglia?", ribatte subito il padre. "Non sarebbe male. Purche' siate tutt'e due d'accordo e sappiate tenere ferma la vostra decisione di fronte a lui", risponde l'educatrice. Prima di proporre di vedere il giovane, da solo, questa volta.
In una sala d'attesa, un altro adolescente di sedici anni ha i genitori allarmati a causa del suo fumo. Lo hanno talmente tenuto a stecchetto e impedito d'uscire che ha aumentato la dose: fumare e' divenuto per lui la "sola liberta'". Si e' fatto escludere per una settimana dalla scuola. "Con lui abbiamo iniziato a lavorare sulla rieducazione del consumo. E' passato da cinque a quattro spinelli a settimana", spiega l'educatore Pierre Barc. "La settimana prossima affronteremo i suoi problemi di acne".
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